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ebook numero 17 - Calomelano

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prima notte che non ci trovavamo tanto vicini.<br />

– Cresce in fretta, – dissi indicando l’alberello. – Sei qui da<br />

quattro anni e già quest’estate potrai goderti l’ombra.<br />

Rise, alzando il mento e scoprendo il collo. Provai il desiderio di<br />

baciarla, poi mi venne in mente il pugnale. Lei si chiuse nel<br />

mantello di lana, stringendolo fin sotto il mento, forse per via del<br />

vento freddo, o forse per non lanciarmi altre tentazioni. Poi<br />

cominciò a raccontare una storia, accompagnata dal canto del<br />

cardellino.<br />

Sulle coste della Morea, in un porto di pescatori, esisteva un<br />

angolo di mondo identico a quello, con le rose selvatiche, la panca<br />

e il muro a secco di sassi bianchi. L’unica grossa differenza erano<br />

le dimensioni del carrubo, che laggiù era un gigante rugoso e<br />

vecchio di secoli.<br />

In quel porto, una bambina ebrea di nome Dana aveva trascorso<br />

i primi dieci anni della sua vita, finché un corsaro non l’aveva<br />

portata via di casa per regalarla al principe Selim.<br />

Nello harem del futuro sultano, presto Dana si era fatta notare<br />

per le sue qualità ed era entrata nel gruppo di jariye che si<br />

occupavano della favorita, la principessa della luce Nurbanu<br />

Sultan.<br />

La vestivano, la pettinavano, le preparavano il bagno caldo e<br />

ogni giorno, dopo il pranzo, le servivano uno sherbet di carrube e<br />

scorza di limone. Era la sua bevanda preferita e per non farlo<br />

mancare mai, alla fine di ogni estate, bisognava sgusciare migliaia<br />

di baccelli, estrarre la polpa, preparare lo sciroppo. Dana teneva<br />

sempre da parte qualche seme, o più spesso se lo ritrovava<br />

addosso, in una piega del vestito, e si divertiva a piantarlo ai<br />

quattro angoli del giardino. Poi, con le prime gelate, i germogli<br />

appena spuntati morivano di freddo. Soltanto uno era riuscito a

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