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Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

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senza particolari necessità di spiegazioni; inoltre hanno<br />

appoggiato le richieste dell’Ufficio di coinvolgere le comunità<br />

nel processo di candidatura. Molti, infatti, sono<br />

stati i seminari e gli incontri pubblici per spiegare i significati<br />

della presentazione all’UNESCO della candidatura<br />

del patrimonio immateriale.<br />

Si è ora in grado di definire i criteri impiegati nella realizzazione<br />

del dossier di candidatura. La bontà della scelta<br />

ha avuto un primo positivo riscontro quando a Parigi lo<br />

scorso 20 e 21 gennaio c’è stato l’incontro con i membri<br />

dell’Organo Sussidiario che, per il <strong>2011</strong>, ha l’incarico<br />

su base elettiva di pre-valutare le candidature mondiali 5 .<br />

I criteri che sono stati vagliati per la realizzazione del<br />

dossier sono stati:<br />

Innanzitutto attenersi quanto più possibile (quasi in<br />

maniera didascalica) a quanto recita ciascun paragrafo<br />

del format. Ricercare e identificare in maniera<br />

scrupolosa quali siano le comunità, i gruppi coinvolti<br />

nella candidatura. Il processo è lungo, ma le comunità<br />

alla fine emergono anche se, all’inizio, si era<br />

scelto il Comune come rappresentativo della stessa<br />

comunità: ma non è quasi mai così e i peculiari portatori<br />

di interesse alla fine emergono. Le comunità<br />

possono essere anche comuni se queste sono molto<br />

piccoli e in qualche modo coincidono con la comunità.<br />

Ad esempio, un caso di questo tipo è stato rappresentato<br />

dal Comune di Alessandria del Carretto<br />

che per la Festa dell’Abete ha coinciso con la comunità.<br />

Le istituzioni – i comuni, le regioni…, entrano<br />

nelle proposte di candidatura come coloro che permettono<br />

la continuazione – anno dopo anno – della<br />

manifestazione o pratica o saperi e saper fare, cioè<br />

dell’elemento stesso prescelto, quindi rientrano nel<br />

paragrafo in cui il format chiede le misure di salvaguardia<br />

in atto e quelle proposte per il futuro. Tali<br />

misure di salvaguardia non devono essere semplici<br />

“dichiarazioni d’intenti”, ma impegni presi e dimostrabili.<br />

Quasi sempre, pertanto, si è chiesto di avallare<br />

la misura con delibere comunali, con dichiarazioni<br />

e impegni scritti. Molto tempo è stato dedicato<br />

a come poter invertire le tendenze negative dei conflitti<br />

etnici storici, a favore delle forme di dialogo interculturale:<br />

il conflitto dovrebbe risolversi in opportunità<br />

di conoscenza e di scambio fra culture diverse.<br />

La prossima annualità – la presentazione a Parigi delle<br />

candidature per il 31 marzo 2012 – ha già circa venti richieste<br />

di iscrizione con una varietà piuttosto marcata<br />

nella tipologia degli elementi del patrimonio culturale<br />

immateriale proposto.<br />

Note<br />

1 - In questa linea si colloca la Convenzione Europea di Faro<br />

(Portogallo) che definisce l’identificazione di comunità<br />

patrimoniali, Faro Council of Europe, Framework Convention<br />

on the Value of Cultural Heritage of Society, 27 Ottobre 2005;<br />

articolo 2.b. a heritage community consists of people who<br />

value specific aspects of cultural heritage which they wish,<br />

within the frame work of public action, to sustain and<br />

transmit to future generations.<br />

85<br />

2 - La Dieta mediterranea, iscritta lo scorso 19 novembre<br />

nell’ambito del Comitato Intergovernativo dei paesi membri<br />

della Convenzione UNESCO 2003, ha riguardato l’Italia per<br />

una parte. La candidatura – multinazionale – ha avuto la<br />

Spagna capofila, la Grecia e il Marocco. Le proposta di<br />

candidatura trasmesse a Parigi entro il 31 marzo <strong>2011</strong> sono:<br />

La liuteria di Cremona; Le feste delle grandi macchine a spalla;<br />

Le torce di San Marco in Lamis (Foggia); il Calendimaggio, I<br />

Ceri di Gubbio; Il Carnevale di Viareggio; La festa dell’albero di<br />

Alessandria del Carretto (Cosenza); La musica delle launeddas<br />

(Sassari). Il Palio di Siena non è stato trasmesso così come le<br />

misure di salvaguardia realizzate da sei proposte di<br />

candidatura su otto, attraverso il modello ICH03 –<br />

officiosamente è stato richiesto il ritiro. Per le questioni qui<br />

presentate come “ritiro” non è stata data alcuna motivazione.<br />

Il Merletto di Cantù si è ritirato per problemi di fattibilità della<br />

candidatura, poiché il 19 novembre 2010 a Nairobi è stato<br />

presentato il nuovo format di candidatura nel quale dovevano<br />

essere trasportati i materiali redatti fino ad allora e Cantù,<br />

probabilmente non ce l’ha fatta. Alla Giostra del Saracino<br />

invece è stato consigliato dall’Ufficio Patrimonio Mondiale del<br />

MiBac di non presentarsi per la necessità di impostare il<br />

discorso sul dialogo interculturale, come richiesto nel Format<br />

di dossier di candidatura e come è stato chiarito all’interno del<br />

Segretariato Intergovernativo a Nairobi per quanto concerne i<br />

conflitti storici. La proposta è stata ritirata e verrà ripresentata<br />

quando l’elemento in questione avrà definito la qualità<br />

tipologica del dialogo che potrà avviare con le eventuali<br />

comunità islamiche presenti nell’area dell’aretino.<br />

3 - L’attuazione italiana della Convenzione per il patrimonio<br />

culturale immateriale del 2003 (ratifica italiana 2007) per il<br />

momento non prende in considerazione l’iscrizione eventuale<br />

di un elemento del patrimonio culturale immateriale nella Lista<br />

a salvaguardia urgente, cioè nella Lista della Convenzione che<br />

intende salvaguardare un elemento in via di sparizione. Questa<br />

scelta è dovuta alla esistenza nella Convenzione 2003 del<br />

criterio della revitalizzazione. Questo criterio deve essere<br />

discusso ancora nella applicazione della disciplina<br />

antropologica poiché – tendenzialmente – fino ad ora, a meno<br />

di una riscoperta dal basso – se un elemento termina, così<br />

come un bene materiale non è più in funzione è da intendersi<br />

come fine delle sue funzioni socio-culturali. Il revival folklorico<br />

degli anni Settanta del Novecento ha rappresentato un<br />

fenomeno di riscoperta dal basso. La revitalizzazione promossa<br />

negli Anni Trenta del Novecento dal Governo di Mussolini –<br />

che portò al ripristino di una serie di manifestazioni,<br />

cerimonie, eventi festivi – in particolare nell’Italia centrale –<br />

che si erano estinti con l’Illuminismo rappresenta invece un<br />

vero e proprio revival guidato dalla classe egemone<br />

governativa. S. Cavazza, Piccole patrie. Sono questi aspetti più<br />

o meno indagati storicamente che hanno costituito un<br />

ostacolo alla diffusione della Lista a salvaguardia urgente del<br />

patrimonio culturale immateriale UNESCO.<br />

4 - L’elemento Opera dei pupi siciliani, infatti, fa parte del<br />

programma UNESCO Masterpieces of Oral and Intangible<br />

<strong>Culture</strong> andato in vigore dal 1997 al 2005. P. Nas, Reflections<br />

on the UNESCO World Heritage List, in Current Anthropology,<br />

vol. 43,n. 1, february 2002, pp.139-148. L’Italia ha iscritto in<br />

questo programma due luoghi culturali: l’Opera dei Pupi<br />

siciliani nel 2001 e il Canto a Tenore del pastoralismo sardo<br />

nel 2005. Questi capolavori, la cui proclamazione è stata

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