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volume - Centro Documentazione Luserna

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Lavarone, i Lombardi e la leggenda del Melegnon 53<br />

chiesa di Rotzo, la più antica sugli Altipiani 26 , quella di Castelnuovo, documentata<br />

nel 1272 27 , Santa Marina a Besenello (1280) e Santa Margherita a Marter, la<br />

cui prima menzione è del 1460: anche su un capitello a Barco un frammento di<br />

affresco mostra il serpente alato.<br />

Santa Margherita è venerata in varie località circostanti dove fu consistente<br />

l’attività estrattiva: nel Vicentino a Posina, Rovegliana (Recoaro), Roncà (Arzignano),<br />

Bevadoro (Val d’Agno).<br />

Le tracce draconiane sugli Altipiani<br />

I segni dell’esistenza del dèmone serpente potevano essere vari:<br />

grotte, geodi e miniere, luoghi ideali per tesori dimenticati ed esseri fantastici;<br />

la credenza nella reincarnazione delle anime, la Seelentier (SCHWEIZER<br />

1984), molto diffusa fra i cimbri.<br />

Pressoché sempre sono determinanti gli affioramenti di fossili. Le ammoniti<br />

assomigliano alle spire di un serpente attorcigliato (o all’impalcato di un ariete).<br />

Il fatto che emergano dalla pietra era ritenuto una magia e spiega il diavolo,<br />

“daemon truculentus”, in forma di caprone nero o di serpente gigantesco.<br />

Nella famiglia del basilisco compaiono anche altri esseri, i draghi, gli aspi e<br />

le vipere, che vengono descritti accuratamente in vari manoscritti, tra cui spicca<br />

il Codice Aberdeen, un bellissimo bestiario gotico del XII secolo.<br />

Si trattava sempre di opere importanti, che prendevano riferimento dalla<br />

Creazione biblica per poi presentare vari animali, reali e non, e le facoltà prodigiose<br />

e sovrannaturali che avrebbero avuto secondo la tradizione popolare.<br />

Molto tempo dopo, mentre figure come Conrad Gesner (GESNER 1587) e<br />

Ulisse Aldovrandi (ALDOVRANDI 1640) affermeranno che gli “angui” –<br />

draghi, basilischi, aspi – non esistono, lo scienziato gesuita Athanasius Kircher<br />

26 “Santa Margherita, situata tra Castelletto e Rotzo, è considerata la più antica chiesa (e forse<br />

anche parrocchia) di tutto l’Altipiano. Essa era officiata da religiosi ed aveva un cimitero<br />

o sagrato, dove venivano sepolti i defunti che venivano colà portati dai paesi<br />

dell’Altipiano e (si dice) perfino da <strong>Luserna</strong> (DAL POZZO, Memorie ...)” (TOLDO, 1984,<br />

p. 80).<br />

27 “Al di là del Brenta su d’una verde terrazza del boscoso Monte Civeron s’innalza la chiesa<br />

di Santa Margherita. La chiesa esisteva prima del 1272 e in seguito era affidata alla custodia<br />

di un eremita. Secondo la tradizione, il paese di Castelnovo si stringeva, nei secoli andati,<br />

attorno alla chiesetta ai piedi del castello omonimo (Dosso di Castellare), del quale<br />

nel XIII secolo si impadronirono i Caldonazzo-Castelnovo. Castello e paese sarebbero<br />

stati distrutti dai Vicentini nella famosa calata del 1385. Castelnovo sarebbe allora stato ricostruito<br />

sulla riva sinistra del Brenta. (GORFER 1977), op. cit., p. 906).

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