Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...
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Valentina Zingari - Università di Firenze<br />
produrre percorsi culture francofoni<br />
al patrimonio immateriale<br />
Il dibattito sul patrimonio immateriale, i criteri della sua identificazione, le strategie di<br />
“salvaguardia”, le modalità di progettazione degli inventari del patrimonio immateriale<br />
a livello nazionale o regionale sta diventando uno dei luoghi chiave per pensare il ruolo<br />
delle comunità scientifiche in dialogo con la società civile, le politiche culturali nazionali<br />
regionali e locali, gli organismi internazionali. Dal 1997 ad oggi ho partecipato, in<br />
Francia, a progetti di studio finalizzati alla valorizzazione patrimoniale, lo sviluppo locale,<br />
la museografia etnografica.<br />
Spostamenti<br />
Analizzando l’evoluzione dei progetti in cui sono stata coinvolta come professionista<br />
antropologa, i temi di studio, è visibile uno spostamento da un approccio territoriale<br />
in cui prevalgono l’interpretazione del paesaggio, la memoria dell’ambiente naturale,<br />
delle culture agropastorali lo studio delle identità locali e dei patrimoni rurali, verso<br />
un approccio più sensibile alla raccolta di testimonianze e biografie orali nel quadro<br />
della costituzione di “patrimoni dell’immigrazione”, “patrimoni industriali”, “patrimoni<br />
urbani”, “Memorie del XX secolo”. Da rilevare anche una progressiva tendenza<br />
a considerare la memoria storica ed i patrimoni narrativi come “oggetti culturali” da<br />
salvaguardare e trasmettere. In Rhône-Alpes, (territorio in cui ho vissuto la maggior<br />
parte delle mie esperienze etnografiche) la dignità della “fonte” e del documento sonoro<br />
come oggetto culturale in sé si è costruita negli anni, io la vedo legata ai numerosi<br />
usi di queste voci registrate, di questi paesaggi sonori in progetti di valorizzazione<br />
museografica, teatrale, espositiva. Negli anni 2007-2009, ho potuto beneficiare<br />
di finanziamenti per digitalizzazione ed analisi dei documenti audio-visivi ed il<br />
fondo di ricerca costituito in un decennio di lavori per committenza pubblica, è stato<br />
quasi interamente “salvaguardato” presso gli archivi provinciali della Savoia. Buona<br />
parte di questi progetti di ricerca si sono svolti grazie a meccanismi di consiglio e cofinanziamento<br />
della “Mission du Patrimoine Ethnologique” dal 2003 “Mission à<br />
l’Ethnologie”, presente nelle regioni attraverso il sistema dei “consiglieri all’etnologia”,<br />
delle DRAC (“Directions Régionales à l’Action <strong>Culture</strong>lle”, il Ministero della<br />
Cultura in regione). Ho partecipato a progetti condotti a scala locale, provinciale, regionale,<br />
nazionale ed europea (INTERREG), in collaborazione sistematica con le agenzie<br />
provinciali che gestiscono l’azione culturale (le “Conservations du patrimoine”). I<br />
progetti di studio e valorizzazione dei patrimoni culturali condotti attraverso una<br />
“presa di parola” degli attori locali, sono anche luoghi di sperimentazione e analisi<br />
dei processi di patrimonializzazione. La “domanda di patrimonio” come luogo di riconoscimento,<br />
il desiderio di far parte della <strong>Storia</strong> che si realizza attraverso gesti di<br />
trasmissione, racconto, scrittura, è un fenomeno globale in forte crescita. Sempre più