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Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

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vede quindi l’intervento di professionisti, non solo accademici specialisti nell’interpretazione<br />

dei sistemi culturali considerati (in particolare antropologi) ma anche tecnici del<br />

patrimonio (Arantes 2000).<br />

Il processo di inventario è finalizzato a descrivere le principali caratteristiche dei beni<br />

considerati. Il processo è sistematico e standardizzato in modo da consentire la comparazione<br />

dei dati e il loro inserimento in una banca dati nazionale in corso di realizzazione<br />

accessibile a tecnici e a ricercatori (http://www.iphan.gov.br/bcrE/pages/indexE.jsf).<br />

Il processo di identificazione previsto dall’INRC si compone di tre tappe corrispondenti<br />

a livelli successivi di approfondimento.<br />

1) Indagine preliminare: riunione e sistematizzazione delle informazioni già disponibili relative<br />

a un ambito selezionato. Questa fase di indagine produce una mappatura culturale<br />

che può avere carattere territoriale, geopolitico o tematico e permette di circoscrivere<br />

il territorio che sarà oggetto dell’inventario. Questa ricerca serve ad identificare le<br />

fonti e i documenti, a prendere contatto con le organizzazioni locali, a individuare gli<br />

ambiti che potranno essere analizzati in modo più approfondito nelle fasi successive<br />

dell’identificazione. I criteri per la selezione degli elementi si basano su un equilibrio tra<br />

ciò che è considerato rappresentativo da una comunità e ciò che ha un interesse tecnico<br />

o scientifico. I dati sono raccolti e organizzati attraverso una scheda.<br />

2) Identificazione: descrizione sistematica e classificazione delle referências culturais<br />

rilevanti; mappatura delle relazioni tra queste referências e altri beni e pratiche; indicazione<br />

degli aspetti essenziali dei loro processi di formazione, produzione, riproduzione<br />

e trasmissione. Questa tappa prevede principalmente la realizzazione di interviste<br />

con gli attori sociali e non prevede necessariamente l’osservazione diretta<br />

della pratica qualora essa si svolga in un periodo dell’anno diverso da quello nel<br />

quale viene realizzata la ricerca. In questa fase vegono identificati i beni culturali<br />

per mezzo di questionari specifici a seconda della tipologia di bene (celebrazioni,<br />

edifici, forme di espressione, luoghi, pratiche artigianali). Le informazioni raccolte<br />

vengono poi registrate nelle schede di identificazione.<br />

3) Documentazione: sviluppo di studi tecnico-scientifici di impostazione essenzialmente<br />

etnografica e produzione di documentazione audiovisiva o di altro tipo, adeguata alla<br />

comprensione dei beni identificati. Questi compiti sono affidati a degli specialisti.<br />

Registro de Bens Culturais de Natureza Imaterial<br />

Il registro è uno strumento amministrativo di riconoscimento in vista della valorizzazione<br />

dei beni. Esso è stato istituito dal Decreto n° 3.551 del 4 agosto 2000 e si compone<br />

di quattro libri che corrispondono, eccezion fatta per gli edifici, alle categorie<br />

dell’inventario:<br />

1) Saperi: conoscenze radicate nella quotidianità delle comunità.<br />

2) Celebrazioni: rituali e festività che scandiscono la vita collettiva del lavoro, della religiosità,<br />

del divertimento e di altre pratiche della vita sociale.<br />

3) Forme di espressione: manifestazioni letterarie, musicali, plastiche, sceniche e ricreative.<br />

4) Luoghi: mercati, fiere, santuari, piazze e altri spazi in cui si riproducono pratiche<br />

culturali collettive.<br />

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RODA DI CAPOEIRA.

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