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volume - Centro Documentazione Luserna

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Attraverso le prealpi, dal territorio vicentino a Trento 17<br />

carie e della Valle dei Laghi. Tutt’altro che rare sono le provenienze da Milano<br />

e dal Milanese, da Como e dal Comasco, e anche da città lombarde di pianura<br />

come Cremona e Crema.<br />

3. Queste considerazioni forniscono dunque uno sfondo importante per<br />

l’analisi della documentazione relativa alle prealpi trentino-vicentine, e per qualificare<br />

– nei limiti consentiti dalla fonte – le caratteristiche sociali e le specificità<br />

geografiche di questo movimento di uomini e di beni.<br />

Questi dati della seconda metà del Quattrocento costituiscono un ottimo<br />

osservatorio per apprezzare gli esiti di un lungo processo storico. Sono state le<br />

ricerche di Bortolami che in anni recenti hanno approfondito notevolmente la<br />

storia insediativa e sociale dell’altipiano di Asiago fra il XII e il XIV secolo. È<br />

sostanzialmente una storia di condivisione e di separazione, nella quale le popolazioni<br />

(per lo più di etnia tedesca, come è ben noto) provenienti dalla Valsugana<br />

e dalla Vallagarina si incontrano dialetticamente con le popolazioni (e<br />

con le forze signorili) provenienti dalle vallate dell’alto Vicentino. Per parte mia<br />

mi limiterò a ricordare qui un solo elemento, peraltro capitale, di questa vicenda<br />

plurisecolare. Alludo alla conosciuta norma compresa nello statuto comunale<br />

di Vicenza del 1264, nella quale si prevede la costruzione di ben tre strade<br />

«que possint carrezari» fra Vicenza e il territorio trentino: attraverso la valle<br />

dell’Agno e il passo di Campogrosso (m. 1464) verso la Vallarsa, attraverso la<br />

val Leogra e il pian delle Fugazze (m. 1162) ancora verso la Vallarsa, attraverso<br />

la val d’Astico e la valle di Posina e il passo della Borcola (m. 1207) verso la<br />

valle di Terragnolo. Una di esse, quella del pian delle Fugazze, «ad equitandum<br />

et carrezandum congruencius et levius» avrebbe dovuto esser costruita dai due<br />

comuni cittadini, Vicenza e Trento; le altre invece «fiant per consortes si volent»,<br />

sono lasciate dunque all’eventuale iniziativa dei signori e dei comuni. Con<br />

larga probabilità, è attraverso questi itinerari che si proviene, dal territorio veneto,<br />

a Trento, anche se almeno allo stato attuale della ricerca è impossibile definire<br />

il numero di coloro che – gravitando su Verona – scelgono l’itinerario<br />

della Val d’Adige.<br />

Le provenienze da Padova e da Treviso sono scarse, e – cosa invero più<br />

sorprendente – anche quelle da Bassano; globalmente un trentesimo rispetto a<br />

quelle da Vicenza e un quarantesimo circa rispetto a quelle da Verona. Fra questi<br />

due territori c’è infatti un rapporto relativamente stabile, che vede prevalere<br />

anche se di poco le provenienze da Verona e che sembra mantenersi abbastanza<br />

stabile nell’arco dell’intero quinquennio. Nel biennio 1468-69 ad esempio<br />

risultano compilate circa 250 bollette per provenienze da Vicenza o dal territorio<br />

vicentino, a fronte di cirica 380 per Verona e per il territorio veronese, e le<br />

proporzioni sembrano mantenersi nell’intero quinquennio. Ovviamente,

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