La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb
La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb
La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>di</strong>re fra i piani della trascendenza dell’assoluto e dell’immanenza<br />
della natura) il proprio argomento ed il proprio oggetto. In tal<br />
modo l’arte romantica coincide esattamente con questo moto <strong>di</strong><br />
ripiegamento nell’interiorità.<br />
Viene da chiedersi, allora, fino a che punto il<br />
ripiegamento dello spirito nell’interiorità (che per questa via<br />
<strong>di</strong>venta pienamente consapevole <strong>di</strong> se stessa) implichi ancora la<br />
necessità dell’arte, ovvero fino a che punto la conciliazione<br />
autentica fra finito ed infinito spetti ancora all’arte e non alle<br />
altre forme dello spirito assoluto, la religione e la filosofia.<br />
Rispondere a queste domande ci aiuta forse anche ad<br />
approssimare il modo in cui il filosofo pensasse l’essenza del<br />
tempo suo proprio. Ad Hegel lettore <strong>di</strong> Schiller quanto <strong>di</strong> Adam<br />
Smith non sfugge <strong>di</strong> certo che la scissione <strong>moderna</strong> fra uomo e<br />
<strong>società</strong> sia il portato inevitabile del consolidarsi in senso<br />
razionalistico della soggettività e che anzi la nascente <strong>società</strong><br />
borghese e industriale, come opportunamente rilevava Lepenies,<br />
consenta a questa <strong>di</strong> realizzarsi, nel bene e nel male, ad un<br />
livello impensabile nella polis greca 115 . Si tratta allora <strong>di</strong><br />
stabilire se vi sia un’arte capace <strong>di</strong> esprimere questo sviluppo e<br />
questo rivolgimento; si tratta insomma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nuovi<br />
compiti ad un’arte duplicemente contrassegnata, come si <strong>di</strong>ceva,<br />
dalla per<strong>di</strong>ta e dalla trasformazione; si tratta, in ultima<br />
analisi, del problema del senso dell’arte, del suo ultimativo<br />
costituirsi in unità <strong>di</strong> forma (che rimanda all’elemento sensibile<br />
e quin<strong>di</strong> alla materialità) e significato (che rimanda invece al<br />
contenuto interiore), della sua razionalità e necessità sempre<br />
storicamente specificabili. Compiti adeguati questi, secondo<br />
Hegel, ad una scienza - l’estetica - che sia capace <strong>di</strong> riconoscere<br />
il bello artistico (vale a <strong>di</strong>re quello che si <strong>di</strong>stingue dalla<br />
bello naturale proprio per il suo carattere <strong>di</strong> libertà) come<br />
termine <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione necessaria fra assoluto e mondo sensibile,<br />
fra piano infinito e piano della finitezza, fra l’universalità<br />
dell’Idea e la particolarità delle forme. E qui, per Hegel, i<br />
115 W.Lepenies, cit., pag.91.<br />
92