13.06.2013 Views

ASSASSINO” DI PIAZZALE LOTTO - Misteri d'Italia

ASSASSINO” DI PIAZZALE LOTTO - Misteri d'Italia

ASSASSINO” DI PIAZZALE LOTTO - Misteri d'Italia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

prossimo. Gli interrogatori successivi, con le contestazioni e gli «a noi invece<br />

risulta», mi serviranno come banco di prova, come acciarino della memoria.<br />

Seconda notte ai «topi» e, il mattino dopo, altro tu per tu con i carabinieri. Del<br />

magistrato manco l'ombra: si è eclissato. Sono a terra. Ho macinato supposizioni e<br />

tentativi di ricordo, senza approdare ad alcun risultato. L'ufficiale Francesco Paolo<br />

Bello, invece, ha l'aria di chi ha messo a segno un buon colpo. La sera stessa del mio<br />

arresto, i «grippa» hanno perquisito l'appartamento di via Veniero. Hanno trovato un<br />

cappotto color cammello, un paltò grigio scuro (sarà considerato una prova della mia<br />

colpevolezza), due paia di calzoni, un giubbotto di renna, una borsa di cuoio marrone<br />

con manici, una borsa di finta pelle nera sempre con manici (è quella di mio padre: ci<br />

mette dentro la «schisceta», la povera colazione dei muratori, degli imbianchini), un<br />

maglione e un quaderno-diario. Questo diario Francesco Paolo Bello lo ha letto, lo ha<br />

interpretato e pensa di aver beccato la prova letteraria della mia cattiva coscienza, di<br />

un turbamento da dopo crimine. Quel quaderno mi aveva fatto compagnia nei diciotto<br />

mesi di carcere per furto pluriaggravato. Ci buttavo dentro un po' di tutto: le brutte<br />

copie delle lettere a qualche ragazza, pensieri, racconti di fatti, sentimenti, fantasie. In<br />

galera si diventa un po' tutti filosofi e grafomani.<br />

In questo minestrone, in questa specie di libro-mastro dei miei giorni a San Vittore, il<br />

colonnello ha scoperto una paginetta scritta proprio l'undici febbraio 1967, dopo un<br />

silenzio «letterario» di quasi un anno. Eccola: «Oggi carnevale 1967, il primo<br />

carnevale passato in serenità non con soldi ma felice perché lo passerò con la mia<br />

ragazza. Non ho voglia di uscire e neanche di andarmi a divertire, a parte il fatto che<br />

mancherebbero i quattrini. E poi, penso che si può essere felici anche così, oggi. Per<br />

di più ho un gran mal di testa. Dipenderà che ieri ho abusato un po' troppo. Ma cose<br />

che capitano a noi vivi. Tante volte mi chiedo perché, felici come siamo, non ci deve<br />

essere la felicità completa. È assurdo. Ma è sempre così, quando si ha una cosa non si<br />

ha tante altre cose. Però sono felice di avere quella cosa che si chiama amore che<br />

credo non ci sono quattrini abbastanza per comprarla».<br />

«Che cosa ha inteso esprimere», mi chiede Bello, «con detti pensieri e perché il<br />

foglio si conclude con la parola “fine” in luogo, a differenza di tutti gli altri, della sua<br />

firma?» «Innanzitutto la firma c'è», rispondo. «Ed è la parola “Lino” e non “fine”.<br />

Portavo sempre con me il diario. Se l'ho interrotto per riprenderlo l'undici febbraio, è<br />

perché a Trieste, al reggimento, non avevo nulla da scrivere. È semplice. Ho tirato<br />

giù questi quattro pensieri, perché ero felice. Era il primo carnevale che passavo con<br />

la mia ragazza. Volevo farglieli leggere. Non ricordo se poi lo feci». È la pura verità.<br />

Del resto soltanto un improvvisato psicologo poteva leggere in quelle righe rimorso e<br />

sconforto per il delitto commesso. Parlavo di serenità, di felicità, di amore: tutti stati<br />

d'animo naturali in chi ha le mani fresche di sangue. Quanto alla non completa<br />

felicità, al «quando si ha una cosa non si ha tante altre cose» mi riferivo - lo dissi e lo<br />

si capiva dal contesto - ai quattrini, alla povertà, al fatto che, mettendoci insieme, io e<br />

Silvana, avremmo dovuto sbarcare il lunario con i denti. Il colonnello - era un<br />

gradino sotto ma lo avranno promosso - non molla, però. Gli piace troppo l'idea della<br />

lettera rivelatrice e detta a verbale: «Gli interroganti richiamano l'attenzione del<br />

Virgilio sull'importanza che assume tale ammissione (il problema del denaro) alla

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!