Antropologia museale, n. 28-29, 2011 - Dipartimento Storia Culture ...
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Per aver vissuto dall’interno l’ambiente descritto in questo testo tra il 1999 ed il 2010,<br />
vorrei richiamare l’attenzione sulle tensioni e il disagio del ricercatore etnologo, impegnato<br />
a “dare la voce” al pluralismo culturale della società francese e dei suoi territori,<br />
pur dovendo fare i conti con “uno strumento di governabilità impastato di tradizione<br />
giacobina e pedagogismo patrimoniale”.<br />
La ricerca-azione e l’esperienza degli ecomusei e dei musei di società. Un aspetto cui<br />
vorrei dare rilievo è il nesso tra le politiche del patrimonio, definite da rapporti e convenzioni<br />
nazionali, ed il movimento dei musei di società e degli ecomusei. L’ambiente<br />
culturale creato dal movimento dei musei di società ha fortemente influito sull’effervescenza<br />
progettuale degli anni 90, creando le basi etiche e metodologiche per lo sviluppo<br />
di quella “ricerca-azione” o “antropologia implicata” che ha avuto nel dialogo<br />
tra “Consiglieri all’etnologia”, “Conservatori del patrimonio”, professionisti, associazionismo,<br />
musei e università un terreno ricco di progettualità e di spazi per le etnografie.<br />
In una intervista biografica del 2007 8 , Jean-Pierre Laurent, Conservatore del Musée<br />
Dauphoinois, ha raccontato le avventure di quegli anni collegando ogni tappa della sua<br />
storia professionale ad una realizzazione museografica, frutto di etnografie partecipate<br />
e di un profondo rapporto umano con gli attori sociali.<br />
Trasmettere: quali patrimoni?<br />
L’incontro “Transmettre: quel(s) patrimoine(s)”, organizzato nel giugno 2010 all’Università<br />
di Toulouse da un gruppo di antropologi e storici, con la guida di Christian<br />
Hottin (Responsabile della “Mission Ethnologie”, LAHIC, Ministero della Cultura) riprendendo<br />
il percorso di riflessione del convegno “l’instaurazione del patrimonio etnologico”,<br />
si concentra sul tema della trasmissione come sfida della patrimonializzazione.<br />
Nella presentazione dell’argomentazione scientifica, rivendicando il ruolo dell’antropologia<br />
e il concetto di patrimonio etnologico come matrice della “rivoluzione patrimoniale”<br />
in corso, leggiamo:<br />
La nozione di patrimonio culturale immateriale, messa a punto in seno alla<br />
Convenzione adottata dall’Unesco nel 2003, solleva ad un livello inedito il fenomeno<br />
della trasmissione in seno al concetto di patrimonio. Se per molto tempo il<br />
patrimonio si è visto cristallizzato in oggetti culturali, si è dovuto attendere gli sviluppi<br />
della nozione di “patrimonio etnologico” introdotta dal movimento delle<br />
“arti e tradizioni popolari” e consacrata in Francia dalla nascita, nel 1980, della<br />
“Missione del patrimonio etnologico” perché i processi (eredità, trasmissione, apprendimento,<br />
creazione, ecc.) investissero il campo del patrimonio.<br />
L’analisi proposta sottolinea l’emergere delle modalità di trasmissione come decisive<br />
per l’attribuzione di uno statuto patrimoniale:<br />
la trasmissione (il suo modo, i suoi attori, i suoi spazi) diventava in tal modo il criterio<br />
determinante del processo di patrimonializzazione (…) In questo senso, prolungando<br />
la proposta degli autori e quella dell’Unesco, potremmo essere condotti,<br />
nel quadro di un ripensamento della nozione di patrimonio, a abbandonare provvisoriamente<br />
l’oggetto della trasmissione e considerare la trasmissione (a seconda<br />
dei suoi modi, luoghi, condizioni, attori) come oggetto patrimoniale e almeno<br />
come sfida della patrimonializzazione.<br />
L’interesse dell’argomentazione del convegno è legata alla genesi della domanda, suscitata<br />
dal processo di dialogo con le “comunità patrimoniali” indotto dalla<br />
Convenzione. Leggiamo infatti:<br />
Questo convegno vorrebbe contribuire a questo progetto di ridefinizione, ispirato<br />
dall’appello a candidature lanciato dalla Missione Etnologia nel quadro di un censimento<br />
degli elementi suscettibili di una iscrizione sulle liste Unesco del patrimonio<br />
immateriale. (…) Alcuni dossier, come quelli del “Compagnonnage”, pongono<br />
in effetti al cuore della candidatura la questione della trasmissione come oggetto<br />
patrimoniale. Invitati a prendere la misura di ciò che procura loro “identità e continuità”,<br />
i “compagnons”, così come altre comunità hanno sottolineato il fatto che<br />
la loro “durata” si elabora in un tipo di relazione istituita (che è precisamente un<br />
75<br />
8 - L’intervista da me<br />
registrata non è ancora stata<br />
pubblicata. Nel 2008 è stato<br />
pubblicato dal Musée<br />
Dauphinois un testo<br />
biografico, Et l’homme se<br />
retrouve, dedicato a Laurent,<br />
come riconoscimento al<br />
fondatore del Museo attuale.<br />
Nel capitolo “Un musée c’est<br />
un monde d’humanité”,<br />
Laurent racconta la sua<br />
filosofia di museo di società.