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La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

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salons – ed ha anzi fatto <strong>di</strong> questo essere fuori una qualità<br />

centrale del proprio operare artistico.<br />

A partire dalla metà degli anni Ottanta del XX secolo, questa<br />

qualità è <strong>di</strong>ventata uno dei temi <strong>di</strong> maggior momento dell’arte<br />

contemporanea, contribuendo ad orientare l’attenzione della<br />

critica verso la questione dell’arte pubblica attraverso una<br />

serie episo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> eventi espositivi 105 che hanno affrontato il<br />

problema del rapporto fra arte e spazi non istituzionali in mo<strong>di</strong><br />

alquanto <strong>di</strong>fferenti: dalle mere operazioni <strong>di</strong> “arredo urbano” o<br />

<strong>di</strong> “decoro architettonico” ad esperienze <strong>di</strong> coinvolgimento del<br />

pubblico nell’evento artistico, dagli interventi site-specific a<br />

quelli effettuati <strong>di</strong>rettamente sui luoghi della cultura e del<br />

consumo <strong>di</strong> massa.<br />

Il termine arte pubblica, quin<strong>di</strong>, risulta quanto mai<br />

indeterminato. E’ evidente tuttavia che il fatto che un’opera<br />

d’arte sia collocata in uno spazio pubblico non la rende<br />

automaticamente un’opera <strong>di</strong> arte pubblica. Certamente esso<br />

contrad<strong>di</strong>stingue la qualità <strong>di</strong> essere fuori degli spazi<br />

convenzionali tipica <strong>di</strong> certe opere o operazioni artistiche, ma<br />

implica anche lo slittamento concettuale dell’elemento<br />

ambientale (museo, galleria) dal privato (che agisce nell’ambito<br />

della proprietà o comunque della responsabilità in<strong>di</strong>viduali) al<br />

pubblico (che agisce, anche se in maniera meno definita,<br />

nell’ambito dell’interesse e dell’uso collettivi).<br />

Ma sussiste anche un elemento progettuale. Gli eventi espositivi<br />

<strong>di</strong> arte pubblica, dagli anni Novanta in poi, hanno rivelato in<br />

questo senso come gli interventi negli spazi quanto mai<br />

<strong>di</strong>versificati del contesto urbano e/o pubblico debbano essere<br />

105 Ne fornisco, a titolo in<strong>di</strong>cativo, <strong>di</strong> seguito un elenco piuttosto<br />

incompleto: “Chambre d’Amis”, Gand, 1986; “The New Urban <strong>La</strong>ndscape”, New<br />

York, 1988; “New Works for Dofferent Places”, Derry, Glasgow, Newcastle e<br />

Plymouth, 1990; “Places with a Past”, Charleston, SC, 1991; “Inside Out”,<br />

Prato, 1993; “Culture in Action: New Public Art in Chicago”, Chicago,<br />

1994; “Conversations at the Castle”, Atlanta, GA, 1996; “Over the Edges”,<br />

Gand, 2000; in Italia: “Mauro Staccioli”, San Giovanni Valdarno, 1996;<br />

“Arte pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni”, Biella, 2003;<br />

“Territoria”, Prato e Val <strong>di</strong> Bisenzio, 2005.<br />

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