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ebook numero 17 - Calomelano

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Fu l’ultimo apologo che Ali mi raccontò.<br />

L’indomani, portarono Bragadin nella piazza principale. Il volto<br />

tumefatto, le ferite alle orecchie ridotte a piaghe purulente. A<br />

spinte e calci lo condussero al palo. Due rinnegati si incaricarono<br />

del supplizio, uno dicono fosse genovese. Lo vedevo parlare alla<br />

vittima, ma non coglievo le parole. Il brusio e gli scoppi di insulti<br />

cessarono. Sulla piazza calò il silenzio.<br />

Il genovese passò la lama di un coltellaccio da spalla a spalla,<br />

dietro la testa del rettore Marcantonio Bragadin.<br />

Dicono che non urlò.<br />

Mentono.<br />

Il genovese e il suo assistente, con meticolosa lentezza,<br />

scuoiarono quell’uomo. Prima la schiena, poi gambe e braccia, poi<br />

il tronco e il petto, scollando il grasso dalla pelle. Il Rettore<br />

mandava grida, si torceva, impedito dai legacci. Mosche volarono<br />

sulla carne viva.<br />

I miei compagni e io non distogliemmo lo sguardo.<br />

Al Rettore fu risparmiato di vedere la propria pelle sventolare<br />

davanti agli occhi. Reclinò il capo molto prima.<br />

Il genovese e il suo assistente passarono la pelle di quell’uomo<br />

nel sale e nell’aceto. L’imbottirono ben bene di paglia e bambagia.<br />

Cucirono i pezzi. Sistemarono due bottoni di madreperla al posto<br />

degli occhi. Composto il fantoccio che era stato Bragadin, lo<br />

rivestirono dei panni da magistrato, quelli che indossava il giorno<br />

della resa. Lo montarono su una vacca, proteggendolo dal sole con<br />

un piccolo ombrello. Lo fecero sfilare per le vie della città, in<br />

modo che anche chi si era sottratto all’orrore vedesse.<br />

Poi macellarono il corpo scuoiato e lo disseminarono in pezzi<br />

tutt’attorno alle mura.

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