Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
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Sant’Andrea 136 . Quasi due secoli dopo la sua fondazione, nel 1497, il ricovero per i poveri voluto<br />
dal notaio Anselmo conosce ormai una crisi irreversibile, causata a quanto pare dalla pessima<br />
conduzione da parte <strong>de</strong>lla Scuola <strong>de</strong>i Poveri cui era stato affidato. L’edificio, verso la fine <strong>de</strong>l<br />
Quattrocento, addirittura crolla. Grazie alle regole molto rigi<strong>de</strong> stabilite dal vecchio testamento,<br />
l’associazione laicale viene estromessa dalla gestione <strong>de</strong>lla malandata struttura, che per volontà<br />
<strong>de</strong>gli eredi di Anselmo, i fratelli Antonio, Domenico e Giuseppe Aquania, tutti e tre frati <strong>de</strong>l<br />
monastero milanese <strong>de</strong>i Servi di Maria, si <strong>de</strong>ci<strong>de</strong> di unificare con l’altro ospizio «pauperibus et<br />
peregrinis excipiendis» già esistente nella chiesa di San Giacomo di Gorgonzola. Il religioso<br />
incaricato di sovrinten<strong>de</strong>rvi si chiama anche lui Anselmo <strong>de</strong> <strong>Aquaneis</strong> come il suo famoso antenato,<br />
e come lui appartiene all’Ordine <strong>de</strong>lle Militiae Virginis Mariae 137 .<br />
Le disavventure, così preferiamo chiamarle, <strong>de</strong>lla Scuola <strong>de</strong>i Poveri di Gorgonzola nel frattempo<br />
proseguono 138 . I suoi scolari sono richiamati a osservare comportamenti meno disinvolti sia in<br />
occasione <strong>de</strong>lla visita pastorale <strong>de</strong>ll’arcivescovo Carlo Borromeo, sia durante quella di Fe<strong>de</strong>rico, ma<br />
non pare che questi rimproveri siano serviti allo scopo perché si susseguono ancora a lungo, <strong>de</strong>ntro<br />
e fuori l’associazione, pesanti accuse di malgoverno e, diremmo in linguaggio mo<strong>de</strong>rno, di interesse<br />
privato in atti d’uffcio e di falso in bilancio, che però non impediranno alla Scuola di sopravvivere<br />
fino alla soppressione <strong>de</strong>finitiva <strong>de</strong>l 1769, quando viene fondato l’Ospedale di Melzo 139 .<br />
In una carta trovata fra i documenti di questa Scuola, datata intorno al 1572, la preziosa curiosità di<br />
Enzo Pini ha letto queste parole: “il cancelliere è Francesco Lampergi, che ne ha una chiave”. Due<br />
secoli e mezzo dopo la fondazione <strong>de</strong>lla cappellania, i rapporti di fiducia tra gli Aquania e la<br />
famiglia melzese proseguono.<br />
A provare che, ancora nel Cinquecento, l’interesse <strong>de</strong>lla famiglia Aquania verso la piccola chiesa<br />
melzese non si fosse affatto esaurito col passare <strong>de</strong>l tempo, però, non c’è soltanto questa mezza riga<br />
letta in una carta <strong>de</strong>lla confraternita di Gorgonzola, ma molto di più. Nella chiesa, più precisamente<br />
nel transetto a fianco <strong>de</strong>ll’absi<strong>de</strong>, c’è un affresco <strong>de</strong>dicato a Santa Maria da la Fontana da<br />
Charavazo, opera che per lo stile pittorico richiama gli stessi anni nei quali fu dipinto il trittico<br />
pittorico centrale, ed al suo fianco resiste anche la traccia di un altro affresco, dipinto molto<br />
probabilmente dal me<strong>de</strong>simo artista, che raffigura la Madonna di Loreto. Nella nicchia in cui si<br />
trova quest’ultimo affresco si leggono, molto chiaramente, una data - 1522 - e una scritta:<br />
ERAS. AQN.<br />
Chi si pren<strong>de</strong>sse il disturbo di andare a cercare gli atti melzesi <strong>de</strong>l 1522 nelle filze <strong>de</strong>i Notarili<br />
<strong>de</strong>ll’Archivio di Stato di <strong>Milano</strong>, non faticherebbe molto a trovare, visto che è uno <strong>de</strong>i primi, perché<br />
<strong>de</strong>ttato il 22 gennaio, il testamento di un notaio, Erasmo Aquania, che non era solo un diretto<br />
136 ASMi, Notarile, notaio Genesio da Ello q. Tad<strong>de</strong>o, filza 576, 27 aprile 1432.<br />
137 Anche questo ospitale avrà vita molto difficile, come attesteranno le varie visite <strong>de</strong>gli arcivescovi, che di volta in<br />
volta costateranno il suo stato sempre peggiorato, fino a quando sarà <strong>de</strong>finitivamente soppresso nel 1652, come scrive<br />
anche DAMIANO MUONI, Melzo e Gorgonzola e loro dintorni, op. cit. Va ricordato, infine, che due religiosi che si<br />
chiamano Beltramo ed Alberto Aquaneo sono citati nel rapporto <strong>de</strong>lla visita pastorale <strong>de</strong>ll’arcivescovo Arcimboldi nella<br />
Pieve di Gorgonzola <strong>de</strong>l 1493.<br />
138 Enzo Pini ha trovato una relazione <strong>de</strong>l 1572 nella quale una mano ignota scrive che l’associazione “ha entrate di<br />
beni stabili circa lire 400 et forsi più” ma queste somme “sono state mal dispensate da quelli che le hanno maneggiate<br />
per sé, non è alcuno di loro che non resti <strong>de</strong>bitore a <strong>de</strong>tta scuola, et anco di presente è maneggiata da uomini che si<br />
servono di queste entrate per i propri usi a pregiudizio <strong>de</strong>’ poveri…”, perciò occorre “<strong>de</strong>putare altre persone che<br />
abbiano ad aver cura di questa tal scuola per l’avvenire (ed) autorità di sco<strong>de</strong>r li fitti <strong>de</strong>lli fittavoli di <strong>de</strong>tta scola e di<br />
riporli nella <strong>de</strong>tta cassa et poi di dispensarli ai poveri secondo li bisogni necessari …”.<br />
139 Anche le ultime due notizie, in ordine cronologico, che ho trovato suglia Aquania risalgono al Settecento, la prima<br />
all’anno 1714, quando Francesco e fratelli Aquanii <strong>de</strong>nunciano di posse<strong>de</strong>re una bottega di oreficeria in contrada <strong>de</strong>gli<br />
Orefici a <strong>Milano</strong>, l’altra al 1799, quando Giovanni Carlo Aquanio, che abita a Trezzo, segnala alle autorità le spese<br />
sostenute per riparare i danni causati dai saccheggi <strong>de</strong>i soldati austro-russi “alla sua casa, alla casa <strong>de</strong>i pigionanti ed ai<br />
suoi terreni”.<br />
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