volume - Centro Documentazione Luserna
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Paolo Zammatteo<br />
va valore strategico: i “cimbri” nascevano non con l’intenzione di valorizzare<br />
un elemento etnico o linguistico, bensì per esigenze militari, che in quanto tali<br />
dovevano rimanere segrete.<br />
Nei secoli successivi la cosa non emerse, e quella forte connotazione dialettale<br />
venne a scemare, tranne a <strong>Luserna</strong>, che intanto si trovò isolata rispetto alle<br />
vie di traffico.<br />
La questione riemerse in toni asperrimi nel XIX secolo, dopo l’annessione<br />
del Lombardo-Veneto all’Italia. <strong>Luserna</strong>, posta sul confine e ultima frontiera di<br />
una lingua nazionale, si ritrovò il blasone di “isola etnica”. In epoca risorgimentale<br />
la strumentalizzazione fu atroce, tanto che vi furono una scuola italiana e<br />
una tedesca, un albergo “Andreas Hofer” e uno “Tricolore”. Il paese, che allo<br />
scoppio della prima guerra mondiale si trovò giusto in mezzo alla linea del fuoco<br />
per essere fatto a pezzi, non era più in sintonia con le sue origini. I poveri<br />
lusernesi, non bastasse questo, al loro ritorno dovettero fare i conti con<br />
vent’anni di italianizzazione forzata.<br />
Arch. Paolo Zammatteo<br />
Trento<br />
E-Mail: pzammat@tin.it