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ebook numero 17 - Calomelano

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affollano attorno a una carogna. Ma le cause sono complesse,<br />

difficili da discernere. Per questo gli umili vivono le guerre come<br />

catastrofi naturali, come alluvioni o pestilenze. Vedono i cannoni<br />

di bronzo e non l’oro da cui hanno origine. Nelle terre da cui<br />

provengo, un tempo, i fonditori di cannoni e i coniatori di monete<br />

erano le stesse persone.<br />

– Il punto di vista degli umili non è il nostro, Ismail, – disse il<br />

falconiere. – Tu conosci bene quanto me i potenti di questa città.<br />

Ed è l’ambizione degli uomini potenti che spinge le guerre. Non<br />

c’è bisogno di cercare altre ragioni.<br />

Detto questo fece segno al suo attendente di richiamare gli altri.<br />

La giornata di caccia era terminata e Hassan Agha ci invitò al suo<br />

palazzo, che era poco lontano.<br />

Mentre cavalcavamo tra le colline erbose, mi sentii libero, come<br />

era accaduto al mio arrivo a Costantinopoli, quando osservavo la<br />

città dalla tolda della nave.<br />

Anche stando in sella, paggi e ragazzi non rinunciarono a far<br />

volare i loro rapaci. Quelli piccoli, sparvieri, gheppi e pecchiaioli,<br />

appollaiati sulle braccia dei più giovani, ascendevano in fretta fino<br />

ad avere una buona visione del terreno, poi, il vento avverso a<br />

sostenere le ali, si fermavano a mezz’aria in attesa di picchiare<br />

sulle loro prede terricole. Ricordai che quell’atteggiamento si<br />

chiamava, nelle terre italiane, «Spirito santo». Come il cane del<br />

Tuota, a Ragusa.<br />

Poi fu ancora una volta il momento del falco che Hassan Agha<br />

aveva chiamato altai. L’animale mi attraeva, aveva un aspetto<br />

nobile e feroce, eppure sereno, come se il sodalizio con l’uomo<br />

provenisse da un passato lontanissimo, come se avesse sempre<br />

conosciuto la voce e il braccio del suo compagno senz’ali.<br />

L’altai volava alto sulla campagna. Noi andavamo, ognuno col

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