11.06.2013 Views

Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Per aver vissuto dall’interno l’ambiente descritto in questo testo tra il 1999 ed il 2010,<br />

vorrei richiamare l’attenzione sulle tensioni e il disagio del ricercatore etnologo, impegnato<br />

a “dare la voce” al pluralismo culturale della società francese e dei suoi territori,<br />

pur dovendo fare i conti con “uno strumento di governabilità impastato di tradizione<br />

giacobina e pedagogismo patrimoniale”.<br />

La ricerca-azione e l’esperienza degli ecomusei e dei musei di società. Un aspetto cui<br />

vorrei dare rilievo è il nesso tra le politiche del patrimonio, definite da rapporti e convenzioni<br />

nazionali, ed il movimento dei musei di società e degli ecomusei. L’ambiente<br />

culturale creato dal movimento dei musei di società ha fortemente influito sull’effervescenza<br />

progettuale degli anni 90, creando le basi etiche e metodologiche per lo sviluppo<br />

di quella “ricerca-azione” o “antropologia implicata” che ha avuto nel dialogo<br />

tra “Consiglieri all’etnologia”, “Conservatori del patrimonio”, professionisti, associazionismo,<br />

musei e università un terreno ricco di progettualità e di spazi per le etnografie.<br />

In una intervista biografica del 2007 8 , Jean-Pierre Laurent, Conservatore del Musée<br />

Dauphoinois, ha raccontato le avventure di quegli anni collegando ogni tappa della sua<br />

storia professionale ad una realizzazione museografica, frutto di etnografie partecipate<br />

e di un profondo rapporto umano con gli attori sociali.<br />

Trasmettere: quali patrimoni?<br />

L’incontro “Transmettre: quel(s) patrimoine(s)”, organizzato nel giugno 2010 all’Università<br />

di Toulouse da un gruppo di antropologi e storici, con la guida di Christian<br />

Hottin (Responsabile della “Mission Ethnologie”, LAHIC, Ministero della Cultura) riprendendo<br />

il percorso di riflessione del convegno “l’instaurazione del patrimonio etnologico”,<br />

si concentra sul tema della trasmissione come sfida della patrimonializzazione.<br />

Nella presentazione dell’argomentazione scientifica, rivendicando il ruolo dell’antropologia<br />

e il concetto di patrimonio etnologico come matrice della “rivoluzione patrimoniale”<br />

in corso, leggiamo:<br />

La nozione di patrimonio culturale immateriale, messa a punto in seno alla<br />

Convenzione adottata dall’Unesco nel 2003, solleva ad un livello inedito il fenomeno<br />

della trasmissione in seno al concetto di patrimonio. Se per molto tempo il<br />

patrimonio si è visto cristallizzato in oggetti culturali, si è dovuto attendere gli sviluppi<br />

della nozione di “patrimonio etnologico” introdotta dal movimento delle<br />

“arti e tradizioni popolari” e consacrata in Francia dalla nascita, nel 1980, della<br />

“Missione del patrimonio etnologico” perché i processi (eredità, trasmissione, apprendimento,<br />

creazione, ecc.) investissero il campo del patrimonio.<br />

L’analisi proposta sottolinea l’emergere delle modalità di trasmissione come decisive<br />

per l’attribuzione di uno statuto patrimoniale:<br />

la trasmissione (il suo modo, i suoi attori, i suoi spazi) diventava in tal modo il criterio<br />

determinante del processo di patrimonializzazione (…) In questo senso, prolungando<br />

la proposta degli autori e quella dell’Unesco, potremmo essere condotti,<br />

nel quadro di un ripensamento della nozione di patrimonio, a abbandonare provvisoriamente<br />

l’oggetto della trasmissione e considerare la trasmissione (a seconda<br />

dei suoi modi, luoghi, condizioni, attori) come oggetto patrimoniale e almeno<br />

come sfida della patrimonializzazione.<br />

L’interesse dell’argomentazione del convegno è legata alla genesi della domanda, suscitata<br />

dal processo di dialogo con le “comunità patrimoniali” indotto dalla<br />

Convenzione. Leggiamo infatti:<br />

Questo convegno vorrebbe contribuire a questo progetto di ridefinizione, ispirato<br />

dall’appello a candidature lanciato dalla Missione Etnologia nel quadro di un censimento<br />

degli elementi suscettibili di una iscrizione sulle liste Unesco del patrimonio<br />

immateriale. (…) Alcuni dossier, come quelli del “Compagnonnage”, pongono<br />

in effetti al cuore della candidatura la questione della trasmissione come oggetto<br />

patrimoniale. Invitati a prendere la misura di ciò che procura loro “identità e continuità”,<br />

i “compagnons”, così come altre comunità hanno sottolineato il fatto che<br />

la loro “durata” si elabora in un tipo di relazione istituita (che è precisamente un<br />

75<br />

8 - L’intervista da me<br />

registrata non è ancora stata<br />

pubblicata. Nel 2008 è stato<br />

pubblicato dal Musée<br />

Dauphinois un testo<br />

biografico, Et l’homme se<br />

retrouve, dedicato a Laurent,<br />

come riconoscimento al<br />

fondatore del Museo attuale.<br />

Nel capitolo “Un musée c’est<br />

un monde d’humanité”,<br />

Laurent racconta la sua<br />

filosofia di museo di società.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!