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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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Più avanti, in questo studio, proverò a formulare un’ipotesi capace di rispon<strong>de</strong>re a questo quesito,<br />

che in questa fase iniziale <strong>de</strong>lla nostra riflessione dobbiamo lasciare in sospeso.<br />

Fino a quel momento, nel corso <strong>de</strong>lla mia esposizione scriverò sempre “sei” famiglie col numero sei<br />

compreso fra due virgolette, almeno fino a quando la presenza di questo Marchesius da Ello<br />

acquisterà un senso, o almeno spero.<br />

Per fortuna, però, la curiosità di ren<strong>de</strong>re, finalmente, un poco più comprensibili quelle due strane<br />

frasi <strong>de</strong>l transumptus mi aveva convinto ad incominciare a cercare, iniziando un capitolo di quella<br />

ricerca sulla classe dominante melzese nel medioevo che non avevo mai scritto.<br />

2. GLI ASSENTI ECCELLENTI<br />

Iniziare questa ricerca provando ad interrogarsi circa le famiglie melzesi che non vengono mai<br />

nominate dal transumptus, perché non parteciparono all’istituzione <strong>de</strong>lla cappellania di<br />

Sant’Andrea, anziché occuparsi subito di quelle che la fondarono, può sembrare un tipo di<br />

approccio strano oppure cervellotico, ma secondo me è necessario.<br />

Siccome il transumptus è un falso, non sappiamo con assoluta certezza quando la cappellania di<br />

Sant’Andrea fu davvero istituita.<br />

Siamo in grado però, grazie a consi<strong>de</strong>razioni di puro buon senso che poggiano sulla conoscenza<br />

<strong>de</strong>lla documentazione melzese esistente, di <strong>de</strong>limitare questa data con discreta approssimazione,<br />

visto che appare molto improbabile una fondazione <strong>de</strong>lla cappellania prece<strong>de</strong>nte all’inizio <strong>de</strong>l<br />

tredicesimo secolo e posteriore alla metà <strong>de</strong>l secolo. Tra questi due estremi, ancora piuttosto<br />

distanti, sono incline a consi<strong>de</strong>rare meno probabile l’eventualità di collocarla nella prima metà di<br />

questo intervallo. Se dovessi rispon<strong>de</strong>re a questa domanda con una pistola alla tempia, insomma,<br />

direi che gli anni compresi fra il 1210 e il 1230-35, e ancor più in <strong>de</strong>ttaglio l’intervallo 1220-25, mi<br />

sembrano quelli che presentano minori contraddizioni rispetto alle altre carte melzesi che ci sono<br />

note 16 .<br />

L’iniziativa di cui ci occupiamo nasce perciò in un periodo storico e sociale molto circostanziato, il<br />

compimento <strong>de</strong>l primo quarto <strong>de</strong>l tredicesimo secolo o il principio <strong>de</strong>l secondo quarto, circa il quale<br />

fino ad oggi per quanto riguarda Melzo conosciamo davvero poco, molto meno di quanto sarebbe<br />

necessario per <strong>de</strong>lineare con precisione maggiore il quadro sociale ed economico melzese entro il<br />

16 Queste affermazioni richiedono una serie di spiegazioni e di precisazioni. La prima, sulla base di quanto ho già<br />

scritto, è piuttosto semplice. Le carte che conosciamo <strong>de</strong>l primo Duecento melzese dimostrano a sufficienza che le “sei”<br />

famiglie fondatrici <strong>de</strong>lla cappellania erano già diventate ricche entro la prima metà di quel secolo, ma siccome prima di<br />

quel periodo non ne troveremmo alcuna traccia documentale, come dirò meglio nel corso di questo studio, dobbiamo<br />

pensare che le loro fortune fossero in genere piuttosto recenti. La <strong>de</strong>cisione di partecipare prima alla costruzione <strong>de</strong>lla<br />

chesa di Sant’Andrea e poi alla fondazione <strong>de</strong>lla sua cappellania, perciò, non potrebbe appartenere ad un epoca nella<br />

quale la maggior parte di questi nuclei parentali non era ancora abbastanza facoltosa da giustificare simile impresa. Per<br />

questo è molto diffcile che chesa e cappellania risalgano a un anno prece<strong>de</strong>nte il 1200.<br />

Quanto al limite temporale successivo - il 1230-35 - mi sembra piuttosto logico: se la finalità <strong>de</strong>lla istituzione <strong>de</strong>lla<br />

cappellania era quella di evitare di pagare le tasse, è <strong>de</strong>l tutto probabile che la stessa sia stata fondata prima <strong>de</strong>i<br />

provvedimenti fiscali di Napo Torriani, che l’avrebbero resa comunque più difficile, frutto <strong>de</strong>l prevalere a <strong>Milano</strong> di<br />

quella fazione popolare che, molto probabilmente, preoccupava anche le famiglie melzesi più ricche.<br />

La mia seconda affermazione rappresenta, come si capisce, una semplice illazione, perciò non è fondata storicamente,<br />

ma si basa, per quanto può valere, su una sensazione, che chiamare intuizione mi pare eccessivo.<br />

Se nel 1345 qualcuno incaricasse un notaio amico di redigere, probabilmente in gran fretta, un transumptus capace di<br />

dimostrare che la cappellania è stata fondata in un anno qualunque molto prece<strong>de</strong>nte a quello vero, è probabile che quel<br />

notaio risolverebbe il problema nel modo più semplice ed automatico: che, cioè, facesse diventare “1025” il presunto<br />

anno di fondazione anzichè 1205 o 1225 - invertendo i numeri <strong>de</strong>lla data di fondazione oppure sottraendole 200 anni<br />

esatti, ma partendo, sempre, da un dato di realtà.<br />

Gli anni 1220-25 mi sembrano costituire, infine, l’intervallo di tempo minimo per pensare che alcune famiglie giunte a<br />

Melzo due o tre generazioni prima, verso gli anni 1160-80 o comunque nella fase finale <strong>de</strong>l secolo prece<strong>de</strong>nte, avessero<br />

potuto raggiungere la ricchezza sufficiente per giustificare la propria iniziativa ed anche maturare le preoccupazioni<br />

fiscali che l’avevano motivata.<br />

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