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Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

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nel momento delle maggiori polemiche che a livello nazionale hanno riguardato le critiche<br />

degli animalisti sul Palio, polemiche che come è noto sono state riprese dal<br />

Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, provocando l’esclusione del Palio dalla<br />

candidatura da parte dello stesso Mibac 21 .<br />

Nell’agosto 2010 un deputato PD senese rispondeva alla ministra annunciando una<br />

proposta di legge che riconoscesse il palio come “patrimonio culturale della nazione”.<br />

Non posso entrare ulteriormente nel merito delle vicende e anche delle reali motivazioni<br />

che hanno determinato tale esclusione, che appartengono più alla sfera politica<br />

che animalista. Ciò che è importante sottolineare è invece la particolare caratterizzazione<br />

che ha assunto in questo caso l’inventario in relazione al lavoro dell’antropologo.<br />

Tra i numerosi esempi che si potrebbero riportare, quello forse più pregnante riguarda<br />

proprio il modo in cui fare emergere nell’inventario tutto il mondo che ruota intorno<br />

ai cavalli, da intendersi sia come saperi che come pratiche rituali; un campo delicato,<br />

sul quale in quei mesi molte polemiche erano nate da parte dell’ENPA (Ente Nazionale<br />

Protezione Animali), nella convinzione che ci fosse un presunto maltrattamento di questi<br />

animali durante il Palio. Portata ad esplorare dinamiche e pieghe anche conflittuali<br />

dei processi culturali e di patrimonializzazione, l’abito dei cavali nel Palio era quindi particolarmente<br />

interessante perché si trattava di un ambito conflittuale sul quale convergevano,<br />

da un lato istanze nazionali – politiche ed etiche – che si richiamavano a valori<br />

globali e dall’altro istanze patrimoniali locali – culturali e affettive – che si richiamavano<br />

ai valori, altrettanto globali, del patrimonio e della partecipazione alle pratiche<br />

culturali.<br />

In tema di cavalli presto mi accorsi che esisteva un mondo estremamente denso, che<br />

rientrava in un ambito vicino alle tradizioni popolari, un mondo contradaiolo che<br />

amava, curava, coccolava, gestiva e quindi patrimonializzava con saperi, tecniche e<br />

pratiche rituali i cavalli scelti per correre la “Carriera”; un mondo che affondava le sue<br />

radici in pratiche consolidate di lunga durata. Tuttavia, oltre a questo esisteva anche<br />

un mondo “nuovo” fatto di istanze diverse, fatto di équipe di veterinari, di controlli<br />

medici rigorosi, di tecnologie mediche messe al servizio dell’animale e di apparati organizzativi<br />

estremamente attuali, attivati in anni recenti dal comune (protocolli addestrativi,<br />

ecc. ecc.), al fine di garantire la sicurezza di questi animali. Come comportarsi<br />

nei confronti di questo tema, tenendo conto sia della mia esigenza di indicare nell’inventario<br />

gli aspetti più “tradizionali” di queste pratiche, sia della volontà espressa dai<br />

miei interlocutori di fare emergere la “modernità” del patrimonio immateriale che in<br />

quel particolare momento storico-politico riguardava i cavalli?<br />

Più mi avvicinavo al Palio (pur nella breve esperienza fatta) più mi rendevo conto che i<br />

cavalli, al di là dei costumi, delle “comparse” e delle coreografie, erano il vero patrimonio<br />

immateriale dell’evento. Ma solidarizzavo anche con i miei interlocutori e con la<br />

loro esigenza che nelle schede emergesse il Palio moderno, quello organizzato nel rispetto<br />

dell’Ordinanza del 2009 del sottosegretario alla Salute Francesca Martini per la<br />

tutela degli animali, che ha fatto di Siena un modello di riferimento; che si potesse vedere<br />

la cura con la quale sono trattati i cavalli, l’affetto, il legame che contradaioli e<br />

amministrazione comunale avevano ed hanno nei confronti di questi animali. Più entravo<br />

nel campo più il mio engagement e la mia solidarietà diventavano forti nei confronti<br />

dei miei committenti, i quali mi chiedevano di fare emergere nell’inventario<br />

quanto articolata e “moderna” fosse tale realtà, ben più di quanto non apparisse dalle<br />

parole approssimative di condanna pronunciate dalla Ministra del Turismo. La scelta è<br />

caduta infine su un compromesso tra saperi e pratiche rituali, laddove i saperi hanno<br />

privilegiato gli aspetti moderni relativi alla attuale gestione dei cavalli, mentre le pratiche<br />

hanno riguardato quegli aspetti rituali consolidati, come ad esempio la benedizione<br />

del cavallo, le entrate e le uscite rituali dei cavalli dalla piazza, ecc.<br />

Il caso di Siena ha rappresentato nella mia esperienza un esempio di come la pratica<br />

degli inventari “ai tempi dell’UNESCO” evidenzi processi interpretativi nei quali è evidente<br />

l’influenza di istanze patrimoniali delle comunità, ma ha mostrato anche in che<br />

misura queste istanze locali possano essere influenzate a loro volta da valori globali e<br />

da dibattiti politici nazionali che possono influenzare negativamente le stesse candidature<br />

e nei cui confronti le comunità tentano di difendersi come possono.<br />

Nel caso delle due candidature e dei relativi inventari che abbiamo visto – Dieta<br />

Mediterranea e Palio – è evidente l’azione di filtro forte e ambivalente esercitata dallo<br />

Stato nei confronti delle comunità; nel primo caso come organo che sceglie dall’alto le<br />

sue eccellenze, eleggendo però quasi casualmente un’area a sua stessa insaputa,<br />

49<br />

21 - Le vicende politiche e<br />

mediatiche che hanno<br />

segnato la candidatura del<br />

Palio di Siena nel corso del<br />

2010-<strong>2011</strong> e che si sono<br />

concluse con l’esclusione<br />

della candidatura da parte<br />

del Mibac, sono<br />

estremamente interessanti<br />

per l’antropologo ed<br />

evidenziano bene le<br />

articolazioni di senso (e le<br />

manipolazioni) identitarie<br />

che a livello locale e<br />

nazionale sono state<br />

prodotte sul Palio stesso.<br />

Molto ampia è la rassegna<br />

stampa sul Palio, che<br />

presenta toni conflittuali già<br />

diversi anni prima che<br />

venisse presentata la<br />

candidatura e che hanno<br />

preparato il terreno della<br />

candidatura stessa (vedi ad<br />

es. le condanne da parte<br />

dell’ENPA e dell’ANPANA [es.<br />

Bollettino ottobre 2007:<br />

www.anpana.tutelaequini.<br />

org/2007/10/24/bollettinoottobre/]).<br />

Una dinamica che<br />

merita un’analisi specifica.

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