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Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

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1 - Roma, Carocci, 2009,<br />

con qualche connessione<br />

anche con il testo proposto a<br />

Nuoro da Abderrahman<br />

Ayoub (Institut national du<br />

Patrimoine, Tunis) su<br />

Mémoire et improvisation.<br />

2 - A. R. Damasio, Emozione<br />

e coscienza, Milano, Adelphi,<br />

2005 (ed.or.1999).<br />

3 - Paolo Bravi, Pratiche,<br />

poetiche e voci degli<br />

improvvisatori nella Sardegna<br />

meridionale, Nuoro, ISRE,<br />

2010.<br />

4 - Maria Manca, Cantare in<br />

poesia per sfidare la sorte.<br />

Un approccio antropologico<br />

alla gara poetica logudorese<br />

in Sardegna, Nuoro, ISRE,<br />

2009.<br />

5 - Grazia Tiezzi,<br />

L’improvvisazione in ottava<br />

rima in Toscana. Una pratica<br />

di comunicazione solenne, in<br />

La comunicazione parlata 3,<br />

Napoli, 23-25 febbraio 2009,<br />

in www.gscp.it<br />

90<br />

bile, hanno cantato a cena e a colazione, e quando uno di loro che doveva marcare –<br />

con un colpo del tamburello che non aveva – un cambio di ritmo nel canto e nell’improvvisazione,<br />

ha dato un colpo poderoso sul tavolo della presidenza, che sembrava un colpo<br />

di fucile. Ci ha dato l’idea della forza del cambio di ritmo, e ha cercato di imporla al nostro<br />

battito di mani. Abbiamo intuito l’esigenza, abbiamo simulato l’assenza. In questo<br />

c’era molta verità comunicativa. Ma perché uscire dal contesto? Esibirsi in queste condizioni?<br />

Io credo che sia perché ‘vogliono entrare nella storia’, come avrebbe detto Ernesto<br />

de Martino, perché desiderano che la loro espressione artistica sia comunicata al mondo,<br />

e ci sia in questo un senso di affermazione della libertà, della diversità, del rischio e del<br />

dolore del mondo globale. Affermarsi in una possibile fratellanza con altri, nella pace<br />

delle differenze ascoltate, riconosciute, non nella guerra delle differenze armate.<br />

Questa pluralità che pur rinvia a contesti e mondi diversi si può fare ‘evento’, essere sospesa<br />

in un campo percettivo in cui dalla vicinanza dei diversi mondi cogliamo qualcosa di nuovo<br />

e di comune, di diverso e di stupefacente. I presenti a Nuoro secondo me lo hanno accolto<br />

così, così io ho sentito, anche se ero impegnato a risparmiare minuti e a far quadrare orari,<br />

per me è stata una esperienza di stupore. Ma quelli che stavano lì, il pubblico, fatto anche<br />

da coloro che ancora dovevano cantare, secondo me hanno ospitato la differenza nel loro<br />

sistema cognitivo ed emozionale, e ne sono stati arricchiti, toccati. Una specie di specimen<br />

di quale può essere il senso di un riconoscimento internazionale: riconoscersi non ‘essere<br />

riconosciuti’. Trovare in se stessi, in noi stessi, il senso della società civile internazionale,<br />

della sfera pubblica che mette insieme le varietà delle forme di vita.<br />

La musica è il racconto<br />

Verso la fine della giornata è stato detto che la musica è una forma di esperienza e conoscenza<br />

del mondo. Ho pensato che volesse dire che la musica non è quella cosa che<br />

ascolti in metropolitana per non sentire gli altri, o che metti nella autoradio per distrarti,<br />

o una decorazione della vita, ma è un modo di sapere, vivere, raccontare il mondo.<br />

Forse una cosa ovvia, ma che da subito polemizza con l’idea che il conoscere sia solo o<br />

meccanico-fisico o logico-verbale. A. Sobrero ha scritto ne Il cristallo e la fiamma dedicato<br />

al rapporto tra antropologia e narrazione 1 citando un neuro scienziato:<br />

noi esistiamo come essere mentali quando e soltanto quando vengono raccontate<br />

storie primigenie, finché e soltanto finché vengono raccontate, finché la storia dura<br />

noi stessi siamo la musica 2 .<br />

Sento una connessione tra l’idea de ‘la musica come forma di conoscenza’ e ‘noi stessi<br />

siamo la musica’, tra musica e narrazione, intesa come forma vitale degli esseri umani.<br />

La musica forse è una forma di narrazione.<br />

Sobrero usando uno degli autori che predilige, che è Jerome S. Bruner, finisce la sua<br />

rassegna teorica con queste parole: «abbiamo superato Esopo, la grande narrativa è<br />

un invito a trovare i problemi, non una lezione su come risolverli. È una profonda riflessione<br />

sulla situazione umana, sulla caccia più che sulla preda».<br />

La musica, il canto, l’improvvisazione in versi, sono forme di esperienza e di conoscenza<br />

del mondo. Sono narrazioni. Costruiscono tragitti, espressioni diverse, mondi sonori, regole<br />

di produzione e ascolto, si fanno sia habitus che ricerca? Me lo domando.<br />

La poesia improvvisata condivide codici musicali, letterari, verbali, dialogici, retorici,<br />

contrastivi, comunicativi, prossemici, contestuali, rituali. È un mondo dentro mondi locali,<br />

memorie e stili locali, che si giustappone ad altri, che si affratella ad essi.<br />

Essere analfamusici, come me, non obbliga ad essere stupidi, possiamo imparare ad<br />

ascoltare, ad apprezzare, a confrontare, a riconoscere sistemi, a cogliere differenze.<br />

Anche solo da elementi, tratti, testi; ormai possiamo immaginare nazioni, figurarsi se<br />

non possiamo immaginare contesti espressivi.<br />

Improvvisazione come forma di vita? Giochi linguistici? Improvvisazione come pratiche<br />

e poetiche di una civiltà locale 3 ma anche di una multi comunità plurale? Cantare in<br />

poesia per sfidare la sorte 4 ? Produrre una forma di mediazione dei conflitti, che avviene<br />

nelle modalità condivise e autorevoli di una comunicazione solenne 5 ?<br />

Il mondo conoscitivo che si apre all’occhio degli ‘elementi’ Unesco, attiva un occhio<br />

comparativo nuovo, lontano dalle regole auree del contestualismo e dell’olismo, ma<br />

capace di costruire modelli immaginativi contestuali e olistici, capace di creare reti di<br />

nessi comparativi, come quelli di Geertz sul concetto di ‘persona’ tra Indonesia e<br />

Marocco, o quelli di Fabietti tra le generazioni giovani di vari mondi. Riconoscere per<br />

sistemi di differenze e per tentativi di senso.

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