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volume - Centro Documentazione Luserna

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ATTRAVERSO LE PREALPI, DAL TERRITORIO VICENTINO<br />

A TRENTO<br />

(DA UN REGISTRO DI BOLLETTE DEL 1469-74)<br />

Gian Maria Varanini – Edoardo Demo<br />

1. Con effetto combinato e convergente, due circostanze hanno a lungo<br />

limitato lo sviluppo delle ricerche di storia economica e sociale nel territorio<br />

trentino medievale e lo condizionano pesantemente tutt’ora.<br />

Il primo condizionamento, non eliminabile, è costituito dalle fonti documentarie.<br />

Anche per il periodo successivo all’inoltrato secolo XII, quando<br />

l’archivio del principato vescovile prende consistenza, si tratta infatti di fonti<br />

solo molto parzialmente suscettibili di utilizzazione in prospettiva economicosociale.<br />

Per giunta, il principato vescovile ha una disuguale e debole proiezione<br />

sul territorio (alta ad esempio in Val di Non e anche nelle Giudicarie e in Vallagarina,<br />

ove si viene costituendo fra XII e XIII secolo un minimo di ‘burocrazia’<br />

vescovile attraverso la rete delle gastaldie, nulla o minima altrove: Val di Fiemme,<br />

Valsugana). Continuano a mancare invece – in parte per difetto di produzione,<br />

in parte per difetto di conservazione –, e mancheranno sino alla fine del<br />

medioevo, altre tipologie documentarie essenziali nel panorama documentario<br />

tardomedievale, per la storia dell’economia e dei commerci: le fonti cittadine<br />

(per la debolezza assoluta del comune di Trento, che non è egemone né politicamente<br />

né economicamente, e dunque neppure documentariamente, sul territorio)<br />

e le fonti notarili (in realtà prodotte nelle valli con maggiore capillarità di<br />

quanto non si pensi usualmente, almeno dal Trecento, ma larghissimamente<br />

perdute).<br />

Un secondo condizionamento è invece di carattere culturale. A partire<br />

dall’Ottocento, la tradizione storiografica trentina ha sempre privilegiato una<br />

prospettiva di storia politico-istituzionale, anche per lo spirito dei tempi, segnati<br />

dal problema nazionale italiano. Non mancò ovviamente nella ricca produzione<br />

erudita sviluppatasi fra Ottocento e Novecento, sino alla prima guerra<br />

mondiale, una qualche attenzione alla storia del commercio (con particolare riferimento<br />

ad alcuni specifici ambiti: il vino, i prodotti minerari, il legname). Ma<br />

si trattò comunque di ricerche minoritarie, ulteriormente inariditesi dopo la<br />

prima guerra mondiale quando la storiografia tedesca abbandonò largamente il<br />

campo delle indagini trentine e la storiografia di matrice italiana confermò (anche<br />

in armonia con gli orientamenti prevalenti a livello nazionale) un’opzione<br />

preferenziale per prospettive di storia etico-politica. È sintomatico il fatto che

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