La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb
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prerogative. Anzi, ha suscitato l'effetto opposto: ha determinato<br />
la <strong>di</strong>ssoluzione dell'operare artistico come attività specifica,<br />
trasformandolo in travestimento dell'idea 32 , in iconizzazione del<br />
concetto. Ma proprio come le icone bizantine, le icone <strong>dell'arte</strong><br />
<strong>di</strong> oggi servono a perpetuare la nostra fede - o il nostro mito -<br />
nell'arte eludendo tuttavia qualsiasi messa in questione relativa<br />
alla sua esistenza ed alla sua autenticità.<br />
Il nesso autoconsapevolezza-autoconservazione si trova dunque<br />
realizzato in primo luogo sul piano del linguaggio <strong>dell'arte</strong> e<br />
poiché, come Duchamp stesso affermava, non è l'arte in sé ad<br />
essere importante, quanto l' idea <strong>dell'arte</strong>, la via immateriale<br />
che l'esperienza artistica attuale ad<strong>di</strong>ta non può che condurre al<br />
<strong>di</strong>ssolvimento non solo in senso fisico-oggettuale, ma soprattutto<br />
in senso tautologico della "cosa" artistica, che sottraendosi alla<br />
domanda su "cosa essa realmente sia" (che porterebbe la questione<br />
nell'ambito del significato o dell'essenza), ci parla unicamente<br />
<strong>di</strong> se stessa o tuttalpiù della concezione che l'ha portata lì,<br />
insomma del proprio darsi ritualizzato dentro l'universo dato ed<br />
insindacato <strong>dell'arte</strong>. Che questa agnostica autochiusura dentro lo<br />
"hortus conclusus" <strong>di</strong> un idea <strong>dell'arte</strong> (o estetizzazione <strong>di</strong> cose)<br />
sia anche una forma <strong>di</strong> autoesilio dal mondo ce lo <strong>di</strong>ce anche la<br />
"strategia fatale" del suo porsi come sistema (vale a <strong>di</strong>re come<br />
struttura complessa retta dall'inter<strong>di</strong>pendenza dei suoi elementi<br />
costitutivi). Il fatto è massimamente evidente oggi: non vi è<br />
manifestazione artistica che non "accada" all'interno del sistema<br />
<strong>dell'arte</strong>, anzi ogni manifestazione è "artistica" nella misura in<br />
cui sa varcare la soglia del sistema, che conferendole legittimazione<br />
autolegittima <strong>di</strong> fatto il proprio potere auto-organizzativo.<br />
In realtà, insomma, il sistema attraverso cui il mondo <strong>dell'arte</strong><br />
si dà un'auto-organizzazione è un sistema <strong>di</strong> designazione (non<br />
ricerca un senso <strong>di</strong> autenticità, non emette giu<strong>di</strong>zi estetici, non<br />
<strong>di</strong>scerne l'essenza, ma semplicemente asserisce una qualità<br />
artistica per pura tautologia) alla cui origine sta il beffardo<br />
gesto duchampiano, quel principio rituale-lu<strong>di</strong>co-comportamentale<br />
32 Jean Baudrillard, <strong>La</strong> sparizione dell’arte, Milano, Politi, 1988.<br />
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