volume - Centro Documentazione Luserna
volume - Centro Documentazione Luserna
volume - Centro Documentazione Luserna
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
54<br />
Paolo Zammatteo<br />
dichiarerà che quei mostri si sono estinti perché esclusi dall’Arca durante il Diluvio<br />
Universale ( KIRCHER 1675).<br />
Un grande naturalista, Johann Jakob Scheuchzer, pubblicherà il resoconto<br />
degli avvistamenti di draghi avvenuti in Svizzera (SCHEUCHZER 1723): un<br />
drago si nasconde anche sulle sponde del lago di <strong>Luserna</strong> ed è raffigurato sul<br />
gonfalone della città.<br />
Tra il Codice Aberdeen e il trattato di Scheuchzer si sviluppa il simbolismo<br />
draconiano nell’arte e Jacopo da Varagine chiude l’epopea cortese scrivendo le<br />
agiografie di San Michele, San Giorgio e Santa Margherita, tutti accanto al drago-serpente,<br />
che ormai rappresenta il diavolo.<br />
Le credenze sui tesori nascosti (e sui maghi che li cercavano) costituiscono<br />
oggi l’argomento più suggestivo a favore della ricerca mineraria, che nel corso<br />
del medioevo avvenne certamente a Folgaria, Lavarone e <strong>Luserna</strong>, e nella dimensione<br />
fantastica di qui i rettili prevalgono rispetto all’ariete nero o ai rabdomanti<br />
per varietà e diffusione, come custodi dei tesori e per tutto quanto riguarda<br />
i poteri sovrannaturali assegnati a questi animali leggendari.<br />
Tutto intorno fioriscono le leggende del Basilisco di Mezzocorona,<br />
dell’Aspio e delle Anguane della Valsugana, evanescenti figure legate all’acqua,<br />
che nel nome celano una relazione con gli “angui”, i serpenti. Il basilisco di<br />
Campiglio è un pesce dal fiato letale, che Michel’Angelo Mariani scrive di aver<br />
visto esposto nella chiesa locale nel 1673.<br />
L’Aspio è considerato per lo più, semplicemente, il maschio della vipera (a<br />
Grigno, a Roncegno e ai Masi di Novaledo si racconta ancora di averlo visto).<br />
“La prima citazione del basilisco sembra risalire ad un versetto della Genesi,<br />
dal quale si evince che per molto tempo si è tradotta con basilisco una parola in<br />
ebraico (tsepha), che indica piuttosto un tipo di vipera (BARTOLINI 2000, p.<br />
123).”<br />
Da tsepha ad Aspio il passo è breve.<br />
Questo grande serpente alato si sposta in volo. A volte ruba il bestiame,<br />
come nel racconto Il terribile Aspio di Roncegno: qui l’animale è lungo più di<br />
dieci metri, verdastro, nero e giallo, la coda è lunghissima, le ali sono scure e da<br />
pipistrello, un umore nerastro gli cola dalla bocca. Si nasconde ai prati dei<br />
Menghi e si sposta fin dietro al monte Zaccon, sede di antiche attività estrattive<br />
(NERI 1997, p. 143).<br />
Ancora più spaventoso, sebbene innocuo, è il serpente alato di Tezze, che<br />
nelle ore calde delle giornate estive scende dalla Cima d’Asta, enorme e lucente.<br />
Vola silenzioso sopra l’abitato e la gente atterrita può vederlo bene, squamoso<br />
e viscido, d’un colore brunastro venato di azzurro, il collo lungo e la coda smisurata<br />
dietro due grandi ali di pipistrello.<br />
Vive nel laghetto di Ravetta e sulla Cima d’Asta (NERI 1997, p. 160): Partendo<br />
di qui o dal Fravòrt, il grande serpente alato sorvola gli altipiani e va a