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Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

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documentare e registrare sistematicamente i beni culturali che esprimono la diversità<br />

culturale del Brasile» (Arantes 2000) in accordo con la definizione di patrimonio culturale<br />

(materiale e immateriale) espressa nella Costituzione federale del 1988. La creazione<br />

di questo inventario si poggia sull’articolo 8 del decreto nº 3.551/2000 che prevede<br />

l’implementazione di politiche specifiche di inventario e valorizzazione del patrimonio<br />

immateriale. Nel gennaio 2010 gli elementi inseriti nell’inventario erano 58<br />

mentre altri 20 erano in corso di realizzazione.<br />

Il Manuale di applicazione dell’Inventário Nacional de Referências Culturais precisa che<br />

le categorie degli elementi identificati nell’ambito di questo programma sono:<br />

– Celebrazioni: riti e festività associati al lavoro, alla religiosità, al tempo libero e alla<br />

vita quotidiana.<br />

– Forme di espressione: forme di comunicazione non linguistica (musicale, iconografica<br />

e performativa).<br />

– Pratiche artigianali: produzione di oggetti o prestazione di servizi.<br />

– Edifici: strutture associate ad usi particolari con un significato per la storia, la memoria<br />

o l’immaginario associato a determinati luoghi.<br />

– Luoghi: spazi significativi per la popolazione locale.<br />

L’impostazione dell’inventario è di tipo socio-spaziale. Il livello iniziale della ricerca consiste<br />

infatti nella delimitazione territoriale dell’area dell’inventario che non è tuttavia intesa<br />

in termini puramente fisici e spaziali ma viene determinata in base alle referências<br />

culturais che definiscono un universo spazialmente e socialmente delimitato (una città,<br />

un quartiere, una zona urbana, una regione geografica). Quest’area può corrispondere<br />

ad un sistema discontinuo di segmenti ma percepito come un insieme indivisibile dal<br />

punto di vista della cultura locale. La diversità delle aree prese in considerazione comporta<br />

in seguito la scelta di diverse soluzioni progettuali. Quest’area può essere in seguito<br />

suddivisa in località specifiche (Arantes 2001) ad ognuna delle quali sono poi associati<br />

i beni identificati e descritti nelle schede ad hoc. La descrizione di ogni bene culturale<br />

immateriale deve permettere un’adeguata comprensione dei processi di creazione,<br />

ricreazione, trasmissione e dei problemi che li riguardano. Questo processo è inteso<br />

come un lavoro di base per la conoscenza di tali beni e per la successiva definizione<br />

di azioni di salvaguardia.<br />

Gli elementi identificati possono essere quindi sia immateriali che materiali, come nel<br />

caso di edifici associati a determinati usi o significati storici e presi in considerazione indipendentemente<br />

dalle loro caratteristiche architettoniche o artistiche: la loro dimensione<br />

patrimoniale dipende dal valore identitario ad essi associato da determinati<br />

gruppi sociali. L’obbiettivo è quello di consentire una migliore conoscenza degli ambiti<br />

della vita sociale cui sono attribuiti sentimenti e valori e che costituiscono quindi riferimenti<br />

(referencias) identitari per determinati gruppi sociali.<br />

Sia le istituzioni pubbliche che private possono chiedere la collaborazione dell’IPHAN<br />

per realizzare questo processo di identificazione. Il loro progetto è infatti studiato<br />

dall’IPHAN che potrà richiedere degli adattamenti per farlo corrispondere alla metodologia<br />

dell’INRC. L’istituzione proponente si impegna poi ufficialmente ad utilizzare la<br />

metodologia dell’INRC nel processo di identificazione.<br />

L’IPHAN mette allora a loro disposizione la metodologia sopra descritta, forma le<br />

équipe tecniche di tali istituzioni e accompagna e orienta lo sviluppo del lavoro di inventario<br />

(Viveiros de Castro Cavalcanti 2008). Un principio imprescindibile alla base<br />

dell’inventario è il coinvolgimento della popolazione locale nel processo di identificazione.<br />

Gli elementi culturali presi in considerazione sono quelli che gli stakeholder propongono<br />

di sottoporre al processo di studio e i responsabili dell’inventario si impegnano<br />

da subito a restituire la conoscenza prodotta nel corso dell’identificazione nelle<br />

forme che permettano alla popolazione di riappropriarsene.<br />

Vengono create delle équipe incaricate del lavoro sul campo. Il Manuale raccomanda<br />

che queste équipe siano composte da tecnici e specialisti ma anche da persone-risorsa<br />

locali che potranno poi essere dei punti di riferimento nelle fasi di aggiornamento dei<br />

dati dell’inventario. Esse dovrebbero disporre di un tecnico incaricato della documentazione<br />

audiovisiva e di un certo numero di intervistatori. Un supervisor dell’équipe di<br />

campo sarà incaricato di elaborare le schede. Delle équipe tecniche sono invece incaricate<br />

della coordinazione del progetto. Il Manuale prevede che esse siano composte<br />

da specialisti scelti in base alla tipologia di beni da inventariare (antropologi, storici, storici<br />

dell’arte, geografi, architetti, musicologi, ecc.). Il processo di identificazione pre-

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