Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...
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Valentina Zingari<br />
Etnu <strong>2011</strong><br />
le arti dell’improvvisazione poetica<br />
come patrimonio dell’umanità<br />
La giornata del 12 giugno <strong>2011</strong>, realizzata nell’ambito di<br />
ETNU, è stata concepita a Nairobi, nel novembre del 2010<br />
durante le conversazioni con Abderrahman Ayoub, rappresentante<br />
della Tunisia alla riunione del 6COM-Unesco, Comitato<br />
intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio<br />
immateriale. Intensi dibattiti e scambi di idee hanno coinvolto<br />
altri partecipanti, in particolare Ahmed Skounti, rappresentante<br />
ufficiale del Marocco a Nairobi e Antonio<br />
Arantes, rappresentante di ARTESOL, ONG brasiliana accreditata<br />
UNESCO. Al ritorno da Nairobi l’idea è diventata orizzonte<br />
d’azione e si è concretizzata grazie al sostegno dell’ISRE.<br />
Da gennaio a giugno un fitto epistolario ha tessuto<br />
una prima rete di scambi, intorno alla prospettiva di costruire<br />
un dossier multi-nazionale sulle arti dell’improvvisazione<br />
poetica come patrimonio immateriale dell’umanità. L’epistolario,<br />
conservato per memoria del processo di candidatura,<br />
è stato archiviato e sarà consultabile nel sito dedicato.<br />
Cominciando dalla fine, i saluti degli ospiti, Nuoro<br />
13 giugno <strong>2011</strong><br />
Iniziando a raccogliere le fila di questo intenso periodo di<br />
dialoghi in preparazione della giornata del 12 giugno a<br />
Nuoro, mi ritrovo a pensarla dal suo finale, dal saluto degli<br />
ospiti provenienti da Tunisia, Marocco, Catalogna e<br />
Baleari, riuniti nella hall dell’Euro Hotel di Nuoro. C’era atmosfera<br />
sospesa quel giorno, vissuta come interruzione di<br />
un dialogo appena iniziato, ma anche nella pienezza di relazioni<br />
e fiducia reciproca costruita in mesi di incertezze<br />
condivise, dubbi e difficoltà organizzative, volontà di farcela.<br />
I saluti, in una solare mattinata estiva, sono stati punteggiati<br />
da idee e riflessioni sul modo per proseguire il<br />
cammino intrapreso. Forte atmosfera di ritualità, desiderio<br />
di lasciare l’isola ricercando un senso anche ai disagi vissuti,<br />
le distanze culturali, gli incontri mancati.<br />
Fiducia e creatività<br />
Dalle conversazioni conclusive, traggo due linee di rifles-<br />
sioni. L’accento messo sulla vitalità/creatività delle pratiche<br />
culturali allontana dall’esclusività di un approccio storico-filologico<br />
del bene culturale come oggetto chiuso entro<br />
cornici che tendono a riconfermare i poteri che su di<br />
esso esercitano le comunità scientifiche e istituzionali.<br />
L’importanza dell’impegno nel creare un clima di fiducia e<br />
valorizzazione delle “altre comunità” come fondamento<br />
dei processi di cooperazione. Su quest’ultimo aspetto<br />
sono in molti a prendere la parola, riflettendo sulla difficoltà<br />
dell’impresa che implica un impegno di curiosità,<br />
apertura all’incontro, attitudine umana e conoscitiva che<br />
salda il progetto intellettuale ad un progetto etico: due dimensioni<br />
indissociabili per fare “comunità patrimoniale”.<br />
Parlando della giornata del 12, emergono apprezzamenti<br />
e critiche: la densità del programma non ha favorito momenti<br />
di pausa, di dibattiti, i problemi linguistici hanno pesato<br />
sulle possibilità di dialogo, ma al di là di ciò che è<br />
espresso, lo spaesamento della partenza suggerisce pensieri<br />
sulle nostre capacità a far sentire gli “altri” in un<br />
luogo che li attendeva, ospiti in senso pieno del termine.<br />
Isole di poesia<br />
Dagli appunti di saluti, carichi di quella densità emotiva<br />
che accompagna le partenze, traggo alcune immagini.<br />
La forte presenza delle isole, culle dell’improvvisazione<br />
poetica. Viene evocato Omero, scopriamo che<br />
Abderrahman Ayoub è originario dell’arcipelago delle<br />
Isole Kerkennah, in Tunisia, e mentre parla dell’ispirazione<br />
poetica come figlia del mare, i poeti di Maiorca improvvisano<br />
versi che accompagnano con dolcezza il<br />
commiato. Così nei nostri saluti, tra Sardegna, Corsica,<br />
isole di Kerkennah, Mallorca e Minorca sono stati tracciati<br />
ponti di storia e immaginario, di rime e di riscatto.<br />
La lingua berbera a Nuoro<br />
Altra immagine forte: la lingua. Scendendo a colazione,<br />
mi trovo di fronte il sorriso del poeta Omar, che torna da<br />
ETNU <strong>2011</strong>: IL POETA IMPROVVISATORE OMAR TAOUSS, MAROCCO.