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volume - Centro Documentazione Luserna

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Gian Maria Varanini – Edoardo Demo<br />

effettivamente viaggia a cavallo e non porta con sé un animale destinato al trasporto<br />

di mercanzie. È di maggiore interesse l’indicazione della porta (o del<br />

ponte) di entrata, dalla quale si può dedurre la direzione dalla quale i viandanti<br />

provengono, anche incrociando questo dato con la località d’origine. Si transita<br />

dunque «per portam Sante Crucis», la porta meridionale della città; «per pontem»,<br />

cioè per il ponte sull’Adige, e ancora «per Aquilam» e «per portam Santi<br />

Martini». La tariffa è differenziata, per motivi imprecisati, anche a seconda delle<br />

località di residenza o provenienza, con un importo lievemente minore per<br />

bergamaschi e bresciani che vengono a piedi rispetto ai veronesi e vicentini.<br />

Naturalmente non mancano le esenzioni, di solito legate al possesso di un lasciapassare<br />

rilasciato dall’autorità territoriale di provenienza ovvero dallo stesso<br />

principe vescovo di Trento. Interessanti infine, per la storia della città, anche le<br />

menzioni della destinazione all’interno dello spazio urbano (si tratti di un hospicium,<br />

come più spesso accade, o di una casa privata). Ma ai fini della presente<br />

indagine, il dato più significativo è quello dell’origine e della provenienza geografica,<br />

sulla base del quale si può stimare molto grossolanamente la consistenza<br />

dei flussi di movimento, che nell’arco dell’anno presentano concentrazioni<br />

notevoli in coincidenza sia con le fiere di Bolzano (mezza Quaresima, san Bartolomeo,<br />

sant’Andrea), sia con qualche altra ricorrenza (ad esempio, in aprile, il<br />

pellegrinaggio a S. Gottardo di Mezzocorona).<br />

Come accennato all’inizio (cfr. nota bibliografica), questa massa ingente di<br />

documentazione è attualmente oggetto di trascrizione e di studio da parte del<br />

dott. Edoardo Demo e dello scrivente. Dato lo stadio ancora iniziale della ricerca,<br />

le osservazioni sulla mobilità di uomini e di merci fra Trento e Vicenza<br />

che saranno svolte in seguito sono da considerare provvisorie e indicative.<br />

Qualche indicazione tuttavia se ne può trarre, a partire da una prima (e preliminare,<br />

ma decisiva) constatazione. Il movimento che interessa le montagne fra<br />

la Val d’Adige e il Vicentino non è che un aspetto secondario del formidabile<br />

fenomeno di mobilità che interessa tutto il versante meridionale delle Alpi e<br />

delle Prealpi nel settore trentino. Ovviamente il primo posto spetta ruolo preminente<br />

degli itinerari (anche stradali) dell’asta atesina, con la conseguente cospicua<br />

presenza dei veronesi: non di rado si tratta di famiglie patrizie anche di<br />

alto profilo, tuttora attive nel commercio (e basterà menzionaere accanto ai lagarini<br />

veronesizzati Manueli di Ala e Del Bene i Maffei, gli Sparavieri, i Dionisi,<br />

i Boldieri, gli Auricalco, i Guarienti, gli Spolverini). I dati desumibili dal registro<br />

di bollette trentino confermano poi il peso ormai noto, ma davvero formidabile<br />

e difficile da sottovalutare, dei traffici fra la Lombardia e il territorio trentino,<br />

e la posizione notevolissima dei lombardi nell’economia commerciale delle Alpi<br />

orientali. I protagonisti sono in primo luogo i bergamaschi (da Lovere e da<br />

Gandino, ma anche dalle altre vallate prealpine): per giungere a Trento, essi seguono<br />

l’itinerario del Tonale, ma anche – non raramente – quello delle Giudi-

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