ebook numero 17 - Calomelano

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Prima parte - Mi star 1. 13 settembre – 10 dicembre 1569 Quando giunse il tuono ero ancora sveglio. Seduto al tavolo, sfogliavo delazioni e denunce al lume di candele. Mandavo a memoria nomi e indirizzi di spie. Poi le orecchie scoppiarono, tremò il pavimento, una pioggia di vetri e intonaco mi sommerse. Per giorni avrei cavato schegge dai capelli. Rialzai il capo, la stanza era buia, la finestra in frantumi incorniciava un bagliore. Sembrava il sorgere del sole, ma era notte fonda, e il vento aveva odore di cannone. Mi affacciai e vidi una luce di torcia, sospesa sotto le stelle, dietro la guglia di San Francesco. I tezoni, pensai. Le darsene, la casa dell’Arsenale. Il cuore della Serenissima in fiamme. Scesi le scale saltando i gradini. Il portone del palazzo era uscito dai cardini, ma lo bloccava un cumulo di macerie. Trovai un pertugio e spinsi fino a sgusciare fuori. Nella calle, facce attonite si interrogavano a vicenda, avvolte da un silenzio spaurito. I più audaci sussurravano i nomi di Terremoto e Apocalisse. Intere
famiglie abbandonavano le case, alcune saltando dai balconi come dalle murate di un vascello che affonda. La seconda esplosione disperse il gregge in una nube di ceneri e grida. Balzai al centro della calle per scansare una valanga di tegole, alzai gli occhi e le vidi. Due gondole volavano nel cielo di Venezia. Avevano ali di fiamma e parabole incerte, come di uccelli feriti. Una andò a schiantarsi sul campanile, che batteva incessante l’allarme degli incendi. L’altra scomparve alla vista, oltre il sipario dei tetti. Nelle ore e nei giorni seguenti, avrei udito mille storie intorno a quella notte, e in ciascuna volava un oggetto diverso. Tronchi di rovere scendevano in picchiata, macine da salnitro, secchi di pece, cadaveri arrostiti di uomini e cavalli, poi draghi, comete, esplosioni di stelle, la Madonna e Lucifero, Cristo crocifisso e Cristo risorto. Dovevo raggiungere l’Arsenale, radunare i miei uomini, fermare e interrogare quanta più gente possibile. Le gambe iniziarono a correre, mentre sulla città calava un velo grigio. Calava sulla folla che scostavo a gomitate, calava sui feriti e li mutava in statue. Calava sui brentatori che accorrevano con tini da vino e sui vecchi ammutoliti dagli scheletri delle case. Calava sui canali di Castello, tanto ingombri di cenere e macerie che l’acqua sembrava di pietra. Calava sui corpi stesi a terra, simili a cadaveri ma nient’affatto morti, perché i morti furono soltanto una ventina, e gli altri erano solo incapaci di rialzarsi, per paura che il cielo cadesse loro in testa. Per attraversare Campo San Francesco dovetti scavalcare uomini e donne in ginocchio, intenti a cantare i Salmi in attesa del Giudizio. Non so dire se fu la suggestione, gli occhi stanchi e impolverati o l’aria piena di fumo. So che guardai il campanile
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addosso le cicatrici della battagli
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- Ti star Emanuele De Zante? - Mi s
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comprensibile. Non rispose. Nessuno
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muro di cortesia e sorrisi. Sapevo
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- Sta bene, veneziano, - disse. - T
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una dopo l’altra. Mi rivolsero oc
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ora sareste a Venezia appeso a una
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Bussarono alla porta. Efrem entrò
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compiti assegnatimi da Navarro avev
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arrivare caldi per il pranzo del gi
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Per andare dove? Alla deriva, come
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debbo. Potevo scappare e invece son
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tra le famiglie nobili della città
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ene, e che nell’Adriatico ci avre
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molo. Galata pareva riversarsi in m
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- Lo incontrerò? Tornò a guardarm
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prima di chiudere gli occhi, un pos
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Sceso di sella, il vecchio stringe
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visto più soldati che pecore al pa
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L’arabo osserva il Cancro, fisso
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evitare gli schizzi. Ci fissammo in
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loggia che dava su un grande salone
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- Siamo ancora in lutto. Tutti noi
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Il colore dell’abito e la corpora
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destra, dove mi sarei dovuto sedere
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molto bello e ancora quell’avvene
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uomo robusto, dalla carnagione oliv
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prende l’abbrivio. Finanche le co
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abitudini della casa, i nomi e gli
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avevo saputo fare altro che finire
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non puzzasse. Uccidere Nasi. Fuggir
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- Come dite? Era un bel vecchio, da
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sciolsero, chi sedeva si mise in pi
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amaro. Una mano si poggiò sulla mi
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E ora eccoli, davanti ai miei occhi
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Un giorno venne a trovarmi il padro
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ma io penso a qualcosa di più gran
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Sulle due rive dell’Adriatico, e
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prima notte che non ci trovavamo ta
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postribolo privato. Si impara a leg
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cogliere allusioni e doppi sensi, s
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me oscura, che miscelava parole di
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convertiti, fedeli a chi ci aveva r
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un’apertura sul muro. Nasi mi ave
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Appena il Gran Visir terminò di pa
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visto, simili a quelli che i turchi
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- Ero mille volte più innocua, per
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territori della Chiesa. Ha ordinato
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Attese che fossimo di nuovo sotto l
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di mano: dovevo essere sicuro che A
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In quel momento si aprì una porta
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appena occorso. La mia mente, intan
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16. - Alla fine hai trovato il tuo
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Come alla filatura della lana segue
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… sai bene anche tu perché non v
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La voce salmodiava la storia di Ism
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poiché a suo dire si faceva beffe
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Si chiamava Ludovico, ma per altri
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fronte. Sadrazam Mehmet Pasha, fu l
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20. Bernardo Traverso non era di qu
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Un inserviente lentigginoso mi venn
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21. Rientrai a Palazzo Belvedere su
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fidava di me. Ora invece so a malap
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le mani sulle lettere del bailo e a
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vento. Voglio essere io a dare la s
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precederci a casa e avvisare gli al
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prestigiose? Poi il faraone morì e
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Ismail sollevò il mento. - Non è
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fra boschi e campagne, a stretto co
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in volo. Hafiz e Mukhtar osservavan
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proprio travestimento, ancora ignar
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linee e iniziò a muoversi in una d
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Io ero là, nell’anno del Signore
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guerrieri erano, si è messo paura.
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anchina, vidi i loro occhi seguirci
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doveva essere alto in grado, seguit
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animali fossero stati macellati nel
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sande en ’mbaravise. Dalle mie pa
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- Grazie del consiglio, amico mio.
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operazioni militari contro Cipro. I
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titoli che gli spettavano l’elenc
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Mi voltai verso di lei, che si comp
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congedai anch’io, per cercare di
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Senza gesti affrettati, mi girai e
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insegnato a pregare e a rimanere al
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dimostrare che era possibile cambia
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uomo finito: Sokollu gli aveva evit
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mani, per farmi capire come devo fa
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posa solenne. La folla lo imitò, e
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A quanto sapevo, le uniche altre do
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Don Yossef temeva Sokollu, versava
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dire, ma mi resi conto che ormai no
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donne quelle che si scrivono nei me
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impazzite sull’erba. Nella mente
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giudesmo. Tra il mare e le nubi vol
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governare. Dovevamo essere pronti.
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assicurava al collo come un ciondol
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del signor Fitch. Quel giorno indos
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cannone del genere in poco tempo. Q
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crocevia degli scambi di tre contin
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centinaia di cipressi gli riempie i
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immenso. Il collo è sul ceppo, la
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divenisse vano. Ali maledice la pro
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fumo, vento, lacerti a perdita d’
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Ali porge l’acqua al vecchio, gli
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futuro, dieci o venti giorni innanz
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perché eravamo certi che la città
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vigilato sulle acque della sua isol
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2. Sotto la pioggia, raggiunsi di c
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Non l’avevo mai visto di umore co
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disegni. Restammo assorti nella qui
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sono qui. Forse era destino che and
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preghiere o, ancora, affilava la la
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5. Ben prima che si scorgesse la ci
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Dopo esserci ripuliti, ci addentram
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- Oggi inseguite prede assai più g
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Le retrovie erano una fangosa fiuma
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Rivellino e della porta di Limassol
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Conoscevo quel velo negli occhi. Ha
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anche lui era sveglio. Non ebbi bis
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aveva assistito. A quanto pareva, i
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soltanto io e Ismail venimmo ammess
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così come voi avevate l’ordine d
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Il silenzio che seguì fu grave d
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grumi rossi di sangue che gli colò
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Fu Ismail a scuotermi. - Vuoi fare
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due mori si preoccupano della nostr
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fendente, le lame mandarono un tetr
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Nei giorni seguenti, una calma fune
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Fu l’ultimo apologo che Ali mi ra
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La giornata era grigia, il cielo la
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La voce di Yossef prese un tono feb
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esito della spedizione militare a C
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l’aiuto di Dio il Potente e Vendi
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Erano miei amici, e non li avrei ri
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- È qui che finisce la storia. - T
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dell’incontro il sospetto non mi
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Guardai Yassir e il suo amico parla
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Bussai con foga finché la porta no
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Ma trova il modo di riempirle di ca
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Costantinopoli per Venezia. Venezia
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popoli che esso aveva incrociato ne
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Mimi Reis mi passò un’altra manc
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Infine parlò. La differenza tra il
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aiutavano il vento a spingere la no
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tardi. Il sole era ormai a picco qu
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verso di me. - Badate a fare la vos
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e distinguevo lo stendardo: il leon
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Guardai il polpaccio. Un colpo lo a
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malediceva il mio nome a ogni respi
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- Ben ritrovato, Consigliere. Barto
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mai se da quell’inferno in terra
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lunghe dita i margini della sala. C
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Reyna gli sfiora una mano. - Adesso
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Yossef si accosta alla grande fines
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aver tappato una falla all’ultimo
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Sulla riva, una striscia di muri bi
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- Arrivano - dice una voce alle sue
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esa! - Anche un vecchio come me pu
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possibile. Le notizie si raggrinziv
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Licenza di questo ebook Ebook sotto
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Siamo tornati. Eccoci finalmente fu
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