volume - Centro Documentazione Luserna
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La Regola di Casotto 9<br />
molti abitanti, come ebbe a scrivere Giovanni Sartori. Pochi sopravissero e<br />
venne a mancare la manodopera. Poi, lentamente, la vita riprese.<br />
Ma con la Circolare del 5 gennaio 1805, in applicazione del nuovo Codice<br />
Penale Austriaco, la Regola di Casotto e le altre regole tirolesi venivano soppresse<br />
perché indicate quali “illecite combriccole di popolo”. Di fatto nella<br />
Giurisdizione di Caldonazzo la soppressione venne attuata qualche anno dopo,<br />
il 15 agosto 1824, in base al Decreto Aulico di pari data, che stabiliva (dopo la<br />
parentesi dell’incorporazione alla Giudicatura di Levico nel periodo 1810-1815)<br />
il passaggio di Caldonazzo, Centa, Lavarone, <strong>Luserna</strong>, Pedemonte e Casotto al<br />
Giudizio distrettuale di Levico, mentre Palù, nell’alta Valle della Fersina, passava<br />
a quello di Pergine.<br />
Dopo il primo conflitto mondiale, Casotto divenne un Comune italiano;<br />
quindi in forza della R. Legge nr. 1111 del 2 luglio 1929 i Comuni di Pedemonte<br />
e Casotto passarono dalla Provincia di Trento a quella di Vicenza.<br />
La Legge Fascista nr. 1184 del 1 luglio1940 sanciva la soppressione del Comune<br />
di Casotto, che assieme ad altre frazioni concorreva a formare il nuovo<br />
Comune di Valdastico, mentre l’ulteriore evoluzione diocesana del 1964 rimetteva<br />
Casotto alla competenza vescovile vicentina.<br />
Il seguito è storia recente e fa riflettere sul valore del legame alle origini, ai<br />
luoghi e alla tradizione.<br />
Oggi chi sale la val d’Astico lungo la strada statale 350 nota un imponente<br />
edificio ottocentesco, “cittadino” e di sapore eclettico. Un tempo fu scuola elementare,<br />
canonica e caseificio.<br />
Costruito nel 1885 e denominato “palazzo”, dall’anno seguente fu sede della<br />
scuola elementare “Torquato Tasso” e nel 1887 venne offerto al curato l’uso<br />
del secondo piano, oltre all’accesso al sottotetto e alla cantina.<br />
Prima di allora esisteva già un edificio, eretto nel 1762, che fungeva da scuola<br />
e canonica, ma a causa della crescita demografica era diventato troppo piccolo.<br />
Era locato vicino alla Chiesa, là dove ora c’è l’ampliamento del cimitero.<br />
Tutto il terreno era stato oggetto di donazione, probabilmente come lascito testamentario,<br />
da parte di un certo Berto Sartori.<br />
Non è dato sapere chi sia stato il progettista del “palazzo”, certo è che fu<br />
persona assai capace. La manodopera, invece, apparteneva alla Comunità di<br />
Casotto, che possiamo a ragione ritenere ben felice di realizzare un’opera così<br />
importante e unica nella zona. Tale fu l’orgoglio, che l’edificio appariva persino<br />
su un timbro comunale dell’epoca.<br />
Da quest’anno lo stabile è divenuto sede della re-istituita Regola di Casotto,<br />
l’unica realtà di tale tipo nella provincia di Vicenza. Oltre ad essere Casa di Regola,<br />
quell’edificio così pregno di significati per la Comunità casottiana è anche<br />
l’emblema dell’iter molto complesso, da cui è risorta la Regola stessa.