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volume - Centro Documentazione Luserna

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22<br />

Paolo Zammatteo<br />

dulti. Qual Chiesa dipende dal Vescovo di Padova, rispetto à’ confini, che si fan’ oltre Pedemonte<br />

con S. Marco (MARIANI 1673, p. 535).<br />

Il fulcro degli Altipiani è da sempre sulle quote di Vezzena, ampio sistema<br />

di pascoli a lungo contrastato fra Vicentini e Trentini, Lavaronesi, Levicensi e<br />

Luserni. Intorno ad esso gravitavano alcune strade, di cui due almeno segnarono<br />

il confine: i Menadori di Caldonazzo e di Levico e la Strada della Val Tora,<br />

margine indiscusso tra Feltre, Trento e Vicenza. Tre gli ospizi: Brancafora, Lavarone,<br />

Monterovere, con un ruolo non secondario per la valle del Rio Torto.<br />

In mezzo si erge, usque in fines principatus vescovilis, il Monte di <strong>Luserna</strong>, su cui<br />

nel XIII e nel XIV secolo si incrociano le testimonianze e gli interessi diretti di<br />

Arsiero, Velo d’Astico, Brancafora, Lavarone e Caldonazzo, fra l’attestazione<br />

consolidata delle giurisdizioni, la questione di Vezzena, la ripresa della ricerca<br />

mineraria e i contrasti per gli usi di pascolo e i diritti feudali.<br />

In questo quadro spiccano subito due particolarità:<br />

a dispetto dell’ultimo tratto della Via Imperiale verso Trento, che non<br />

risulta fortemente praticato, la tratta più battuta era la valle del Centa:<br />

altre strade molto antiche correvano fra Calceranica, Migazzone e<br />

Vattaro, oppure Caldonazzo e Campregheri sulla destra del torrente<br />

Mandola;<br />

malgrado il confine, sugli altipiani di Lavarone e <strong>Luserna</strong> ci sono tre<br />

ospizi attestati sulla valle del rio Torto: Brancafora; Lavarone e Monterovere,<br />

tra Lavarone, Caldonazzo e Levico, in cima ai menadori<br />

omonimi ma anche in testa alla strada per la Val d’Assa e al sentiero<br />

per la Vallesella, il vecchissimo tratturo di Porta Manazzo.<br />

Un paesaggio medievale<br />

Nel 1471, quando il dinasta di Caldonazzo, nell’ennesimo tentativo di risolvere<br />

la questione del confine del principato, interrogò vari testimoni della zona,<br />

<strong>Luserna</strong> comparve in quattro deposizioni come Liserna. Nell’etimologia arcaica<br />

Lis Erna indica un passaggio, un valico. E la memoria popolare ricorda che localmente<br />

il paese veniva chiamato anche Lusérn o Lasérn.<br />

Ci sono vari toponomi che rimandano a un passaggio, a un sentiero, prendendo<br />

forme diverse dal latino lapsus, scivolo, o dal corrispondente medioevale<br />

laso, canalone: Laas (il Menador di Caldonazzo (BELLOTTO 1978, p. 185) e<br />

Latz, che indica il bosco sul Monte di <strong>Luserna</strong> nei pressi di Scalzeri (CAROT-<br />

TA 1997, p. 325). J. Bacher all’inizio del Novecento ricordava anche dar Laas<br />

von Masétnar (il canalone di Masetti), dar Laas vo Leve (il canalone di Levico), dar<br />

Laas vo Kalnétç (il canalone di Caldonazzo) (BELLOTTO 1978, p. 185).<br />

Il limite della linea di demarcazione passava nei pressi dell’ospizio di Monterovere,<br />

che compare per la prima volta in un documento del 1485 col nome di

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