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La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

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storici in atto, dall'altra necessità <strong>di</strong> ricondurre la consapevolezza<br />

artistica agli ambiti strutturali <strong>di</strong> tali processi. È<br />

indubbiamente nell'ambito <strong>di</strong> questa seconda istanza che si va a<br />

configurare lo spazio per formulare una nuova estetica.<br />

Le premesse artistiche <strong>di</strong> questo progetto <strong>di</strong>scendono indubbiamente<br />

dalle esperienze costruttiviste e del Bauhaus, polarizzate<br />

come si è visto intorno all'esigenza <strong>di</strong> superare il tra<strong>di</strong>zionale<br />

sistema delle arti per un'integrazione fra pratica artistica tout<br />

court e mondo della tecnica (che equivale ad un altro modo per<br />

riproporre l'istanza del riaccostamento fra <strong>dell'arte</strong> con la<br />

realtà concreta. Moholy-Nagy è del resto molto lucido su questo<br />

punto: egli parla <strong>di</strong> un'arte che rompendo con la visione in<strong>di</strong>vidualistico-romantica<br />

che la pone come espressione <strong>di</strong> "esperienze<br />

psichiche soggettive", si proponga come "progettazione" <strong>di</strong> modelli<br />

estetici in sintonia con la nuove realtà tecniche e sociali della<br />

<strong>società</strong> industriale <strong>moderna</strong>, fra le quali spicca la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong><br />

"massa", che egli, come già Benjamin, continua a pensare ancora<br />

suscettibile <strong>di</strong> potenzialità rivoluzionaria proprio in virtù<br />

dell'apporto tecnologico: la rivoluzione tecnologica, che estende<br />

le facoltà umane (tema già presente in Henry Bergson e ripreso<br />

successivamente con ragguardevoli sviluppi teorici da Marshall<br />

McLuhan 54 ), rigenera le capacità creative e si pone quin<strong>di</strong> anche<br />

come rivoluzione estetica che nei suoi portati formativi ed<br />

acculturanti emancipa le masse. Per questo, secondo Moholy-Nagy,<br />

essa va intesa anche come rivoluzione politica. Non è chi non veda<br />

in questa impostazione una debolezza intrinseca per la sua<br />

sostanziale inavvertitezza dei rischi <strong>di</strong> "gleichschaltung", oltre<br />

che delle potenzialità liberatorie, della <strong>società</strong> <strong>di</strong> massa, rischi<br />

che filosofi come Adorno, Horkheimer e Marcuse in<strong>di</strong>vidueranno<br />

acutamente proprio entrando in contatto con la complessa realtà<br />

americana, che proprio della <strong>società</strong> <strong>di</strong> massa esprime il primo e<br />

forse più autentico modello. Ma a parte questo aspetto <strong>di</strong><br />

specifica pertinenza sociologica, il progetto artistico <strong>di</strong> Moholy-<br />

54 M. McLuhan, Dall'occhio all'orecchio, Roma, Armando, 1982.<br />

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