La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb
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concepiti e finalizzati per <strong>di</strong>re qualcosa su quegli stessi spazi.<br />
Intervenire artisticamente su un luogo significa insomma<br />
rivelare, recuperare o comunque interagire con aspetti<br />
significativi <strong>di</strong> esso. Un intervento <strong>di</strong> arte pubblica dovrebbe,<br />
insomma, rispondere all’assunto che “il represso sia riportato<br />
alla luce, l’invisibile reso visibile e il <strong>di</strong>menticato<br />
ricordato” 106 .<br />
L’alto grado <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o che artisti e critici<br />
hanno <strong>di</strong>mostrato per l’arte pubblica, tuttavia, non ci <strong>di</strong>ce né<br />
cosa essa sia né perché essa debba essere fatta. O meglio, ce lo<br />
<strong>di</strong>ce in mo<strong>di</strong> estremamente eterogenei e spesso così <strong>di</strong>vergenti da<br />
rendere ancora oscuro il suo effettivo significato. Ogni<br />
intervento, ogni progetto, ogni operazione <strong>di</strong> arte pubblica si<br />
rende ragione <strong>di</strong> se stessa, ma non ci rende niente o quasi <strong>di</strong> un<br />
concetto più generale che non sia meramente definitorio.<br />
Un fattore causale che forse rende ragione del sorgere delle<br />
pratiche <strong>di</strong> arte pubblica è il tentativo <strong>di</strong> ritornare o<br />
riproporre quello che era stato uno degli aspetti più<br />
significativi del progetto dell’arte <strong>moderna</strong>, sia delle<br />
avanguar<strong>di</strong>e storiche che delle neoavanguar<strong>di</strong>e: una nuova<br />
coniugazione del rapporto fra arte e vita, che in realtà era un<br />
tentativo <strong>di</strong> ricomporlo al fine <strong>di</strong> strapparlo sia all’isolamento<br />
e/o ingabbiamento operato dalle istituzioni sociali, sia alla<br />
degradazione operata dalla mercificazione economica.<br />
Un altro fattore può essere che nella <strong>società</strong> del consumismo e<br />
della massificazione, l’arte si offra a fruizioni più <strong>di</strong>rette – e<br />
questo può significare anche non me<strong>di</strong>ate, pure, spontanee – e più<br />
esposte, fuori dei famigerati “white cubes”. L'orrore<br />
dell'autoestinzione che ha agitato gran parte dell'agnostica arte<br />
delle ultime deca<strong>di</strong> del XX secolo - la cui spessa impenetrabilità<br />
si combinava alla sistematica ritualità attraverso cui la sua<br />
sostanza immateriale cercava <strong>di</strong> darsi una pelle e un sistema<br />
106 Tony Foster, Jonathan Harvey e James Lingwood, New Works for Different<br />
Places”, Bristol, Television South West Arts, 1990, pp.8-9.<br />
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