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ebook numero 17 - Calomelano

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11.<br />

Giunse il permesso di lasciare il porto. Prendemmo il mare<br />

senza volgerci indietro.<br />

Venti contrari e mare grosso ritardarono il ritorno. La nave<br />

arrancava, sembrava correre su un mezzo più denso dell’acqua.<br />

Uomini e oggetti erano vuoti, trasparenti, bolle soffiate da un<br />

vetraio, fate morgane. Famagosta si era attaccata alle mie gambe e<br />

all’anima come una lunga alga quando si cammina su una spiaggia.<br />

Durante i giorni di viaggio scambiai rare parole con Ismail e gli<br />

altri compagni. Mi feci assegnare dal capitano le mansioni<br />

necessarie a tenere impegnati corpo e mente, così potevo guardare<br />

soltanto avanti, al momento in cui avrei riferito quanto avevo<br />

visto, e ne avrei chiesto conto.<br />

Un giorno, dovevamo essere circa a metà della navigazione, vidi<br />

il bambino sorridere a una buffa smorfia di Hafiz. Rimasi a<br />

contemplare la scena, per carpire la luce che irradiava da essa.<br />

– Ne hai salvato uno.<br />

Ismail era accanto a me, senza che me ne fossi accorto.<br />

– Uno soltanto, – risposi.<br />

Il vecchio annuì.<br />

– Era quello che potevi fare, ed è ciò che conta.<br />

Yedi Kule, il borgo di conciatori e macellai, mi salutò a modo<br />

suo, annunciando la prossimità della capitale, come aveva fatto il<br />

giorno del mio primo arrivo. Erano passati meno di due anni.

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