Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
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Non c’è da stupirsi se un parente di tutti questi <strong>de</strong> Soresina milanesi, che sono certo ricchi oltre che<br />
molto famosi, abbia comperato <strong>de</strong>i terreni a Melzo: non sappiamo però quanti fossero, perchè quella<br />
<strong>de</strong>l transumptus resterà per tre secoli la sola, isolatissima voce che attesti la presenza melzese di un<br />
componente <strong>de</strong>lla famiglia.<br />
Dobbiamo fare un lungo salto fino al censimento melzese <strong>de</strong>l 1530 per trovare un Gottardo da<br />
Soresina fra i 14 possi<strong>de</strong>nti che abitano nel borgo su un totale di 145 focolari, cioè capifamiglia, che<br />
corrispondono a una popolazione di poco superiore ai 500 abitanti 80 . Non c’è alcun modo di sapere<br />
se il Gottardo <strong>de</strong>l 1530 sia un discen<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Fabrizio <strong>de</strong>ll’inizio <strong>de</strong>l Duecento, o se addirittura<br />
avesse ricevuto direttamente i fondi di sua proprietà dagli eredi <strong>de</strong>l primo. Entrambe le ipotesi mi<br />
sembrano però improbabili, la seconda ancor più <strong>de</strong>lla prima, perchè una persistenza tanto lunga e<br />
costante da parte di una famiglia, specialmente quella di un nucleo parentale tanto celebre come in<br />
questo caso, avrebbe dovuto lasciare diverse tracce nella nostra documentazione censuale o notarile,<br />
che invece mancano <strong>de</strong>l tutto. E’ perciò molto più probabile che quel proprietario di nome Gottardo<br />
fosse, semplicemente, un individuo proveniente da Soresina, e non il discen<strong>de</strong>nte di una famiglia<br />
dalla nobiltà tanto antica. Circa i Soresina, perciò, non c’è altro da aggiungere.<br />
Si ricor<strong>de</strong>rà, tra i cognomi <strong>de</strong>i proprietari di fondi melzesi citati nell’atto <strong>de</strong>l presunto notaio<br />
Michele Dossi, quello <strong>de</strong>i Pegiorano, perchè i loro terreni confinavano con quelli conferiti alla<br />
cappellania.<br />
Ho cercato notizie su quei due fratelli che il transumptus chiamava Nigro e Baldoli <strong>de</strong>tti di<br />
Pegiorano, e nei repertori ho trovato due carte <strong>de</strong>l dodicesimo secolo nelle quali il loro cognome è<br />
scritto nel modo corretto.<br />
Il primo documento, che è <strong>de</strong>l 1175, consiste in un contratto d’affitto redatto da Niger, ju<strong>de</strong>x <strong>de</strong><br />
Vineate (Vignate) che annovera fra i fi<strong>de</strong>iussori un melzese che si chiama Lanfranco “<strong>de</strong>tto<br />
Malingenio”. Vi apprendiamo che il possi<strong>de</strong>nte milanese Rigizone <strong>de</strong>tto <strong>de</strong> Pectoirano investe il<br />
massaro Giovanni <strong>de</strong>tto Tenzini, di Melzo, <strong>de</strong>i quattro terreni che possie<strong>de</strong> nel borgo, per un<br />
compenso annuo da consegnarsi per metà a san Lorenzo e per metà a san Martino presso la casa<br />
milanese di Rigizone 81 .<br />
Diciannove anni più tardi, il 27 marzo 1194, possiamo leggere il secondo documento riguardante<br />
Rigizone, il cui cognome stavolta viene scritto <strong>de</strong> Pectorano. Si tratta di una sentenza, nella quale<br />
l’arciprete <strong>de</strong>lla Chiesa <strong>de</strong>i Decumani <strong>de</strong>l Duomo viene condannato a pagare a Rigizone 154 lire,<br />
corrispon<strong>de</strong>nti a quanto gli è ancora dovuto dal prece<strong>de</strong>nte arciprete per l’acquisto <strong>de</strong>l possesso di<br />
Melzo, vale a dire i quattro campi da lui venduti a suo tempo alla chiesa 82 .<br />
A questa ricerca importano ben poco i crediti di Rigizone 83 , ma la vicenda in sè molto banale<br />
narrata da queste due ultime carte ci suggerisce almeno due consi<strong>de</strong>razioni che mi sembrano<br />
interessanti.<br />
80<br />
Si veda la mia Storia di Melzo al vol. II nel capitolo Gli abitanti di Melzo nel Cinquecento.<br />
81<br />
Pergamena di mm. 272/273 x 120/115 con tracce di rigatura a secco. Originale presso ASMi, Religione, Pergamene,<br />
cart. 379, n. 8 [A]. Regesto: Catalogo <strong>de</strong>lle pergamene, vol. III, fasc. 52. L’affitto consiste in dieci staia di frumento,<br />
dieci di segale e due di fave per san Lorenzo, oltre a dieci staia di miglio e dieci di panico per san Martino.<br />
82<br />
Originale presso ASMi, Religione, Pergamene, cart. 379, n 11 [A]. Copia <strong>de</strong>l sec. XVIII presso la Biblioteca<br />
Ambrosiana in <strong>Milano</strong>, Sormani, Diplomatica Mediolanensis, H 101, c. 315. Regesto: G. GIULINI, Memorie, IV, p. 74,<br />
VII, p. 144, e F. SAVIO, Gli antichi vescovi d’Italia dalle origini al Trecento <strong>de</strong>scritti per regioni: <strong>Milano</strong>, p. 548. Il<br />
documento è citato anche in E. CATTANEO, Istituzioni ecclesiastiche Milanesi, in Storia di <strong>Milano</strong>, ed. Treccani, IV,<br />
p. 670, nota 1.<br />
83<br />
Posso aggiungere qui una curiosità sui campi melzesi di Rigizone: c’è una carta molto nota alla documentazione<br />
melzese, perchè è una <strong>de</strong>lle più antiche, nella quale la vedova milanese A<strong>de</strong>leita dona gran parte <strong>de</strong>i propri beni a varie<br />
chiese “per la salvezza <strong>de</strong>lla sua anima”, ma con l’eccezione di “tutte le case e tutte le cose” che possie<strong>de</strong> a Meleso,<br />
cioè a Melzo “omnes casas et res territorias illas, tam proprias quam libellarias, quas habere visa sum in loco et fundo<br />
Meleso et in eius territorio” che vengono donate a “Dominico filio quondam Rigizonis nepoti meo”. Sapendo che si<br />
dava al primogenito il nome <strong>de</strong>l nonno paterno, c’è quasi da scommettere che il milanese Rigizone <strong>de</strong>l 1175 sia il nipote<br />
<strong>de</strong>l nipote <strong>de</strong>lla vedova A<strong>de</strong>leita. Si veda la Cartula donationis <strong>de</strong>l 23 febbraio 1136, domenica, <strong>Milano</strong>, canonica<br />
Sancte Marie. Copia autentica coeva, ASMi, AD, Pergamene, cart. 614, fascicolo 257a, n. 4 [B]. Si veda anche la mia<br />
Storia di Melzo, vol. I.<br />
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