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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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valle, da sempre una sorta di porta orientale per il mercato lecchese, si avvale anche <strong>de</strong>ll’eccellente<br />

qualità <strong>de</strong>i suoi pascoli, meta <strong>de</strong>lle bergamine, le mandrie che vi soggiornano durante la stagione<br />

estiva. Proprio dalla Valsassina trova origine la storia <strong>de</strong>lla mo<strong>de</strong>rna industria casearia di Melzo.<br />

Davi<strong>de</strong> Galbani, il padre di Egidio, abitava a Ballabio Inferiore, ed i suoi genitori provenivano da<br />

Baiedo, un piccolo paese poco distante, ma originaria <strong>de</strong>lla stessa valle era anche un’altra famiglia<br />

<strong>de</strong>stinata ad avere un successo quasi altrettanto gran<strong>de</strong>, gli Invernizzi, che in principio erano<br />

malghesi, proprietari terrieri e bergamini di Pasturo. E proprio il cognome Invernizzi era il più<br />

diffuso nella Valsassina, indicando con ogni probabilità la caratteristica principale <strong>de</strong>l loro mestiere,<br />

visto che in dialetto venivano chiamati “i vernizz”, gli invernali, i montanari che al principio di ogni<br />

inverno giungevano nei paesi <strong>de</strong>lla pianura.<br />

Qui trovavano i luoghi migliori dove svernare, grazie alla natura <strong>de</strong>i terreni, alla qualità <strong>de</strong>l foraggio<br />

ed alle particolari condizioni atmosferiche, proprio quelle caratteristiche che il console di Melzo<br />

Gerolamo <strong>Villa</strong> indicava nel 1690 come principale fonte di calamità per la salute <strong>de</strong>lla nostra<br />

popolazione, ma che sono all’origine <strong>de</strong>lla qualità particolare <strong>de</strong>i suoi formaggi e che a partire<br />

dall’Ottocento saranno alla base <strong>de</strong>lla gran<strong>de</strong> prosperità <strong>de</strong>lla sua industria. L’inizio <strong>de</strong>lla<br />

produzione casearia nel nostro territorio nascerà proprio dall’abbondanza di latte portata da questa<br />

migrazione annuale. Le origini <strong>de</strong>lla transumanza però risalgono ad epoche molto antiche, quando il<br />

mo<strong>de</strong>rno paesaggio lombardo era ancora profondamente diverso da come lo conosciamo oggi, ma i<br />

pastori <strong>de</strong>lle valli conducevano già le loro mandrie, finita l’estate, a svernare nella zona di Melzo e<br />

di Gorgonzola, una pratica che si ripeterà, immutabile, per molti secoli.<br />

Troviamo notizie documentali più precise sui malghesi verso il quattordicesimo secolo, quando nei<br />

villaggi <strong>de</strong>lla nostra pianura, ancora circondati da vaste porzioni d’incolto ma già racchiusi <strong>de</strong>ntro<br />

un alto fossato e impegnati nell’opera di bonifica e di irrigazione <strong>de</strong>i terreni circostanti, gli abitanti<br />

cercavano di ospitare in qualche modo questi pastori, che portavano loro, con le proprie bestie, la<br />

preziosa risorsa <strong>de</strong>l latte fresco. Un interessato <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio d’ospitalità che si presentava tutt’altro che<br />

facile. “Per i “pergamaschi” e per le loro bestie non c’era posto nel villaggio: di solito perciò si<br />

accampavano al di fuori, ai suoi margini, spesso addirittura in mezzo ai prati o ai pascoli naturali, o<br />

in casoni di paglia e fango realizzati appositamente per loro, molto simili a quelle domus ovium o a<br />

quelle malghe che già nel primo Duecento venivano provvisoriamente costruite per i pastori e le<br />

loro greggi nel fitto <strong>de</strong>i boschi e negli incolti”. “Trattenere il più a lungo possibile le bestie<br />

forestiere, il bestiame transumante nelle nostre possessioni, costituiva un indubbio vantaggio<br />

economico e metteva a disposizione maggiori quantità di concime” 183 .<br />

Fin dal basso medioevo, perciò, l’arrivo <strong>de</strong>i bergamini “in settembre e nei primi giorni di ottobre”<br />

rappresentava un appuntamento gradito ed atteso per le nostre popolazioni, quando la pianura<br />

diventava “la prima tappa per chi, scen<strong>de</strong>ndo dalle Alpi, stretto dalla necessità di abbandonarle per<br />

cercare nelle cascine <strong>de</strong>lla pianura 184 ricovero e pascolo per sé e per la sua mandria durante<br />

l’inverno” per cui “s’incammina nella bassa Lombardia” e “fatti circa trenta chilometri, trova in<br />

Gorgonzola e suoi dintorni i primi pascoli e da tempo immemorabile suole colà far sosta” 185 .<br />

183<br />

LUISA CHIAPPA MAURI, L’Agricoltura <strong>de</strong>lla bassa milanese, in Terra e uomini nella Lombardia medievale, Bari,<br />

1997, pp. 717-718.<br />

184<br />

A partire dal Cinquecento le cassine rappresenteranno la progressiva trasformazione <strong>de</strong>gli edifici rurali più antichi,<br />

quando anche la produzione, divenuta intensiva, di fieno, di erba medica e di lupinello nelle marcite contribuirà alla<br />

nascita di un’industria <strong>de</strong>i latticini, ma richie<strong>de</strong>rà “investimenti per nuove costruzioni coloniche attrezzate per<br />

l’allevamento in stalla”. Le cascine saranno, di conseguenza, anche il modo più adatto per offrire ai malghesi un<br />

ricovero finalmente più confortevole e per approfittare più a lungo <strong>de</strong>lla permanenza nelle nostre campagne <strong>de</strong>l loro<br />

bestiame. Si legga GIORGIO GORLA in AA.VV., Dieci secoli di storia <strong>de</strong>i nostri paesi, ed. Settimo Giorno, anno 20,<br />

n.1, Monza, 2000, p. 57.<br />

185<br />

NATALE MASSARA, Cenni sulla storia, fabbricazione e commercio <strong>de</strong>llo Stracchino di Gorgonzola, <strong>Milano</strong>,<br />

1866. Si suppone che il gorgonzola, sotto il nome di “Stracchino”, sia stato prodotto tra il IX e il XII secolo, un´epoca<br />

in cui la pianura a Sud di <strong>Milano</strong> si presentava già popolata e in grado di sostenere la produzione di una quantità di<br />

formaggi a<strong>de</strong>guata al consumo <strong>de</strong>lla città. Il suo metodo di fabbricazione è più semplice rispetto a quello <strong>de</strong>l “grana” e<br />

perciò secondo logica la sua fabbricazione dovrebbe essere prece<strong>de</strong>nte rispetto all’altro formaggio, le cui prime notizie<br />

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