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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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Sant’Andrea durante la sua visita pastorale <strong>de</strong>l 1573, quando <strong>de</strong>creta la soppressione <strong>de</strong>lla<br />

cappellania precisa, quasi burocraticamente, di agire “conforme al consenso <strong>de</strong>i pretesi patroni di<br />

<strong>de</strong>tta cappella, sopra ciò avuto per pubblico instromento rogato negli atti <strong>de</strong>lla visita” 203 .<br />

Ventiquattro anni dopo, il 20 maggio 1597, il notaio curiale Bartolomeus Georgius redige una <strong>de</strong>lle<br />

molte versioni <strong>de</strong>l transumptus - ricopiando direttamente l’esemplare <strong>de</strong>l 1345 visto che l’originale<br />

risulta introvabile negli archivi diocesani - e precisa di averlo fatto “su esplicita richiesta <strong>de</strong>l<br />

Reverendo signore Gio. Bapta Baronus di Ello, cappellano <strong>de</strong>lla chiesa di Sant’Andrea <strong>de</strong>l borgo di<br />

Melzo, che <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ra averne una copia”. Anche alla fine <strong>de</strong>l sedicesimo secolo dunque il cappellano<br />

di Sant’Andrea ha il cognome di una <strong>de</strong>lle famiglie proprietarie e fondatrici <strong>de</strong>ll’edificio sacro, e il<br />

cognome, ancora una volta, è quello <strong>de</strong>i da Ello: anche se l’arcivescovo Carlo ha ordinato da<br />

parecchio tempo il trasferimento e l’accorpamento <strong>de</strong>ll’antica cappellania, e nonostante da<br />

ventiquattro anni i “pretesi” proprietari <strong>de</strong>lla chiesa gli abbiano confermato il proprio consenso”.<br />

Fe<strong>de</strong>rico Borromeo visita Melzo nel 1605 e <strong>de</strong>ve constatare che le disposizioni circa l’istituzione<br />

<strong>de</strong>lla cappellania corale ordinate dal cardinale suo cugino non sono mai state eseguite, perciò le<br />

conferma interamente 204 e ribadisce: “et come di ciò se n’è anche havuto il consenso da parte <strong>de</strong>lla<br />

famiglia <strong>de</strong> Ello, <strong>de</strong> Albignani, et <strong>de</strong> Lamperghi che pretendono il Juspatronato di <strong>de</strong>tta Cappella<br />

per publico instromento rogato nelli atti <strong>de</strong>lla visita”. Non c’è dubbio che il pubblico instromento<br />

di cui si parla sia una ennesima trascrizione <strong>de</strong>l transumptus, ma per noi nella frase <strong>de</strong>l Cardinale ci<br />

sono due affermazioni essenziali ed indiscutibili: nel 1605 gli eredi, oppure i rappresentanti <strong>de</strong>lle<br />

famiglie <strong>de</strong>i fondatori sono ancora presenti e reperibili, a Melzo o nei suoi dintorni, e tra questi,<br />

oltre ai discen<strong>de</strong>nti <strong>de</strong>lle famiglie Lampergo e da Ello, o Baroni da Ello, ci sono anche quelli <strong>de</strong>lla<br />

famiglia <strong>de</strong> Albignani, <strong>de</strong>lla quale avevamo perduto le tracce già da qualche secolo. Se nessuno <strong>de</strong>i<br />

tre censimenti melzesi <strong>de</strong>l Cinquecento elenca mai né Giovanni Battista né Antonio Maria Baroni,<br />

vengono in nostro soccorso le più affidabili carte <strong>de</strong>i notai, nelle quali, al contrario, compaiono<br />

entrambi parecchie volte con nome cognome e patronimico: il secondo però si chiama Marco<br />

Antonio e non Antonio Maria, come lo svagato ex-vescovo figlio di Lucia Marliani aveva riferito. Il<br />

dominus Battista Baroni da Ello il 23 settembre 1557 conce<strong>de</strong> in affitto a Leonardo Lampergo un<br />

terreno “con viti” che misura dodici pertiche, precisando anche che Antonio Baroni da Ello è tra i<br />

proprietari confinanti <strong>de</strong>l suo appezzamento. Sabato 17 luglio 1558, a sua volta, il notaio Regni<br />

formalizza un contratto tra Marco Antonio da Ello, Leonardo Lampergo figlio di Nicola, Ambrosius<br />

<strong>de</strong> Man<strong>de</strong>llo figlio di Filippo, e Jo. Jacobus De Machis figlio di Gaspare 205 , oltre all’immancabile<br />

Francesco d’Angleria figlio di Onofrio. Il magister Bapta Baronis <strong>de</strong> Ello figlio di Jacobo, infine,<br />

affitta un sedime in contrada Bovera per trentasette lire al dominus “Marc. An. <strong>de</strong> Ello” venerdì<br />

“ultimo di dicembre” <strong>de</strong>l 1558. Il contratto che mi ha interessato più <strong>de</strong>gli altri però è il quarto,<br />

rogato ancora una volta dal notaio Paolo Regni il 6 maggio 1567, nove anni più tardi. Si tratta di<br />

una dichiarazione fatta dal dominus Bap.ta Baronis <strong>de</strong> Ello, filius quondam Jacobi, che qui viene<br />

<strong>de</strong>finito “Pretore di Vailate”, e che “libera” Battista Lampergo figlio di Leonardo di ogni<br />

obbligazione “per ogni causa ed in futuro” relativamente a promessa fatta a suo tempo dal<br />

203 Si osservi, <strong>de</strong>tto tra parentesi, quante cose sappia suggerire l’ufficialità <strong>de</strong>l linguaggio cardinalizio: faccio tutto<br />

secondo le regole, sembra dirci, compresa la necessità legale di acquisire un consenso dai “pretesi patroni” di questa<br />

chiesa.<br />

204 “Si erigeranno da Noi in questa chiesa doi altri Canonicati o Cappelle Chorali, alle quali si uniranno, et<br />

assegnaranno per loro sostentatione tutti li beni, et redditi <strong>de</strong>lla Capp.a di santo Andrea construtta nel borgo di Melzo,<br />

cioè per la metà a ciascheduno di loro, quale unione, et applicatione doverà haver luogho quando et per qualsivoglia<br />

modo vacherà <strong>de</strong>tta Cappella, che hora possie<strong>de</strong> Mons.r Sormano Prevosto <strong>de</strong>lla Scala con obligo alli <strong>de</strong>tti Canonici o<br />

Cappellani Chorali d’intervenire in Choro a tutte le hore canoniche, et di sodisfare frati doi all’obligho <strong>de</strong>lla Messa in<br />

tutti li giorni di festa, et doi giorni feriali la settimana, o altro aggior obligo che apparerà dalla fondatione nella <strong>de</strong>tta<br />

chiesa (…) et assegnare liberamente <strong>de</strong>tta chiesa alla scuola <strong>de</strong>i Disciplini, come però sarà riparata dal mo<strong>de</strong>rno<br />

Capp.no secondo le ordinationi <strong>de</strong>lla visita”.<br />

205 Dunque abbiamo anche ritrovato un discen<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Dominus Presbyter Zaninus Machus che secondo il notaio Dossi<br />

o Rossi sarebbe stato il nome <strong>de</strong>l prevosto <strong>de</strong>lla chiesa parrocchiale nel 1025. Si veda la nota n. 145.<br />

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