Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...
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52<br />
Antonio A. Arantes<br />
produrre culture<br />
1<br />
diversità culturale e politiche<br />
della differenza nella salvaguardia<br />
dell’eredità culturale intangibile*<br />
1 - Il presente saggio è tratto<br />
da Antonio A. Arantes,<br />
Cultural Diversity and the<br />
Politics of Difference in<br />
Safeguarding Intangible<br />
Cultural Heritage, in J. Blake,<br />
Safeguarding intangible<br />
cultural heritage: challenges<br />
and approaches: a collection<br />
of essays, Pentre Moel,<br />
United Kingdom, Institute of<br />
Art and Law, 2007, pp.<br />
81-91, ISBN 1-903987-10-5.<br />
* Nota di traduzione:<br />
recependo le nuove<br />
prospettive emerse<br />
soprattutto in occasione<br />
degli ultimi incontri della<br />
Simbdea, nel presente testo<br />
l’aggettivo inglese<br />
“intangible”, riferito al<br />
patrimonio culturale, non è<br />
stato reso con la parola<br />
“immateriale”, come vuole<br />
l’uso corrente italiano, bensì<br />
con la parola “intangibile”<br />
(Lia Giancristofaro).<br />
La costruzione della memoria sociale e la conservazione del patrimonio culturale sono pratiche<br />
strettamente legate alla riproduzione della vita sociale. Ambedue creano punti di riferimento<br />
affettivi e cognitivi, fornendo rimandi condivisi del cambiamento storico.<br />
Tuttavia, la grande differenza tra loro risiede nel fatto che, mentre la costruzione della memoria<br />
sociale riguarda principalmente le istituzioni sociali e gli attori appartenenti a particolari<br />
ambienti sociali, la conservazione del patrimonio culturale è un’attività statale specializzata<br />
che implica necessariamente l’opera di professionisti, esperti, agenzie governative di<br />
ambito nazionale, regionale e multilaterale, la cui cultura istituzionale, gli impegni politici e<br />
le priorità possono differire da – e a volte sono in conflitto con – le realtà sociali locali.<br />
La natura e la complessità di tale divario tra “l’interno” e “l’esterno” delle comunità<br />
culturali variano e tendono a diventare particolarmente complesse in funzione dei valori<br />
che le culture egemoniche attribuiscono alla diversità culturale. Questo è spesso il<br />
caso delle situazioni in cui il patrimonio ufficialmente protetto è costruito sulle pratiche<br />
culturali indigene e popolari.<br />
La globalizzazione della produzione culturale ha dato un nuovo significato a oggetti e<br />
idee che trasmettono senso di localizzazione e/o di identità, sollevando l’interesse pubblico<br />
e la preoccupazione istituzionale tramite l’inventariazione e la protezione della diversità<br />
culturale. Le implicazioni di questo cambiamento non riguardano solo le cosiddette<br />
“industrie creative”, dal momento che la presente questione è stata anche oggetto<br />
della Convenzione UNESCO del 2005 per la Protezione della Diversità Culturale<br />
e delle Espressioni Artistiche.<br />
I saperi tradizionali e le forme espressive tradizionali sono utilizzati, proprio come “paesaggi<br />
esotici”, alla stregua di pietre miliari per l’attuazione di programmi umanitari e<br />
di sviluppo socio-economico delle regioni più povere del mondo. Da un punto di vista<br />
intellettuale, questa rinnovata consapevolezza verso tutte le “cose locali” stimola una<br />
riflessione critica su alcuni aspetti epistemologici e giuridici connessi con l’identificazione,<br />
la documentazione e la promozione del patrimonio culturale. Tra questi, si pongono<br />
ad esempio l’autorità intellettuale connessa alla produzione degli inventari, le<br />
conseguenze sociali dell’introduzione di nuovi ingredienti nella produzione culturale a<br />
livello locale, nonché le questioni legali riguardanti i diritti collettivi di proprietà intellettuale;<br />
sono, questi, solo alcuni dei titoli dell’attuale dibattito tra gli studiosi e gli<br />
esperti sulle questioni relative al patrimonio culturale intangibile.<br />
Il presente articolo si propone di contribuire al dibattito che circonda le questioni esposte<br />
in queste brevi considerazioni introduttive, concentrandosi sulle politiche emergenti<br />
relative alla salvaguardia del patrimonio culturale intangibile. Per fornire un riferimento<br />
concreto a questa riflessione, prenderò in esame il caso del Brasile, chiamando in<br />
causa, nel contempo, alcune implicazioni più ampie.