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La società dell'arte. Saggi di sociologia dell'arte moderna - Artonweb

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del quale il Bauhaus nasce e si sviluppa proprio per corrispondevi<br />

una soluzione che sia innovativa ed al tempo stesso realistica.<br />

Per capire il fenomeno Bauhaus, tuttavia, bisogna innanzitutto<br />

aver chiaro ciò che è stato e quin<strong>di</strong> la sua duplice valenza <strong>di</strong><br />

istituzione formativa (o meglio <strong>di</strong> scuola <strong>di</strong> architettura ed arti<br />

applicate, nel cui ambito sorse e si sviluppo l'industrial design)<br />

e <strong>di</strong> spazio <strong>di</strong> sperimentazione culturale ove le tra<strong>di</strong>zionali<br />

<strong>di</strong>scipline artistiche ed i nuovi me<strong>di</strong>a espressivi (fotografia e<br />

cinema) trovano un'unitaria e feconda convergenza. Se il Bauhaus<br />

costituisce dunque la prima vera scuola <strong>di</strong> tecnologia <strong>moderna</strong>,<br />

esso rappresenta anche un clima culturale in cui sono generalmente<br />

riconoscibili un certo idealismo <strong>di</strong> derivazione romantica<br />

(nell'idea <strong>di</strong> scuola, infatti, si recuperano senza dubbio in senso<br />

moderno, vale a <strong>di</strong>re me<strong>di</strong>andole con un razionalismo teso ad esaltare<br />

insieme la libertà e la finalizzazione pratica delle facoltà<br />

creative, forme <strong>di</strong> aggregazione artistica del passato quali le<br />

corporazioni me<strong>di</strong>evali o la bottega rinascimentale), un spirito<br />

riformistico d'estrazione socialista (nella preminenza accordata<br />

al lavoro ed alla produzione industriale) ed una visione essenzialmente<br />

costruttivista del lavoro artistico (Gropius stesso<br />

s'incarica <strong>di</strong> mettere in chiaro che "la costruzione è lo scopo<br />

finale delle arti visive" 52 ).<br />

Vi sono peraltro alcune interessanti premesse storiche all'esperienza<br />

del Bauhaus cui è utile ricollegarci, poiché possono <strong>di</strong>rsene<br />

oggettivamente precorritrici.<br />

<strong>La</strong> prima investe la figura <strong>di</strong> William Morris (1834-1896), artista<br />

e teorico inglese fra i primi ad avvertire il profondo <strong>di</strong>sagio<br />

insito nella <strong>società</strong> industrializzata ed a collegarne le istanze<br />

<strong>di</strong> rinnovamento con una necessaria rigenerazione <strong>dell'arte</strong>, tutta<br />

giocata intorno al ritorno al lavoro artigianale considerato anche<br />

come possibilità concreta <strong>di</strong> risolvere l'alienazione tipica del<br />

lavoro capitalistico. Morris, in parte influenzato<br />

dall'interpretazione del Gotico in chiave <strong>di</strong> appagamento estetico<br />

in<strong>di</strong>viduale data da John Ruskin (1819-1900), si fece promotore <strong>di</strong><br />

52 R. De Fusco, cit.<br />

53

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