volume - Centro Documentazione Luserna
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52<br />
Paolo Zammatteo<br />
In ‘S Schnaidrarle due stranieri chiedono ad un ragazzino di precederli in una<br />
caverna, di cui né lui, né altri del paese conoscono l’esistenza: per ricompensa i<br />
due sconosciuti gli donano alcune schegge di roccia, che poi si trasformeranno<br />
in argento; sorridendo lo chiamano “piccolo sarto”, indicandogli il mestiere che<br />
apprenderà da adulto. Se potevano rimanere dubbi sulla riconoscibilità del Venediger,<br />
’S Schnaidrarle li dissipa. I due stranieri trovano l’imbocco di una grotta<br />
sconosciuta, conoscono i segreti della trasformazione della pietra in metallo<br />
prezioso, possono presagire il futuro (BELLOTTO 1978, pp. 180-181, 218). Il<br />
ragazzetto viene mandato avanti perché innocente, quindi il diavolo, che protegge<br />
l’argento, su di lui non ha potere (SCHWEIZER 1984, p. 129). L’azione<br />
di ’S Schnaidrarle si svolge alla Rocca Tampf, il crinale roccioso a Est del Bisele,<br />
sulla quale un anziano della famiglia Baiz di <strong>Luserna</strong> affermava di conoscere<br />
l’imbocco di una miniera.<br />
I maghi rivolgano la loro attenzione a cavità esistenti: può davvero esserci<br />
un riferimento alle grotte-miniera, oppure il ricordo della ricerca di antichissimi<br />
punti di estrazione come possibili siti per nuove imprese minerarie.<br />
La figura più importante rimane il demone custode, ora ariete ora aspio, ovvero<br />
il basilisco, re delle biscie (ZAMMATTEO 2001-a) 24 . Le sue origini vanno<br />
legate ai fossili: le ammoniti erano spire di un serpente pietrificato o l’impalcato<br />
di un ariete. Si spiegano il diavolo in forma di caprone nero e i serpenti giganteschi,<br />
posti a proteggere ricchezze incredibili celate, guarda caso, nel fondo<br />
delle caverne tanto ricercate dai Venediger.<br />
Affiancando il culto dei santi patroni, originario del nord e carico delle sue<br />
suggestioni fantastiche, il serpente alato ha trovato ampio spazio<br />
nell’iconografia religiosa 25 : in ciò prosegue la tradizione di fondere eredità pagane<br />
e culto giudaico-cristiano. In quest’area il rettile viene associato frequentemente<br />
all’iconografia e al culto di santa Margherita, a cui sono dedicate la<br />
24 ZAMMATTEO 2001-b; ZAMMATTEO 2001-c ; ZAMMATTEO 2001-d.<br />
25 La gente veneta ha conservato la vecchia forma latina Margarita. In Oriente si chiama Marina<br />
e la tradizione popolare di origine medievale la celebra con i “Misteri di Santa Margherita”,<br />
una famosa opera teatrale di piazza; l’agiografo Giacomo da Varazze sviluppa<br />
nella Legenda Aurea l’episodio della ragazza “esposta” al drago. Nell’arte è raffigurata, infatti,<br />
come una ragazza in piedi sul drago; altre volte esce dalla sua bocca e lo trafigge con<br />
una lancia dall’impugnatura a forma di croce. Occorre rammentare la tradizione francese<br />
dei draghi di santa Margherita come modello gotico. Si tratta sempre di miti legati alla dimensione<br />
fantastica e pagana. Il tutto rientrerebbe in un riferimento ciclico alla natura, a<br />
cui i rimandi sono notevoli e diversificati (J. BALTRUSAITIS, Ali di pipistrello e demoni cinesi,<br />
in “Il Medioevo fantastico”, Adelphi, Milano 1973, pp. 175, passim).