volume - Centro Documentazione Luserna
volume - Centro Documentazione Luserna
volume - Centro Documentazione Luserna
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
L’architettura di <strong>Luserna</strong> dalle origini al 1800 67<br />
bronzo, proveniva di certo dalle pendici, che fronteggiano la Valsugana: e la<br />
presenza di macine ed incudini per il processo di frantumazione del minerale<br />
precedente al suo arrostimento è stata scoperta proprio nei pressi del valico fra<br />
la Valle di Sella e Vezzena nel corso dell’ultima campagna di survey di agosto<br />
2004.<br />
Questo fatto prova con certezza che parte del rame, che veniva condotto<br />
sulle quote fra Trento e Vicenza almeno dodici secoli prima della fondazione<br />
delle due città, era estratto sul versante settentrionale del Monte Mandriolo.<br />
La questione assume particolare importanza, quando la si lega alla vocazione<br />
dei luoghi. Milleduecento anni prima di Cristo dalla Valle di Sella si scavava<br />
minerale metallifero e quella presenza di metallurghi aveva bisogno di una economia<br />
di supporto legata sì alla caccia, ma anche se non soprattutto al pascolo.<br />
Un pascolo transumante, la cui prerogativa era lo sfruttamento estivo, in una<br />
lunga tradizione di spostamenti di greggi fra le alpi ed il mare.<br />
Altino e i mercati romani giunsero molto più tardi a suggellarne l’efficacia<br />
nell’immutabile scansione stagionale della pastorizia.<br />
Tutto questo non fa che confermare la presenza da tempo immemorabile<br />
della via del Manazzo attraverso i luoghi segnati molto più tardi<br />
dall’insediamento antico di Castelnuovo, Santa Margherita, Spagolle.<br />
Se poi si aggiungono i dettagli della scoperta di un pugnale dell’età del bronzo<br />
sul Monte Civerone (BELLINTANI s.d.) e di vari altri reperti risalenti alla<br />
cultura di Haltstatt, dei quali Franco Marzatico può affermare con certezza<br />
“un’ampia continuità dalla fine del VII agli inizi del V secolo avanti Cristo”, risulta<br />
del tutto chiara una fruizione estremamente radicata – se non costante –<br />
del “passaggio di Santa Margherita” (LANZINGER et alii 2001, p. 456).<br />
Il medesimo legame, ben precedente alla nascita dei villaggi di Caldonazzo e<br />
Calceranica, forse vincola gli Altipiani trentini alla zona che sta fra le foci del<br />
torrente Centa e del Mandola, dove si colloca un importante sistema di giacimenti<br />
all’interno del territorio fra Caldonazzo e Calceranica (PASSARDI,<br />
ZAMMATTEO 2004). E anche qui è possibile localizzare un’area interessante,<br />
in quanto reca segni di scavo a rapina del tutto analoghi a quelli riscontrati alla<br />
Foresta Paroletti sul versante di Vetriolo in un impianto certamente destinato<br />
alla coltivazione preistorica dei minerali rameici (ZAMMATTEO 2000): inoltre<br />
c’è memoria di un forno fusorio rinvenuto alla metà del Novecento esattamente<br />
in quel sito.<br />
E non a caso, probabilmente, la località nel passato veniva chiamata Andreole,<br />
un toponimo di chiara influenza veneta, unico nel suo genere nel panorama<br />
trentino (che piuttosto utilizza termini di importazione tedesca per le miniere<br />
medievali) e che in genere indicava piccole grotte artificiali, limitati lavori<br />
di miniera.