Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...
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88<br />
Pietro Clemente<br />
Etnu <strong>2011</strong><br />
los tejedores de la poesia e su donu de deus<br />
I tessitori della poesia e il dono di Dio ETNU<br />
Payadores, poetas<br />
humildemente altivos,<br />
a través<br />
de la historia<br />
y sus reveses,<br />
a través<br />
de la paz y de la guerra,<br />
de la noche y la aurora,<br />
sois vosotros<br />
los depositarios,<br />
los tejedores<br />
de la poesia<br />
P. Neruda, Oda a los poetas populares (circa 260 versi, 1954)<br />
Mettere insieme un mondo<br />
Mi verrebbe voglia di ritradurre questa poesia di Neruda, lunghissima e intensa, alla<br />
luce dell’incontro dei poeti improvvisatori che si è tenuto a Nuoro, domenica 12 giugno,<br />
nel quadro di ETNU, dedicato al progetto: Le arti dell’improvvisazione poetica<br />
come patrimonio immateriale dell’umanità. Avevamo scritto nell’invito: Una giornata<br />
per mettere insieme un mondo: verso il dossier plurilocale. Il mondo che abbiamo<br />
messo insieme era fatto di studiosi e poeti della Tunisia e del Marocco, che rappresentavano<br />
anche il mondo beduino e il mondo berbero. Della Catalogna e delle Isole<br />
Baleari. Il Brasile e l’Argentina erano rappresentati da studiosi che ci hanno mostrato<br />
poeti in azione, poi c’era l’Italia con l’improvvisazione molteplice dei sardi (4 tipi di improvvisazioni)<br />
e quella più simile di toscani e laziali (l’ottava rima incatenata), i corsi<br />
erano con noi con il cuore e la memoria delle loro voci ricche di sonorità conversative.<br />
Altri mondi erano assenti, in questa prima occasione di incontro a Nuoro, in una direzione<br />
‘plurilocale’. Che vuol dire non internazionale, ma basato sui luoghi del canto improvvisato,<br />
per i quali la Corsica non è Francia, i berberi non sono arabi, i sardi non<br />
sono italiani, i catalani non sono spagnoli, ecc. Un mondo richiamato a uno sguardo<br />
ravvicinato, lontano all’occhio spianatore del neomodernismo, delle nazioni storiche.<br />
Cosa resta di una giornata così rara, così inedita. La si può vedere da mille punti di vista:<br />
c’erano delle tensioni di backstage, c’erano ritardi nei tempi, tutti i nordafricani sono stati<br />
privati delle valige dalla compagnia aerea con la quale viaggiavano, privi di tamburi, strumenti,<br />
vestiti tradizionali hanno cantato per noi per un alto senso di onore. I sardi hanno<br />
cantato la sera, nella giornata hanno discusso presentando i problemi delle loro diverse<br />
forme di improvvisazione e di associazione. Ma al di là dei limiti a me sono apparsi gli oriz-<br />
<strong>2011</strong>.