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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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Sant’Andrea da quella, altrettanto se non più nota, che nella fase iniziale <strong>de</strong>l Duecento aveva già<br />

espresso i primi consoli comunali 180 , queste differenze erano <strong>de</strong>l tutto sconosciute ai milanesi, che<br />

chiamavano “da Melzo” tutti i nostri immigrati. Ne <strong>de</strong>riva che in quel breve volgere di anni che va<br />

dalla conclusione <strong>de</strong>l Trecento al principio <strong>de</strong>l Quattrocento, a <strong>Milano</strong> risiedono due importanti<br />

famiglie di provenienza melzese, tra le quali quella <strong>de</strong>i Lampergo diventa più rapidamente famosa<br />

anche nel capoluogo, che “si chiamano” entrambe “da Melzo”, e poi Melzi.<br />

Solo molto più tardi, quando anche gli ex-Malingegno melzesi faranno carriera, cioè quando anche<br />

questi mercanti “Melzi” incominceranno a farsi conoscere e riconoscere nella città di <strong>Milano</strong>,<br />

lentamente rispunterà fuori il loro vero cognome, lo stesso, peraltro, che firmando documenti e<br />

contratti gli interessati non avevano mai abbandonato 181 , fino a quando, nei secoli successivi, gli<br />

studiosi <strong>de</strong>lle genealogie nobiliari incominceranno ad accorgersi <strong>de</strong>lla confusione che si era creata<br />

ed a cercare di porvi rimedio, ma con uno stratagemma che ho sempre giudicato sbagliato, o<br />

comunque inutilmente complicato: quello di chiamare “Melzi Malingegni” la seconda famiglia, con<br />

il risultato di creare nuovi equivoci <strong>de</strong>l tutto inutili 182 . Questa confusione di “cognomi”, provocata<br />

da un’abitudine che a quei tempi era diffusa dovunque - come tutti i documenti medievali<br />

regolarmente attestano - <strong>de</strong>ve essere naturalmente accaduta anche nel caso <strong>de</strong>lle famiglie chiamate<br />

“da Ello” che verso la fine <strong>de</strong>l dodicesimo secolo si erano sparse in diverse località <strong>de</strong>l milanese<br />

oltre che nel capoluogo.<br />

Gli abitanti di Dello, un piccolo comune in provincia di Brescia, hanno lasciato tracce nelle carte<br />

medievali grazie ai contratti riguardanti alcuni <strong>de</strong>i loro antenati, spesso stipulati con abati <strong>de</strong>l<br />

monastero bresciano <strong>de</strong>i santi Cosma e Damiano e i<strong>de</strong>ntificati spesso come “da Ello”. I cognomi<br />

Ello ed Elli, molto diffusi anche ai nostri giorni, però sono <strong>de</strong>finiti dagli esperti come tipici <strong>de</strong>lla<br />

provincia milanese ed anche <strong>de</strong>lla zona compresa fra Carugo e Mariano Comense perché <strong>de</strong>rivano<br />

quasi tutti, con ogni probabilità, proprio dal toponimo Ello, in provincia di Lecco. Occorre<br />

domandarsi, anzitutto, perché tanti abitanti di quella piccola terra <strong>de</strong>l lecchese avessero <strong>de</strong>ciso di<br />

trasferirsi nei dintorni di <strong>Milano</strong>. Non conosco carte che possano indicarci una riposta chiara ed<br />

inconfutabile, ma la conoscenza <strong>de</strong>lla storia di Melzo ne suggerisce anzitutto una, che ritengo<br />

probabile. Ello non è molto lontano da Pasturo, da Ballabio e dalle altre località <strong>de</strong>lla Valsassina,<br />

valle che si collega al ramo lecchese <strong>de</strong>l Lago di Como grazie a due sbocchi, verso Lecco e verso<br />

Bellano. La Valsassina è celebre per le sue grotte a temperatura costante che consentono di ottenere<br />

la stagionatura naturale <strong>de</strong>i formaggi, e dove per tradizione secolare si conservano i taleggi. La<br />

180 La prima carta nella quale Melzo venga <strong>de</strong>finita “borgo” è un contratto rogato a Melzo il 15 luglio 1219 dal notaio<br />

Pietro <strong>de</strong>tto Antilio nel quale si legge: “col concorso di Rucino Malingegno, console <strong>de</strong>l comune di Melzo”. Il notaio<br />

scrive a conclusione <strong>de</strong>ll’atto: “in burgo Melzo, in praedicta terra, Io Petrus <strong>de</strong> Spino, qui dicor <strong>de</strong> Antilia <strong>de</strong> burgo<br />

Melzo”. Si vedano MARIA FRANCA BARONI, Gli Atti <strong>de</strong>l Comune di <strong>Milano</strong> nel Secolo XIII (1217-1250), <strong>Milano</strong>,<br />

1976, doc. n. XLIII, 1219 luglio 15, Melzo, pp. 65-66. Originale in ASMi, Religione, Pergamene, <strong>Milano</strong>, S. Donnino<br />

alla Mazza, cart. 395. Il testo completo è trascritto nella sezione Documenti in appendice al primo volume <strong>de</strong>lla mia<br />

“Storia di Melzo…”, cit.<br />

181 Notizie riguardanti un mercante melzese di nome Malingegno si trovano in un documento <strong>de</strong>l 5 luglio 1464 in<br />

ASMi, Commercio, cart. 65. Molto prima di allora, in anni piuttosto vicini a quelli <strong>de</strong>lla fondazione <strong>de</strong>lla cappellania di<br />

Sant’Andrea, una famiglia Malingegno risie<strong>de</strong>va a Rossate, nei pressi <strong>de</strong>l santuario <strong>de</strong>dicato a San Biagio. Si vedano i<br />

documenti ricordati da Giovanni Battista Sannazzaro in La chiesa bramantesta di San Biagio a Rossate, in Storia in<br />

Martesana - Rassegna on-line di storia locale, 3, Melzo, 2010.<br />

Numerose carte <strong>de</strong>l Quattrocento dimostrano, in ogni caso, che nonostante la gran<strong>de</strong> fortuna milanese <strong>de</strong>lla famiglia,<br />

altri suoi esponenti continuavano ad abitare nel borgo di Melzo: in una grida <strong>de</strong>lla Repubblica Ambrosiana <strong>de</strong>l 3<br />

maggio 1449, ad esempio, sono elencati dodici individui provenienti da Melzo e rappresentanti di quella comunità. Tra<br />

essi - insieme al notaio Genesius <strong>de</strong> Ello, ci sono ben tre <strong>de</strong> Mallingeniis, un Antonius, un Christoforus e un Marchus.<br />

Altre carte sulla famiglia “milanese” <strong>de</strong>i mercanti Malingegno, relative ai mesi di luglio-agosto 1483 sono in ASMi,<br />

Commercio, cart. 158.<br />

182 Si veda “Il libro <strong>de</strong>lla nobiltà lombarda”, <strong>Milano</strong>, 1979, vol. II, p. 113, alle voci “Melzi” e “Melzi d’Eril”. Una<br />

curiosità: anche Damiano Muoni, che non a caso risie<strong>de</strong>va a <strong>Milano</strong>, ha fatto confusione tra vecchi e nuovi cognomi.<br />

Nel suo libro (op. cit., nota a p. 124) infatti ha scritto a questo proposito: “Non si è certi se il nome <strong>de</strong>l suo casato fosse<br />

quello di Malingegni appartenente ad un’altra famiglia Melzi di <strong>Milano</strong>” (il corsivo è mio).<br />

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