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volume - Centro Documentazione Luserna

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Lavarone, i Lombardi e la leggenda del Melegnon 55<br />

deporsi su una roccia che è anche il suo nido oltre la Val d’Astico, il Sòio<br />

d’Aspio (GORFER 1977, p. 358).<br />

Con un altro nome, quello di basilisco, a Mezzocorona è il serpente alato<br />

con due code e la cresta, nato dall’uovo di un gallo di sette anni. Ha la caratteristica<br />

di distruggere quanto capita sul suo cammino bruciandolo, e per questo<br />

viene confuso con i draghi. Il suo sangue uccide istantaneamente il cavaliere<br />

che lo ha trafitto, incenerendolo.<br />

L’origine della leggenda è tutt’al più quattrocentesca (BARTOLINI 2000,<br />

pp. 119-130), ma l’immagine del serpente velenoso e malefico, che uccide con<br />

lo sguardo, con il fiato o un battito di coda, è antichissima. Può essere anche<br />

un serpente con la cresta dalla forma di corona oppure un ibrido mostruoso tra<br />

la lucertola ed il gallo, con diverse varianti sul tema.<br />

Un basilisco vola sulla Valle di Non e una goccia del suo veleno distrugge<br />

addirittura la montagna sopra Castel Thun (BOLOGNINI 1997, p. 47).<br />

“Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, VIII, 33) descrive il basilisco come serpente che<br />

nasce in Cirenaica, non più lungo di dodici dita, con in testa una macchia bianca come fosse<br />

un diadema. Col suo fischio mette in fuga tutti i serpenti e ha il potere di seccare piante ed<br />

erbe. 28 ”<br />

Un racconto di Roncegno, Il Serpente Magico, narra di un serpente, grosso più<br />

di un braccio, lungo due metri e forse più (NERI 1997, p. 142): l’erba su cui<br />

striscia diventa subito secca fra la sorpresa dei suoi uccisori: certamente è un<br />

basilisco.<br />

Basilisco (dal greco basileus) è il re dei serpenti. Emette sibili, che atterriscono,<br />

e crea il deserto: così Marco Anneo Lucano nel I secolo d. C. (Pharsalia, IX,<br />

696-726). Come tale lo troviamo a Sant’Egidio del Bosco, vicino a Rimini.<br />

“La storia narra di una chiesa infestata da serpenti tra i quali uno di dimensioni enormi<br />

– il basilisco – che andava gridando e lanciando fischi acutissimi che gelavano il sangue<br />

(BARTOLINI 2000, p. 119)”.<br />

Un racconto di Tezze, La Biscia Bianca, descrive il serpente mostruoso che si<br />

incontra lungo la strada della Pèrtica (NERI 1997, p. 167). È una biscia lunga e<br />

candida, come il serpente, Re delle bisce, che compare nella leggenda della Valle<br />

di San Lucano, una collaterale di Agordo. La valle è infestata dai rettili, come<br />

la chiesa di Sant’Egidio, ed il loro sovrano è proprio una Biscia bianca, immensa<br />

e spaventosa (KINDL 1993, pp. 121-122).<br />

Da Agordo torniamo alla Cima d’Asta e agli Altipiani, dove l’Aspio, in cui<br />

riconosciamo ormai un grande basilisco alato, trova rifugio: stando in alto, lo si<br />

può osservare meglio che non in valle.<br />

L’Orco Basilisco di Nosellari appare con “le fattezze del diavolo”: quando<br />

tiene in bocca un diamante, può volare, e la pietra assume riflessi violacei, ren-<br />

28 Ibidem.

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