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ebook numero 17 - Calomelano

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molo. Galata pareva riversarsi in mare: anche se i miei piedi non<br />

avevano ancora calpestato il suolo, mi sentivo ormai dentro la<br />

città, ne coglievo l’andirivieni, l’odore di bettola, i gesti degli<br />

scaricatori, le strade febbrili anche sotto la nevicata.<br />

L’impressione di munificenza e rilassata grandezza che avevo<br />

avuto di lontano, si mutava in delusione. Le case erano piccole,<br />

sporche, di legno, di rado più alte di un piano, e le vie anguste.<br />

Mentre l’equipaggio si dava da fare col carico, Efrem mi<br />

domandò di seguirlo, insieme ai due angeli custodi che non mi<br />

perdevano di vista. Doveva consegnare di persona alcune lettere e<br />

occorreva sbrigarsi, prima che i vicoli diventassero un pantano.<br />

Vie malagevoli, buie, incassate. Le case sembravano volerci<br />

stritolare. Avanzavamo a piedi, in faticoso saliscendi. Non si<br />

poteva passare su cocchi o carrozze e i pochi cavalli erano costretti<br />

a un passo più lento del nostro. Ora capivo l’agitazione degli<br />

abitanti: dovevano sbrigare le loro faccende prima che la neve<br />

bloccasse del tutto quelle sudicie stradine. Arrancando nella<br />

poltiglia, incrociavamo uomini di ogni parte del mondo. Italiani a<br />

crocchi, veneti e genovesi, olandesi rubizzi, francesi, moscoviti<br />

foderati di pelliccia. E bosniaci col turbante, zingari, persiani e<br />

arabi, greci, turchi, armeni robusti. Ero ai piedi della torre di<br />

Babele, appena dopo che Iddio confuse le menti e le lingue.<br />

Mancavano soltanto i selvaggi delle Americhe.<br />

La strada si aprì in una piazza, dove sorgeva una chiesa. Mi<br />

parve che ce ne fossero tante quante a Venezia. Passammo di<br />

fianco a un gruppo di uomini che erigevano una casa.<br />

Continuavano anche sotto la neve, il loro metodo di costruzione<br />

glielo consentiva. Avevano per prima cosa approntato l’ossatura di<br />

legno, come si fa con le navi, poi, dopo aver sistemato il tetto,<br />

passavano le assi come costole tra un palo e l’altro. Non sembrava

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