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La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

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affermazione, essi erano senza dubbio interessati alla<br />

funzionalità <strong>di</strong> tali strutture alla promozione <strong>di</strong> una produzione<br />

artistica ra<strong>di</strong>calmente nuova, la cui forza <strong>di</strong> penetrazione doveva<br />

fare i conti, comunque, con le resistenze delle istituzioni<br />

dominanti e del mercato ufficiale 90 . Che poi queste nuove strutture<br />

siano <strong>di</strong>ventate, col tempo, l’unico mercato e si siano per così<br />

<strong>di</strong>re ufficializzate, non vuol <strong>di</strong>re che gli artisti coinvolti<br />

producessero solo allo scopo <strong>di</strong> corrispondere ad una domanda.<br />

Tutto quello che possiamo fare è prendere atto <strong>di</strong> una coincidenza:<br />

la nascita dei nuovi linguaggi artistici del Novecento procede con<br />

la fondazione <strong>di</strong> un sistema commerciale e promozionale <strong>di</strong> supporto<br />

ad essi.<br />

Nel secondo dopoguerra, l’accelerazione al rinnovamento <strong>di</strong> tali<br />

linguaggi è stata comunque letta come conseguenza <strong>di</strong> quella<br />

“estetica del nuovo” che Adorno riconduce al dominio sempre<br />

maggiore del mercato sull’arte 91 . Ciò spiegherebbe anche il<br />

paradosso della modernità: quanto più l’arte si contrappone alla<br />

<strong>società</strong> borghese, tanto più essa finisce per isolarsi in ambienti<br />

elitari (che pure <strong>di</strong> quella <strong>società</strong> costituiscono la parte più<br />

avanzata) dove si perpetra la netta <strong>di</strong>stinzione fra cultura high e<br />

low, fra cultura alta e cultura bassa, fra arte d’elite e arte <strong>di</strong><br />

massa. Ma l’aspetto veramente paradossale <strong>di</strong> questo fenomeno è<br />

che il crescente dominio del mercato non implica in alcun modo<br />

processi <strong>di</strong> espansione orizzontale della fruizione;<br />

commercializzazione in questo caso non significa allargamento<br />

della base <strong>di</strong> fruizione oppure stereotipizzazione od omologazione,<br />

ma, al contrario, estrema verticalizzazione degli accessi.<br />

Ciò è massimamente evidente nel secondo dopoguerra, quando il<br />

baricentro mon<strong>di</strong>ale dell’arte si sposta da Parigi a New York. Più<br />

fattori determinano questo cambiamento: le <strong>di</strong>fficoltà del<br />

dopoguerra in Francia, la posizione egemonica assunta dal Museum<br />

of Modern Art e dal sistema galleristico statunitense, il sostegno<br />

90 T.Wolfe, Come ottenere il successo in arte, Alleman<strong>di</strong>, 1987, p.21<br />

91 T.W.Adorno, Teoria estetica, Einau<strong>di</strong>, 1978.<br />

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