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Metodi e strumenti di misura per l'esecuzione di test non distruttivi ...

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Capitolo 3 Sviluppo ed ottimizzazione del sistema basato sulla Sonda Fluxset<br />

larghezza ma anche allo spessore <strong>di</strong> penetrazione relativo alla frequenza <strong>di</strong> eccitazione. Ciò<br />

<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> schematizzare il <strong>di</strong>fetto come un crack a spessore zero, ad esempio come una<br />

su<strong>per</strong>ficie attraverso la quale il flusso <strong>di</strong> corrente è proibito. L’assenza <strong>di</strong> un mezzo <strong>non</strong><br />

lineare (materiale <strong>non</strong> ferromagnetico), <strong>per</strong>mette <strong>non</strong> solo <strong>di</strong> utilizzare la formulazione<br />

integrale ma anche <strong>di</strong> sfruttare il principio <strong>di</strong> sovrapposizione degli effetti, al fine <strong>di</strong><br />

migliorare l’accuratezza dei risultati numerici <strong>per</strong> un dato sforzo <strong>di</strong> calcolo.<br />

Il problema viene quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>viso in due fasi applicando la sovrapposizione degli effetti: la<br />

soluzione <strong>di</strong> un problema im<strong>per</strong>turbato (in assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetto) sovrapposto alla <strong>per</strong>turbazione<br />

provocata dalla presenza del <strong>di</strong>fetto. In particolare, siccome la densità <strong>di</strong> corrente totale deve<br />

essere nulla nella regione ove è situata la cricca, la variazione della densità <strong>di</strong> corrente è<br />

imposto che sia esattamente l’opposto <strong>di</strong> quella im<strong>per</strong>turbata sulla cricca. Nella soluzione del<br />

problema elettromagnetico im<strong>per</strong>turbato, è possibile utilizzare meto<strong>di</strong> analitici <strong>per</strong> particolari<br />

forme <strong>di</strong> strutture conduttrici (ad esempio <strong>per</strong> una piastra indefinita). Queste forniscono<br />

approssimazioni accettabili nella maggior parte dei casi pratici, d’altra parte se gli effetti <strong>di</strong><br />

bordo <strong>non</strong> sono irrilevanti o la forma del campione <strong>non</strong> è ca<strong>non</strong>ica, il campo im<strong>per</strong>turbato<br />

viene determinato con meto<strong>di</strong> numerici.<br />

Il secondo passo <strong>per</strong> la soluzione del problema è la determinazione dell’andamento delle<br />

correnti indotte, mo<strong>di</strong>ficato dalla presenza del <strong>di</strong>fetto. Il crack viene descritto come una<br />

su<strong>per</strong>ficie Σd <strong>di</strong>scretizzata attraverso un set <strong>di</strong> facce <strong>di</strong> elementi finiti, caratterizzata dalla<br />

con<strong>di</strong>zione J·n = 0, dove J rappresenta la densità <strong>di</strong> corrente ed n il versore normale alla<br />

su<strong>per</strong>ficie. In linea <strong>di</strong> principio, viene definita una su<strong>per</strong>ficie all’interno della quale deve<br />

essere incluso il <strong>di</strong>fetto e la <strong>per</strong>turbazione <strong>di</strong> corrente viene determinata <strong>per</strong> tutte le possibili<br />

combinazioni <strong>di</strong> facce degli elementi finiti inclusi in tale dominio.<br />

E’ solo in una fase successiva che si specifica la geometria del <strong>di</strong>fetto <strong>per</strong> cui si vuole la<br />

soluzione, definendo le facce <strong>di</strong> elementi finiti che appartengono al <strong>di</strong>fetto stesso (fig. 3.23).<br />

Così la soluzione è generalizzata a tutti i possibili <strong>di</strong>fetti inclusi nel dominio prescelto: una<br />

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