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Metodi e strumenti di misura per l'esecuzione di test non distruttivi ...

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Capitolo 1 I controlli <strong>non</strong> <strong>di</strong>struttivi<br />

modulo delle correnti indotte segue la legge:<br />

-<br />

J(x)<br />

- δ/x<br />

= J 0 ⋅ e dove:<br />

δ = 1/ πµ σ è lo spessore <strong>di</strong> penetrazione;<br />

0 f<br />

- J(x) è il modulo del vettore densità <strong>di</strong> corrente funzione della profon<strong>di</strong>tà x;<br />

- J0 è il modulo della densità <strong>di</strong> corrente sulla su<strong>per</strong>ficie del conduttore (<strong>per</strong> x=0).<br />

Il modulo delle correnti ad una profon<strong>di</strong>tà x=δ è circa il 37% <strong>di</strong> quello in su<strong>per</strong>ficie e il valore<br />

<strong>di</strong> δ presenta una notevole <strong>di</strong>minuzione all’aumentare della frequenza del campo inducente<br />

(questo fenomeno è illustrato in fig. 1.7). All’aumentare della frequenza, la corrente indotta <strong>di</strong><br />

addensa sulla su<strong>per</strong>ficie dell’oggetto esaminato <strong>per</strong> cui <strong>non</strong> saranno rilevati <strong>di</strong>fetti<br />

sottosu<strong>per</strong>ficiali, d’altro canto, aumentando la frequenza del campo inducente, a parità <strong>di</strong> altre<br />

con<strong>di</strong>zioni, aumenta anche l’ampiezza delle correnti. Una maggiore ampiezza delle correnti<br />

comporta una più semplice elaborazione del segnale <strong>di</strong>stinguendolo con maggiore facilità dai<br />

<strong>di</strong>sturbi aleatori sovrapposti. Spesso si tende ad utilizzare frequenze alquanto elevate, anche<br />

se la scelta è dettata dalle particolarità dell’esame che deve essere effettuato.<br />

Da quanto fin qui esposto risulta evidente che la possibilità <strong>di</strong> rilevare <strong>di</strong>fetti, <strong>di</strong>slocati nella<br />

sezione del materiale, è subor<strong>di</strong>nata:<br />

Penetrazione<br />

Forza delle<br />

correnti indotte<br />

0 37% 100%<br />

Fig. 1.7 Penetrazione delle correnti indotte nei materiali.<br />

δ<br />

37

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