volume - Centro Documentazione Luserna
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34<br />
Paolo Zammatteo<br />
Sarebbe molto interessante, a riguardo, tracciare una mappa dei siti un tempo<br />
paludosi, inutili alla coltivazione, ma via privilegiata delle mandrie.<br />
In considerazione della vetustà nell’uso di pascolo, tracciare l’evoluzione tipologica<br />
delle malghe sembra molto difficile. Ma alcune ipotesi si possono<br />
formulare tenendo conto delle fonti, fra cui un fascino particolare hanno gli<br />
studi etnografici ottocenteschi del Baragiola. Le note seguenti fanno riferimento<br />
proprio alle sue osservazioni.<br />
Alla scala minima il mandriano poteva contare su un casotto trasportabile,<br />
una barella con una copertura a due falde rivestita di pelle o di scandole, evolutasi<br />
successivamente in un cassone di tavole ben connesse fra loro. In un passaggio<br />
del suo libro Baragiola cita la consuetudine degli italiani sugli altipiani<br />
vicentini di realizzare baite mobili trasportabili da quattro uomini o carri con<br />
sopra una minuscola abitazione in legno al traino di buoi. E negli stessi anni la<br />
cosa era ancora ben comune, tanto che Josef Bacher, nel registrare i racconti di<br />
<strong>Luserna</strong>, afferma espressamente.<br />
“Occorre sapere che i vaccari e i pastori non dormono nelle casàre, ma possiedono<br />
delle capanne in legno con delle stanghe sotto per sollevare la capanna<br />
stessa e portarla dove il pastore vuole.”<br />
Il bosco ha una valenza strategica, in quanto portatore della risorsa legno,<br />
tanto per il combustibile quanto per le parti lignee degli edifici, in particolare di<br />
quelle a Blockbau. Anche i boscaioli e i carbonai creano edifici precari, dai semplici<br />
capanni a due spioventi ricoperti di pelle a strane baite appoggiate su cippi<br />
in pietra e che a un certo punto hanno appunto le ruote per poter essere spostate<br />
più agevolmente. Quest’uso viene rievocato nel 1523, quando l’Europa<br />
era attanagliata dal timore di un nuovo Diluvio Universale, nei suoi diari Marin<br />
Sanudo affermava che “tutta la terra è inclinata a devution per paura de questi<br />
deluvii” e “in Friuli et Visentina si hanno preparato caxe su monti di legname e<br />
provisto di victuarie”.<br />
La “caxa” di Sanudo era più evoluta rispetto al riparo dei pastori, una capanna<br />
trasportabile in Blockbau, con pareti in tronchi sovrapposti orizzontalmente<br />
a incastro angolare dispari e il tetto a due spioventi ricoperto di corteccia,<br />
paglia o scandole, allestita su un terrazzamento artificiale con zoccolo di<br />
fondazione in pietra, la cosiddetta struttura mista. Ancora Bacher riporta che<br />
gli “uomini erano impegnati a trasportare le casàre di legno di una malga italiana.<br />
Dovevano prendere il legname di quelle vecchie e portarlo in altro luogo,<br />
dove rifare le casàre daccapo.”<br />
Queste soluzioni permettevano al pastore di vegliare sugli animali rinchiusi<br />
entro uno steccato mobile, la mandra, dimensionata per poter essere smontata e<br />
rimontata in un giorno da un uomo solo.