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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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nella vita economica e nella comunità sociale e religiosa <strong>de</strong>l lucus et fundus di Melzo che, più o<br />

meno nello stesso periodo, incominciava ad essere chiamato borgo? 3<br />

Perché proprio queste famiglie e non altre - per esempio i Rozza, che già nel primo Trecento<br />

melzese si potevano già consi<strong>de</strong>rare molto più ricchi e influenti di tutti gli altri - avevano sentito la<br />

necessità o intuito i vantaggi fiscali <strong>de</strong>lla fondazione <strong>de</strong>lla cappellania?<br />

Soprattutto: chi erano davvero, da dove venivano la maggior parte <strong>de</strong>i fondatori, visto che fino ad<br />

oggi abbiamo continuato a leggere e ripetere quei sei cognomi elencati nell’atto, ma conoscendone<br />

davvero, o pensando di conoscerne, non più di due?<br />

Ed infine: per quanto tempo, nei secoli successivi, era proseguita questa influenza, e dov’erano<br />

finite le altre quattro sconosciute o semisconosciute famiglie, tutte più o meno rapidamente<br />

scomparse dalla storia di Melzo <strong>de</strong>i secoli successivi?<br />

Sfortunatamente tutti gli studi esistenti sulla storia di Sant’Andrea hanno sempre scelto di<br />

concentrare la propria attenzione soprattutto sul breve periodo che va dalla fine <strong>de</strong>l Quattrocento<br />

agli ultimi anni <strong>de</strong>l Cinquecento, lo stesso periodo che prima ha visto gli amori <strong>de</strong>lla Contessa di<br />

Melzo Lucia Marliani col Duca di <strong>Milano</strong> e poi ha segnato la fase di maggiore fortuna artistica<br />

<strong>de</strong>ll’edificio sacro 4 , ma non accontentano la nostra curiosità circa le vicen<strong>de</strong> di una chiesa che era<br />

stata fondata quasi tre secoli prima, e <strong>de</strong>lla quale ancora nel 1573, al tempo <strong>de</strong>lla visita pastorale<br />

<strong>de</strong>ll’arcivescovo Carlo Borromeo a Melzo, si sapeva ben poco.<br />

Di più. Partendo dalla lettura spesso superficiale di un documento <strong>de</strong>l 1345 <strong>de</strong>l quale dovremo<br />

parlare a lungo, un documento che attesta la fondazione <strong>de</strong>lla cappellania nella piccola chiesa<br />

privata melzese ma che io ritengo senza dubbio falso, si è ricordato e trascritto più volte l’elenco<br />

<strong>de</strong>lle “sei” ricche famiglie - abitanti a Melzo o nei suoi dintorni - che rappresenta il titolo di questo<br />

studio, e alle quali si ritiene di poter attribuire senz’altro l’iniziativa di quella fondazione.<br />

Ma sappiamo anche che Sant’Andrea riuscì a conservare la sua caratteristica di chiesa privata per<br />

un periodo davvero lunghissimo, all’incirca lungo quattro secoli, senza che nessuno, ancora oggi,<br />

abbia avuto la curiosità di scoprire non solo che fine avessero fatto, nel frattempo, i discen<strong>de</strong>nti di<br />

quelle famiglie antiche e quali legami avessero mantenuto vivi con il borgo di Melzo, ma<br />

soprattutto per rispon<strong>de</strong>re alla domanda più immediata e più semplice: perché mai, nonostante<br />

l’intero mondo fosse completamente cambiato e nonostante le varie e tumultuose vicissitudini<br />

certamente occorse ai loro discen<strong>de</strong>nti nei quattrocento anni successivi, la gran parte di quelle sei<br />

famiglie avesse tenacemente conservato tanto a lungo i propri diritti di proprietà su quella piccola<br />

chiesa melzese che in quel lungo periodo, sempre più abbandonata a se stessa, andava lentamente,<br />

ed inesorabilmente, in rovina.<br />

Queste due doman<strong>de</strong> saranno, perciò, il punto di partenza di questo lavoro.<br />

1. QUESTIONI PRELIMINARI<br />

Qualunque ricerca locale sul dodicesimo e tredicesimo secolo, nella generale scarsità <strong>de</strong>lle carte che<br />

di solito rappresenta la difficoltà principale, <strong>de</strong>ve fare i conti anzitutto con una serie quasi infinita di<br />

questioni nominative e <strong>de</strong>nominative.<br />

Facciamo un solo esempio, in sé facile e quasi banale.<br />

3 Ricordo che il più antico atto pubblico che <strong>de</strong>finisca Melzo come “borgo” è un contratto di vendita datato 15 luglio<br />

1219, e il notaio che lo compila, un certo Petrus <strong>de</strong> Spino, qui dicor <strong>de</strong> Antilia <strong>de</strong> burgo Melzo, vi menziona la presenza<br />

di “Rucino Malingegno, console <strong>de</strong>l comune <strong>de</strong>l borgo di Melzo”. L’atto è trascritto nel mio libro nella sezione<br />

Documenti in appendice al primo volume.<br />

4 Mi riferisco soprattutto al volume Chiesa di Sant’Andrea - Melzo: Storia, Arte, Ricerche e Misteri Leonar<strong>de</strong>schi,<br />

Associazione Amici di Sant’Andrea, Gorgonzola, 2005, che possiamo ritenere una sistemazione <strong>de</strong>finitiva <strong>de</strong>lle<br />

comunicazioni e <strong>de</strong>gli studi prece<strong>de</strong>nti, e contiene l’accurato saggio di Giulio Nespoli e Davi<strong>de</strong> Re, “Vicen<strong>de</strong> storiche<br />

dalle origini ai giorni nostri”.<br />

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