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ebook numero 17 - Calomelano

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Finale<br />

Venezia, 11 dicembre 1571<br />

Gomene, brandelli di velature, cordami, tronconi d’albero,<br />

schegge di scafi squarciati, polene, arance, pagine di libri, un<br />

rosario.<br />

Ho galleggiato a lungo, tra i vivi e i morti, in mezzo alla<br />

schiuma della guerra, relitto tra i relitti.<br />

Avrei potuto riposare nel silenzio anonimo degli abissi, con i<br />

caduti di mille tempeste e battaglie, come uno dei compagni di<br />

Ulisse. La mia morte sarebbe stata degna dei poemi che mi faceva<br />

leggere mio padre. Invece i flutti mi hanno restituito al mondo,<br />

affinché il destino potesse compiersi in un ciclo. Et stetit mare a<br />

fervore suo, sazio del sacrificio di migliaia.<br />

È così che mi hanno raccolto. Solo per sprofondarmi in un<br />

abisso più nero, quello che tocca ai vinti e ai traditori, ma non<br />

prima di avermi cauterizzato la ferita con il ferro rovente. Le grida<br />

devono essersi sentite fino a qui, annunciando a tutti l’arrivo di un<br />

prigioniero importante. Non è stata infatti la misericordia a<br />

guidare la mano del cerusico, bensì il mio nome. Il caso ha voluto<br />

che mi riconoscesse un galeotto condannato al remo per la vita. Si<br />

è alzato dai banchi dei rematori e ha teso un braccio sudicio,<br />

l’indice puntato su di me. Sulla coscia nuda portava ancora la<br />

cicatrice violacea del proiettile. Baldan è il suo nome. Avrei<br />

dovuto mirare al cuore, il giorno che decisi di sparargli per fermare<br />

la sua fuga oltre il canale. Non poteva aver dimenticato l’uomo che<br />

lo ha consegnato a un’esistenza di dolore. Per anni, mentre

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