La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb
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che espone da sé il suo statuto artistico, ma che lo riceve dal<br />
contesto in cui essa viene presentata, un contesto <strong>di</strong> mercato o<br />
comunque inglobato nel sistema-arte. In questo modo, l’arte si<br />
riconduce a ciò che il sistema riconosce e legittima come tale,<br />
negandole ogni altra possibilità <strong>di</strong> esistenza, il che equivale a<br />
<strong>di</strong>re che l’arte deve la sua sola ed unica esistenza – e quin<strong>di</strong> la<br />
propria totale autonomia - alla propria estinzione dal piano dei<br />
giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore.<br />
Il passo compiuto dalla Pop art consiste nell’abolizione della<br />
<strong>di</strong>stinzione fra arte d’elite e arte <strong>di</strong> massa; con essa esiste una<br />
sola arte, quella del sistema. Ciò avviene soprattutto grazie ad<br />
un utilizzo cinico e spregiu<strong>di</strong>cato del mercato: lo spettatore che<br />
si trova <strong>di</strong> fronte ad opere pop è <strong>di</strong> fatto costretto a rinunciare<br />
all’esperienza tra<strong>di</strong>zionale della ricezione estetica, accettando<br />
nel contempo per arte una deliberata e consapevole negazione<br />
dell’arte, che coincide con la resa <strong>di</strong> questa al mercato ed al<br />
sistema. L’arte <strong>di</strong>venta non già qualcosa <strong>di</strong> cui si porre in<br />
questione lo statuto attraverso giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore, ma ciò che<br />
l’artista presenta come tale, che le gallerie espongono, <strong>di</strong> cui i<br />
critici parlano, che i collezionisti si contendono.<br />
<strong>La</strong> legittimazione per autodesignazione non è tuttavia<br />
un’invenzione pop. Risale a molto tempo prima, ai primi del<br />
Novecento, quando un artista belga solitario e a suo modo<br />
sovversivo era sbarcato in America. Il suo nome era Marcel<br />
Duchamp. Qualunque valutazione si voglia dare del suo operato,<br />
esso rappresenta non <strong>di</strong> meno unop dei contributi più profon<strong>di</strong> alla<br />
teoria dell’arte del XX secolo. Più <strong>di</strong> chiunque altro, Duchamp ha<br />
determinato quella transizione dell’artista ad artmaker, sulla<br />
quale pesa la consapevolezza malinconica ed ineluttabile<br />
l’evidenza del dominio del mercato, che ha tuttavia ra<strong>di</strong>calmente<br />
mo<strong>di</strong>ficato il ruolo e la percezione sociali dell’artista moderno.<br />
Duchamp intuisce infatti quello che sarà il nuovo modello <strong>di</strong><br />
artista, che non <strong>di</strong>pende ormai più da un committente che<br />
commissiona le opere e le colloca sul mercato; ma se il monopolio<br />
dell’atto creativo rimane alla piena decisionalità dell’artista,<br />
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