Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
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Fig. 13. Il “Libro”di mastro Martino<br />
Stabilire, invece, se il Martinus <strong>de</strong> Rubeis testimone <strong>de</strong>i miracoli <strong>de</strong>lla Madonna <strong>de</strong>lla Scoladrera<br />
<strong>de</strong>l 1568, il M. Martino di Rossi testimone di nozze ricordato nel Libro <strong>de</strong>i Matrimoni, il M.<br />
Martino di Rossi <strong>de</strong>llo Stato <strong>de</strong>lle Anime e il Martino sindaco di Melzo nel 1573 sono con certezza<br />
la stessa persona può rappresentare per questa indagine un passo importante. La coinci<strong>de</strong>nza tra il<br />
Martino testimone di nozze e il Martino <strong>de</strong>llo Status Animarum di Melzo mi sembra<br />
sufficientemente provata soprattutto riferendoci al nome di battesimo <strong>de</strong>l padre, Alessandro - la cui<br />
attiva presenza a Melzo in quegli anni, lo sappiamo, è attestata da una serie di rogiti notarili - una<br />
conferma che purtroppo manca nel rapporto di padre Vincenzo Lupi. L’ulteriore coinci<strong>de</strong>nza di<br />
questo personaggio con il Martinus <strong>de</strong> Rubeis che compare nel Processus <strong>de</strong>l 1568 e con il sindaco<br />
di sette anni dopo può invece essere ragionevolmente stabilita sia dall’esigua distanza temporale tra<br />
le citazioni, sia dalla circostanza che negli stessi anni non sia mai stato documentato alcun altro<br />
abitante di Melzo con un nome uguale o simile.<br />
Se ammettiamo come provata la coinci<strong>de</strong>nza fra tutti e quattro questi personaggi melzesi,<br />
conclu<strong>de</strong>ndo che stiamo parlando <strong>de</strong>llo stesso individuo, possiamo anche ricavarne la conferma che<br />
stavamo cercando: il sindaco Martinus <strong>de</strong> Rubeis <strong>de</strong>l 1573 e suo padre - i cui nomi italiani nella<br />
seconda metà <strong>de</strong>l Cinquecento suonavano come Alessandro e Martino <strong>de</strong> Rossi - erano<br />
effettivamente i discen<strong>de</strong>nti melzesi <strong>de</strong>i fondatori <strong>de</strong>lla cappellania <strong>de</strong>lla chiesa di Sant’Andrea, i <strong>de</strong><br />
Rubeis <strong>de</strong>l transumpus. Una responsabilità ed un onore che, nel primo Seicento, erano passati a<br />
Georgius (<strong>de</strong>) Rubeis, probabilmente il loro discen<strong>de</strong>nte diretto. Il 16 febbraio 1605 Margherita da<br />
Ello, figlia di Erasmo, sposa Francesco Lampergo, figlio di Evangelista. Celebrante il prevosto<br />
melzese Giovanni Maria Massi, testimoni il maestro Salimbene e mastro Giorgio Rossi, cioè<br />
Georgius <strong>de</strong> Rubeis, il nipote di Martino 170 . Non sapremo mai se si trattò di una eccezione o di<br />
un’abitudine; se, cioè, questo Giorgio conoscesse bene gli sposi oppure avesse ereditato la stessa<br />
passione a testimoniare nei matrimoni che aveva già contagiato suo nonno; ma annotiamo, e mi<br />
sembra importante, che i rapporti fra i discen<strong>de</strong>nti <strong>de</strong>i fondatori <strong>de</strong>lla cappellania sono ancora tanto<br />
buoni da condurli a sposarsi tra loro.<br />
170 APMe, Anagrafe, Registro <strong>de</strong>i Matrimoni, Tomo I, 1573-1635, f. 66 verso. Devo questa segnalazione a Lino Ladini.<br />
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