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volume - Centro Documentazione Luserna

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6<br />

Paolo Zammatteo<br />

va valore strategico: i “cimbri” nascevano non con l’intenzione di valorizzare<br />

un elemento etnico o linguistico, bensì per esigenze militari, che in quanto tali<br />

dovevano rimanere segrete.<br />

Nei secoli successivi la cosa non emerse, e quella forte connotazione dialettale<br />

venne a scemare, tranne a <strong>Luserna</strong>, che intanto si trovò isolata rispetto alle<br />

vie di traffico.<br />

La questione riemerse in toni asperrimi nel XIX secolo, dopo l’annessione<br />

del Lombardo-Veneto all’Italia. <strong>Luserna</strong>, posta sul confine e ultima frontiera di<br />

una lingua nazionale, si ritrovò il blasone di “isola etnica”. In epoca risorgimentale<br />

la strumentalizzazione fu atroce, tanto che vi furono una scuola italiana e<br />

una tedesca, un albergo “Andreas Hofer” e uno “Tricolore”. Il paese, che allo<br />

scoppio della prima guerra mondiale si trovò giusto in mezzo alla linea del fuoco<br />

per essere fatto a pezzi, non era più in sintonia con le sue origini. I poveri<br />

lusernesi, non bastasse questo, al loro ritorno dovettero fare i conti con<br />

vent’anni di italianizzazione forzata.<br />

Arch. Paolo Zammatteo<br />

Trento<br />

E-Mail: pzammat@tin.it

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