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Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

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104<br />

Tra gli obiettivi da tenere in considerazione nello sviluppo<br />

del progetto, ritengo vi debba essere la creazione<br />

di centri di raccolta e documentazione, importanti sia da<br />

un punto di vista patrimoniale che mediatico. Esistono<br />

infinità di registrazioni audiovisive, fotografie e documenti<br />

storici che rischiano di scomparire. In Argentina<br />

sono già stati creati due centri di raccolta gestiti da payadores<br />

12 , ma loro stessi sono consapevoli della necessità<br />

di avere una sede centrale gestita da professionisti in<br />

materia di conservazione e archivistica.<br />

L’obiettivo della commissione è completare il dossier di<br />

candidatura entro il dicembre del 2013; ci separano da<br />

quella data un anno e mezzo di incontri e riflessioni appassionanti.<br />

Gli interrogativi proposti e le considerazioni<br />

presentate in questo articolo non vogliono essere altro<br />

che un piccolo contributo al dialogo. La strada è lunga,<br />

Nuoro un ottimo punto di partenza.<br />

Note<br />

1 - www.incontrotransfrontaliero.it<br />

2 - Bravi, Paolo. 2010. A sa moda campidanesa. Pratiche,<br />

poetiche e voci degli improvvisatori nella Sardegna<br />

meridionale, Istituto Superiore Etnografico della Sardegna,<br />

Nuoro. Manca, Maria. 2009. Cantare in poesia per sfidare la<br />

sorte, Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, Nuoro.<br />

3 - Intendo frase melodica.<br />

4 - Ignazio Macchiarella, La dimensione musicale<br />

dell’improvvisazione poetica in Corsica, Sardegna e Toscana, in<br />

Progetto Incontro. Materiali di ricerca e di analisi, a cura di<br />

Duilio Caocci e Ignazio Macchiarella, Isre, Nuoro <strong>2011</strong>, (ISBN<br />

9788896094150), pp. 72-84.<br />

5 - Si veda www.etnu.com per maggiori informazioni riguardo<br />

il programma dell’incontro.<br />

6 - Ad esempio scegliendo l’inglese come lingua franca.<br />

7 - Si veda www.etnu.com per la dichiarazione completa.<br />

8 - Strofa di quattro versi.<br />

9 - Alcuni payadores ritengono che i recitatori di versi<br />

andrebbero considerati come cantori. “I poeti stessi talvolta si<br />

riferiscono ai loro versi col termine ‘canto’, e il modo di<br />

cantare nostro è molto vicino alla declamazione dei versi”<br />

afferma José Curbelo, uno dei maggiori esponenti del<br />

movimento della payada, nel corso di una conversazione.<br />

10 - Sembra una tradizione piuttosto nuova, reinventata,<br />

anche se tale affermazione richiederebbe uno studio<br />

approfondito.<br />

11 - Ne ha parlato nel corso del Simposio sobre patrimonio<br />

inmaterial. La voz y la imoprovisación, ad Urueña (Spagna) nel<br />

2007.<br />

12 - Uno a Tres Arroyos, cittadina della provincia di Buenos<br />

Aires (800 km a sud della capitale) e uno nella città<br />

patagonica di Rio Gallegos.<br />

PAOLO APOLITO<br />

Un convegno, un festival, un meeting sono scene di incontri<br />

multipli. Il focus di incontro è fatto di idee, parole,<br />

immagini, suoni, simboli trasversali. Il proscenio, di strutture,<br />

griglie, impalcature, programmi. Poi c’è il backstage,<br />

che conta molto, che è ciò che permette impressioni durature,<br />

memorie, trasformazioni. Conversioni. Il backstage<br />

è il punto di incontro tra gli esseri umani, la frontiera, più<br />

o meno porosa. A ETNU sono stato per il mio turno in<br />

scena, ho osservato con interesse e a volte grande partecipazione<br />

le scene altrui, ho goduto del ben organizzato<br />

proscenio, ma come antropologo curioso e inguaribilmente<br />

naïf mi sono goduto il backstage. E là ho misurato<br />

la febbre di questo lento lavoro di costruzione di una rete<br />

internazionale sulla poesia improvvisata. Passione febbrile<br />

che sta prendendo alcuni dei protagonisti, Pietro<br />

Clemente, solitamente di tranquille temperature basse, in<br />

testa. Però, più di tutti, per ragioni invisibili ma evidentemente<br />

forti, sono stato incantato dal backstage degli<br />

ospiti provenienti dai paesi nordafricani (non solo arabi,<br />

poiché c’erano berberi). Ecco, il loro era un controllo<br />

pieno del territorio simbolico in terra sarda. Sontuosi fino<br />

all’abbaglio nell’orgoglio dei mezzi espressivi, eleganti<br />

fino allo sfarzo nel portamento dei corpi, forti fino all’improntitudine<br />

nel dominio degli spazi e tempi a loro destinati,<br />

devoti fino allo sfoggio di sé nell’elargizione di attenzioni<br />

somatiche nei contatti, incontri, saluti, conversazioni,<br />

si muovevano come chi è convinto che l’umanizzazione<br />

sempre incompleta degli umani sia un processo del<br />

tutto controllato dall’agency (ah!) dei protagonisti umani.<br />

Per persone provenienti da mondi oggi effervescenti sulla<br />

scena del mondo, ma appena ieri consegnati all’immobilità<br />

dei residui della storia, mi è sembrata una eloquente<br />

dimostrazione delle finestre opache e vetri sfocati attraverso<br />

i quali siamo costretti a leggere il mondo a noi non<br />

immediatamente familiare grazie a media velocemente<br />

consumati quotidianamente. E anche, su un altro versante<br />

riflessivo, della nostra miopia sulla forza espressiva<br />

e performativa dei corpi in azione. Poeti e studiosi, o<br />

poe ti/studiosi, gli ospiti nordafricani di ETNU disegnavano<br />

il territorio di presentazione dei loro patrimoni non solo<br />

nei momenti pubblici concessi sulla scena del Festival, ma<br />

anche aspettando il loro turno nel backstage.<br />

Semplicemente stando là.<br />

LUCIANA MARIOTTI<br />

Candidature Unesco. Convenzione per la salvaguardia<br />

del patrimonio culturale intangibile. Lista rappresentativa<br />

e candidature multinazionali. Nel 1997, Pietro<br />

Clemente fu l’organizzatore a Grosseto, di un importante<br />

convegno che – allora – fece il punto sull’improvvisazione<br />

poetica, e dell’ottava rima. Il Convegno fu promosso<br />

dall’Archivio delle Tradizioni Popolari della<br />

Maremma Grossetana e il titolo completo era: L’arte del<br />

Dire.<br />

Guardando l’indice, è interessante sottolineare quanto i<br />

vari capitoli articolavano, di fatto, la complessa espressione<br />

del Dire poetico, cioè dell’improvvisazione poetica,<br />

per via verbale. Infatti il convegno si interessò ai<br />

Riferimenti storici dell’ottava rima; alla Poesia improvvisata<br />

in Italia Centrale; all’analisi delle Forme di espressività.<br />

Le giornate di studio del 1996 misero in luce la profonda<br />

trasformazione che era avvenuta all’indomani<br />

dell’avvio degli anni Novanta del Novecento. Chi, infatti,<br />

in questo periodo poetava in ottava rima aveva, rispetto<br />

al contadino di una decina d’anni prima, la consapevolezza<br />

di svolgere un’attività particolare ed esprimeva la<br />

volontà di raccogliere la sfida dell’azione verso una

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