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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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Le antiche notizie sui Canibus feudatari di Arosio per <strong>de</strong>cisione <strong>de</strong>i Visconti, perciò loro alleati,<br />

potrebbero dunque spiegarci anche la loro presenza nella Matricola Nobilium approvata da Ottone,<br />

che vi aveva escluso molte tra le casate ribelli o comunque non amiche.<br />

Numerose carte <strong>de</strong>l dodicesimo secolo <strong>de</strong>l monastero milanese di Sant’Ambrogio ci raccontano<br />

invece, con molti <strong>de</strong>ttagli, la storia <strong>de</strong>i terreni di proprietà di una famiglia Canis o <strong>de</strong> Canibus a<br />

Cologno Monzese.<br />

I contratti che riguardano questi fondi partono dall’anno 1137, quando il milanese Pietro <strong>de</strong>tto<br />

Canis, probabilmente lo stesso individuo che quattro anni prima ad Arosio aveva finto di affittare i<br />

campi ereditati dal padre, compera un campo nella terra di Cologno pagandolo “ventisette lire e<br />

tredici soldi di <strong>de</strong>nari milanesi d’argento”, 93 per finire con l’anno 1199, una data che per quanto<br />

sappiamo <strong>de</strong>ve essere già consi<strong>de</strong>rata molto vicina a quella di costruzione <strong>de</strong>lla chiesa di<br />

Sant’Andrea di Melzo. Sia <strong>de</strong>tto per inciso, la notizia di Pietro Canis che compera <strong>de</strong>i fondi agricoli<br />

a Cologno qualche tempo dopo averli venduti ad Arosio costituisce una ulteriore conferma <strong>de</strong>lla<br />

gran<strong>de</strong> mobilità all’interno <strong>de</strong>l contado milanese <strong>de</strong>gli individui che hanno soldi da investire nel<br />

periodo di cui ci stiamo occupando.<br />

Seguendo l’esempio di Pietro, negli anni successivi altri suoi fratelli o parenti acquistano molte<br />

terre a Cologno. Quando, perciò, negli anni finali <strong>de</strong>l secolo, gran parte di quei terreni sono già stati<br />

progressivamente ceduti al monastero milanese di Sant’Ambrogio, ci accorgiamo anche <strong>de</strong>lla<br />

gran<strong>de</strong> fortuna che la famiglia nel frattempo ha accumulato.<br />

Il 27 giugno 1187 Guido Canis, con Guglielmo e Pietro suoi figli, ce<strong>de</strong> all’abate Beltramo<br />

sessantaquattro appezzamenti che misurano complessivamente “quaranta iugeri, sei pertiche,<br />

sedici tavole e un pie<strong>de</strong> e mezzo” al prezzo di sedici soldi alla pertica 94 mentre sedici anni dopo, il<br />

23 dicembre 1199, i fratelli Manfredo e Rogerio <strong>de</strong>tti Canes, figli <strong>de</strong>l fu Beaqua Canis, vendono al<br />

nuovo abate Arialdo altri trentadue terreni <strong>de</strong>lla famiglia che misurano “diciassette iugeri, otto<br />

pertiche, undici tavole e tre piedi e mezzo” 95 .<br />

Nelle carte di Cologno, nelle quali tutti i novantasei fondi con le relative coerenze vengono<br />

scrupolosamente elencati, sono nominati molti altri componenti <strong>de</strong>lla famiglia, che doveva essere<br />

davvero numerosa 96 . Vi ricorre diverse volte anche un Lanterio Canis, proprietario a sua volta di<br />

molti terreni, che il 16 marzo 1200 li ven<strong>de</strong> a un cittadino milanese, Roberto <strong>de</strong>tto Anroccus, che<br />

subito dopo glieli riassegna “a titolo di livello perpetuo”. Si tratta, in questo caso, di due sedimi<br />

(due edifici) e venti appezzamenti di terreno che misurano in tutto “quattordici iugeri e tre pertiche<br />

diciannove tavole meno un pie<strong>de</strong>”. Come tutto fa cre<strong>de</strong>re, anche in questo caso, così come in quello<br />

molto più antico di Pietro Canis nel 1133, si tratta di una finta vendita, o meglio di un contratto di<br />

bragania, a provare comunque come gli interessi <strong>de</strong>i <strong>de</strong> Canis proseguono anche a Cologno<br />

Monzese, anche se evi<strong>de</strong>ntemente si sono già rivolti per gran parte altrove 97 .<br />

Le grandi aree di Cologno vendute fin qui al monastero peraltro non si erano ancora esaurite, visto<br />

che la lunga serie <strong>de</strong>lle parziali cessioni di terreni all’abate <strong>de</strong>l monastero ambrosiano sembra<br />

<strong>de</strong>stinata a proseguire per diversi anni ancora: lo confermano gli Atti <strong>de</strong>l Comune di <strong>Milano</strong> relativi<br />

al tredicesimo secolo, secondo i quali altri rogiti fra i me<strong>de</strong>simi contraenti si susseguono “fino al<br />

1236” 98 .<br />

93<br />

Originale in ASMi, AD, Pergamene, cart. 312, n. 58 [A]. Regesto: Giorgi, Registro p. 91. Rubrica, c. 20v.<br />

94<br />

Carta venditionis et finis et dati <strong>de</strong> feudo. Originale in ASMi, AD, Pergamene, cart. 313, n. 211 [A]. Regesto <strong>de</strong>l<br />

1738 in Giorgi. Registro c. 92 <strong>de</strong>l 1739 in Giorgi, Rubrica c. 27v. Trascrizione di Giulio Cesare <strong>de</strong>lla Croce, I, 10, c.<br />

102r.<br />

95<br />

Originale in ASMi, AD, Pergamene, cart. 313, n. 312 [A]. Regesto <strong>de</strong>l 1738 in Giorgi, Registro c. 94, Rubrica c. 32r.<br />

96<br />

Si veda anche la Breve <strong>de</strong> terra <strong>de</strong>l 24 febbraio 1194: Elenco <strong>de</strong>i terreni <strong>de</strong>l monastero di S. Ambrogio siti nel<br />

territorio di Cologno. Originale in ASMi, AD, Pergamene, cart. 313, n. 341 [A].<br />

97<br />

Carta libelli, 16 marzo 1200, <strong>Milano</strong>. Originale in ASMi, AD, Pergamene, cart. 313, n. 325 [A]. Regesto <strong>de</strong>l 1738 in<br />

Giorgi. Registro c. 94 <strong>de</strong>l 1739. Rubrica c. 32v.<br />

98<br />

PAOLO GRILLO, op. cit., p. 349. Non occorre sottolineare che questi ulteriori atti accrescono il valore complessivo<br />

<strong>de</strong>i fondi calcolato sopra, ma non ho letto i contratti <strong>de</strong>l sec. XIII e non posso fare il calcolo esatto, che comunque qui<br />

non interessa.<br />

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